Congresso USA dà lezione di civiltà al parlamento italiano

  

Washington, 28 ottobre 2009

Ci sono crimini che non rompono solo le ossa, "ma spezzano le anime": con queste parole Barack Obama ha salutato la firma del Matthew Shepard Act, la legge che equipara i reati di omofobia a quelli di razzismo.

Il provvedimento, frutto di una battaglia durata più di un decennio, "rafforzerà la protezione contro i reati basati sul colore della vostra pelle, la fede nel vostro cuore o il luogo dove siete nati", ha detto il presidente Usa, in una cerimonia nella East Room della Casa Bianca.

"Nessuno in America dovrebbe avere paura di camminare in una strada tenendo per mano la persona che ama", ha detto Obama, dinanzi a un pubblico tra cui sedevano anche i genitori di Matthew.


COMUNICATO ARCIGAY del 23 OTTOBRE 2009

Il Congresso USA ha approvato con 68 voti favorevoli e 29 contrari il Matthew Shepard Act, la legge contro l’omofobia e la transfobia che inserisce le violenze e gli attacchi contro le persone lgbt nella lista dei crimini d’odio, puniti da una severa legge federale varata dopo l’assassinio di Martin Luther King nel 1968.

La legge, che ora attende la firma definitiva del presidente Obama, è dedicata alla memoria di Matthew Shepard, lo studente del Wyoming assassinato brutalmente 11 anni fa perché gay. In questi anni la misura era stata sempre bloccata al Senato e George Bush aveva minacciato di porre il veto se avesse raggiunto il suo tavolo per la firma. Il Matthew Shepard Act sarebbe potuto passare già un anno fa ma con l’esclusione dei reati determinati dall’identità di genere. Le associazioni lgbt hanno rifiutato categoricamente, preferendo non avere una legge anzichè averla carente, senza l’inclusione delle violenze transfobiche.

Si tratta di un grande esempio di civiltà dato dal Congresso USA e di una severa lezione per il parlamento italiano che dieci giorni fa ha affossato una legge molto più blanda, lasciando nel vuoto legislativo la tutela dai reati di odio contro le persone lgbt e legittimando una cultura del pregiudizio più becero che paragona omosessualità e transgenderismo a delle perversioni.

Esprimiamo la nostra soddisfazione alla comunità lgbt USA e in Italia proseguiamo nelle nostre azioni di disobbedienza civile e di manifestazioni pubbliche per denunciare una politica sorda e ignorante e per ribadire la drammaticità della situazione di vita delle persone lgbt che vivono in un paese che non rispetta la dignità di tutti.

Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay


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