Arcigay Trieste partecipa alla Fiaccolata in memoria della prima deportazione

  

Ricordiamo l’iniziativa promossa dalla Comunità Ebraica di Trieste, la Fiaccolata del 7 dicembre, alle 18.30 da Piazza della Borsa, a cui vi invitiamo vivamente a partecipare insieme a noi, portando una valigia, come richiesto dagli organizzatori, o un triangolo nero o rosa da mettere sul petto, per ricordare la persecuzione e lo sterminio delle persone omosessuali.

Il Presidente del Circolo Arcobaleno Arcigay Arcilesbica di Trieste

Davide Zotti

“Lavorare per la memoria vuol dire pensare al futuro”

“UNA VALIGIA PER IDA E GLI ALTRI”

Mercoledì 7/12 una fiaccolata in memoria della prima deportazione da Trieste

L’iniziativa chiama a raccolta l’intera cittadinanza in un impegno in difesa dei diritti

Mercoledì 7/12 la Comunità ebraica di Trieste organizza una fiaccolata aperta a tutta la cittadinanza in memoria dei deportati.

La scelta della data non è casuale. Proprio il 7 dicembre del 1943 partiva infatti da Trieste il primo convoglio di ebrei destinato da Auschwitz. Furono 159 le persone che salirono su quei vagoni bestiame, di queste appena nove fecero ritorno vive alla fine della guerra.

Fra i sopravvissuti, Ida Marcaria che è mancata poche settimane. Ida fu prelevata assieme a tutta la famiglia dalla sua casa di piazza della Borsa. La sua vita di ragazza libera e felice finì, come per tutti i deportati, al momento dell’arresto.

Ida può essere considerata un simbolo delle tante vite spezzate dalla persecuzione nazifascista. Per questo la fiaccolata partirà alle 18.30 da piazza della Borsa, dalla sua casa, e raggiungerà silenziosamente la Stazione centrale.

Tanti deportati del 7 dicembre, così come molti altri, raggiunsero la stazione dalle carceri di via del Coroneo ma la decisione di partire da un’abitazione privata è stata presa per significare il cammino dalla libertà allo sterminio.

“L’invito – spiega Mauro Tabor, assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Trieste – è a portare con sé una valigia o almeno a riflettere sugli oggetti necessari che metteremmo in valigia se avessimo appena dieci minuti per lasciare la casa che amiamo e partire per destinazione ignota”. “Alla luce del passare del tempo e della riduzione numerica delle fila dei testimoni siamo noi, figli, nipoti, noi esseri umani degni, dobbiamo trovare il modo di far capire, di ricordare, lo dobbiamo a loro e a ciò che potrebbe succedere se venissero dimenticati”.

Per questo lo striscione che precederà il corteo recherà una frase di Vera Vigevani Jarach, una delle madri di Plaza de Mayo, che fuggì dall’Italia per le leggi razziali e vide la figlia Franca scomparire nella ferocia della dittatura argentina. “Lavorare per la memoria vuol dire pensare al futuro”.

La fiaccolata in ricordo del 7 dicembre 1943 vuole chiamare a raccolta chi oggi si trova a vivere una situazione di discriminazione, di emarginazione o pregiudizio e quanti, cittadini, associazioni e organizzazioni, vogliono ribadire il loro impegno a difesa dei diritti di tutti: per non rischiare, ancora una volta, di guardare senza vedere o di ascoltare senza sentire.

In segno di rispetto nel corteo non vi saranno altre bandiere o insegne.


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