Relazione del Presidente al Consiglio Nazionale

  

IL BERLUSCONISMO. Nella Leggenda di Dostoevskij, l’Inquisitore, dopo avere mangiato le locuste nel deserto, scopre la fatale attrazione per la debolezza degli uomini. Sente di poter costruire il suo potere sulle loro paure, sull’emotività,sulle esigenze più elementari ed impara a farne uso, per governarli. La sua forza nasce paradossalmente da una mancanza di rispetto, da una profonda sfiducia negli uomini, e da una certezza sprezzante della loro inconsistenza. L’Inquisitore impara ad ingannarli, a riceverne applausi, a spingerli alle scelte più facili cavalcandone la rabbia fino a strappare ogni residua traccia di lucida capacità di critica. L’Inquisitore toglie agli uomini il diritto di indignarsi e la libertà di comprendere se, quando e come farlo. Questo è in sintesi un modo per raccontare il berlusconismo per quello che è: un drammatico problema di prospettiva di questo Paese, in procinto sì di separarsi da Berlusconi, ma largamente condizionato dal veleno versato nei pozzi dell’ inconscio collettivo. Questa deformazione dell’agire pubblico ha prevalso fino a travalicare le categorie della destra e della sinistra per riproporre invece l’urgenza di ragionare su un “alto” e un “basso” della politica.

TEMI LGBT IN TEMPO DI CRISI. I nostri temi e la nostra rivendicazione si misurano gia oggi con questo quadro: la più grave crisi economica dal dopoguerra, il rischio di fallimento di interi Stati, l’abbattimento dello stato sociale, la crescita clamorosa della disoccupazione, uno scenario internazionale pericolosissimo, un Parlamento di mai eletti che rappresenta un ceto politico cinico e involgarito dal potere, e …l’Inquisitore: il metodo facile di usare la gente , la tentazione della banalità effimera che corre sui giornali per morirvi nello spazio di un giorno come la recente lista di un outing brutto e piccino. Noi abbiamo il dovere politico di sganciarci da quell’universo mentale che definiamo berlusconismo che nel nostro Paese manterrà ancora a lungo i pozzi avvelenati.

IL PERCORSO DI ARCIGAY. Mi sembra che Arcigay abbia dimostrato grande lucidità nel comprendere il contesto e stia seguendo un percorso di coerenza. Quando vi proposi la c.d. “Teoria del muro”, provai a descriverla come una mappa su cui muoversi con coraggio, innovazione e fantasia. Non esiste solo il centro del muro, in questa fase blindato, e su cui pure continueremo sempre ad insistere (la rivendicazione normativa verso un Parlamento oggi più che mai prono alla Chiesa e ad interessi personali, da destra a sinistra), esistono le tante crepe in cui infilarsi per scardinare ai lati quello che regge al centro. E in questi mesi noi non ci siamo mossi a caso ma seguendo una strategia che ha prodotto risultati.

IL SUCCESSO DI EUROPRIDE. Avevamo scelto di investire politicamente su Europride e l’abbiamo fatto con grandi sforzi e sacrifici, contribuendo a realizzare il più imponente evento lgbt della storia italiana. Avevamo scelto di farne un momento di grande impatto emotivo, consapevoli che fosse un’opportunità irripetibile per dare una scossa al Movimento e per tessere relazioni ed alleanze senza precedenti. E così anche la presenza di una tra le più grandi artiste del mondo non è stata fine a se stessa, ma frutto di un lavoro che doveva lasciarci il riferimento di una rete e la conquista di una rinnovata credibilità.

IL RILANCIO DELLA BATTAGLIA LGBT. Abbiamo così individuato le crepe del muro :
1) Nel rilancio emotivo,come si diceva, dopo una lunga fase di silenzio e apatia della comunità lgbt. Europride ha riaperto gli spazi emotivi, e con essi la linfa di una nuova militanza, grazie a un successo clamoroso che ci ha consegnato una vastissima rete di relazioni con mondi largamente inesplorati: le aziende, le più importanti ambasciate in Italia, referenti internazionali della cultura, dell’arte,della politica.
2) Nel rilancio di riconoscimento sociale come premessa e sostegno del riconoscimento giuridico. Nessuno più di Arcigay ha fortemente creduto nel Censimento come strumento di riconoscimento statistico e da lì sociale. La nostra azione politica ha permesso di lavorare ai fianchi di ISTAT e del Garante per la Privacy, con caparbietà e contro lo scetticismo di tanti. Ci si era assunti un impegno e lo si è mantenuto. Il risultato è talmente importante, anche se temo forse sottovalutato da troppi di noi, che chi ha accortezza politica ha cercato immediatamente di appropriarsene dopo averlo circondato di sfiducia. Ad Arcigay si deve un lungo lavoro che ha spinto ISTAT a lanciare la prima ricerca statistica sull’omosessualità della storia della Repubblica. Questo ruolo ci è stato riconosciuto con l’invito davanti al Capo dello Stato alla presentazione del Rapporto annuale ISTAT non solo come prima ed unica esponente lgbt ma come prima ed unica esponente di tutto il mondo del terzo settore.
3)Nell’occupazione di spazi di sussidiarietà . La relazione con UNAR ci ha consegnato un ruolo primario all’interno del Dipartimento Pari Opportunità come mai prima conseguito da un’associazione lgbt. Oggi questa credibilità ci ha permesso di diventare struttura dell’Ufficio nazionale contro le discriminazioni della Presidenza del Consiglio, perché sarà Arcigay a gestire l’istruttoria delle denuncie di fatti di omofobia e transfobia nelle regioni obiettivo convergenza (Sicilia, Campania, Calabria, Puglia) per conto di UNAR. Di fatto saremo ad occupare uno spazio della pubblica amministrazione secondo una limpida dinamica di sussidiarietà orizzontale. Ed è vero che questo ruolo di supplenza delle Istituzioni Arcigay l’ha voluto, cercato e conseguito anche nella realizzazione di due progetti come “Bullismo omofobico”, ed “Io sono Io lavoro” che ci hanno attirato l’elogio di tutti i più disparati esponenti del mondo della politica,della cultura,dei media. In entrambi i casi due ricerche che rappresentano un’eccellenza assoluta ,senza alcun precedente del genere nel nostro Paese .

AMICI E SPONSOR. 4) Nel rilancio di iniziativa politica e di relazione. Abbiamo investito sulla trasversalit . Mai come oggi i nostri rapporti con i sindacati sono stati così forti. La presenza ad Europark e ad Europride di Susanna Camusso ha suggellato questo rapporto con la prima volta di un Segretario generale CGIL in un pride… Ma sono senza precedenti i rapporti stretti con innumerevoli aziende internazionali (Ikea ,Vodafone,Telecom, Universal, IBM, UBS, molti altri) che ci daranno la possibilità di aprire spazi a diritti concreti nei contratti aziendali. Da Romano della Fondazione “Italia futura”, fino a Vendola e a Fini, abbiamo cercato di ricostruire una relazione con i partiti su basi autorevoli perché finalmente autonome. Non è stato facile vista la sudditanza a cui eravamo stati condannati,ma oggi posso dire che i frequentissimi incontri politici stanno restituendoci una fisionomia indiscussa perché coerenza ed indipendenza cominciano ad essere apprezzate.

CON IL FORUM DEL TERZO SETTORE. L’ingresso nel Forum del Terzo Settore, che oggi attende il voto di approvazione del Consiglio Nazionale, è anch’esso, permettetemi, un grande successo frutto di tanto lavoro di costruzione di rapporti politici con ACLI, Fish e Enar. Oggi esistono le basi per una vera federazione delle associazioni che combattono le discriminazioni tutte. Così come è in dirittura d’arrivo il congresso di rilancio della Federazione ARCI, per il quale ci siamo spesi con passione, ritenendo quell’enorme articolazione uno dei nervi della democrazia in Italia.

5) In una scelta di nuova articolazione di Arcigay su aree e temi patrimonio storico della nostra lotta o in qualche caso del tutto nuovi. Mi riferisco alla nascita di PLUS e all’adesione a Punto critico. Nel primo caso una ONLUS, fatta da persone lgbt sieropositive che coordini obiettivi, battaglie e risorse per la prevenzione ed il contrasto all’ hiv/aids. Nel secondo caso, Punto critico, ovvero un’associazione che si occupa di relazioni e cooperazione internazionale. Per Arcigay si tratta di due passaggi importantissimi, perché anch’essi parte di una strategia orientata alla sussidiarietà, alla supplenza della politica e delle amministrazioni, ma anche al reperimento di nuove risorse con modalità più agili e mirate. Nessun timore: sono e saranno un modo per fare crescere una nuova Arcigay in assoluta coerenza a quanto disposto dal Congresso di Perugia.

Ricordo poi l’imminente conferenza di ILGA, un autentico evento per l’Italia e l’opportunità di dare seguito ad alcune delle riflessioni emerse da Europride all’interno di un dibattito di grande prestigio.
Ricordo il censimento in corso ed esorto tutti i Comitati e le Associazioni affiliate a sostenere e rilanciare la campagna “Fai contare il tuo amore”. Ricordo la necessità di dare un senso alle varie iniziative sui Registri delle unioni civili ovvero le delibere sulla legge anagrafica per provare noi a coordinarle nel territorio nazionale. Mi sembra che gia oggi si possa parlarne insieme a Napoli, Torino, Milano, Salerno, Bologna.

LE SFIDE DEI PROSSIMI MESI. Ma sono tantissime le sfide per i prossimi mesi.
1) il rilancio del tema del matrimonio civile sul piano politico, culturale e giuridico attraverso tre passaggi: la pressione sui programmi dei partiti; una grande campagna di comunicazione che valorizzi ad esempio le oramai numerose coppie che hanno contratto matrimonio all’estero; una o più cause su diritti puntuali come da indicazione del giudice costituzionale nella sentenza 138 del 2010; il lancio rapido di un tavolo di confronto con le altre associazioni matrimonialiste per riprendere il punto di “Affermazione civile” alla luce di una frantumazione della strategia oramai divisa tra l’attesa del percorso in Cassazione e l’apertura del ricorso alla CEDU.
2)una causa pilota in materia di lavoro;

QUALCHE PRECISAZIONE. QUESTI DUE PUNTI NECESSITANO DI UNA PROCEDIBILITA’ ECONOMICA CHE AL MOMENTO ATTUALE SI SCONTRA CON UNA CRISI DI LIQUIDITA’ SU CUI AVREMO MODO DI TORNARE.
INOLTRE MERITA UN RIFERIMENTO ANCHE LA QUESTIONE DELLA INIZIATIVA DI LEGGE POPOLARE INDIVIDUATA DAL CN COME ELEMENTO STRATEGICO SU CUI PUNTARE POLITICAMENTE. IL SUO NAUFRAGIO E’ STATO DETERMINATO DA FATTORI SOGGETTIVI, OVVERO IL MANCATO FUNZIONAMENTO, ANZI ADDIRITTURA LA MANCATA SUSSISTENZA DEL GRUPPO DI LAVORO CHE AVREBBE DOVUTO SUPPORTARE LA SEGRETERIA, E DA FATTORI OGGETTIVI, OVVERO ANCHE QUA LA TOTALE MANCANZA DI DISPONIBILITA’ DI RISORSE E IL MUTAMENTO RADICALE DEL QUADRO POLITICO IN CUI LA CONCENTRAZIONE DEI POSSIBILI ALLEATI SUL REFERENDUM IN MATERIA DI LEGGE ELETTORALE, E, DI PIU’, IL PRECIPIZIO DELLA CRISI ECONOMICA E POLITICA HANNO ONESTAMENTE DETERMINATO L’IMPRATICABILITA’ DI UN OBIETTIVO CHE MANTIENE A MIO AVVISO APPEAL MA CHE NECESSITA DI UNA FASE PIU FAVOREVOLE.

3)la pressione rinnovata per l’estensione della legge Mancino anche attraverso i nostri rapporti privilegiati con alcuni interlocutori come OSCAD . La legge è stata ricalendarizzata per iniziativa IDV ,e ne seguiremo con attenzione i passaggi;

4)la riappropriazione in questa oramai evidente fase pre elettorale del nostro diritto di rappresentanza politica. Questa sciagurata legge elettorale ci ha privato, come tutti, della possibilità di scegliere tempi,modi e contesti delle nostre interlocuzioni. In un Parlamento di nominati, non eletti, i partiti hanno scelto chi parlasse per noi senza nessuna relazione con le Associazioni nazionali, senza nessuna relazione con le persone e la vita vera. Questo non va bene come non va bene l’attuale legge elettorale fatta solo per perpetuare un’autentica oligarchia e che di commendevole ha solo l’onestà del nome : “porcellum”.

UN PRIDE A BOLOGNA. La Segreteria ha ricevuto la candidatura di Bologna a sede del Pride nazionale, e la consegnerà alla valutazione del Consiglio . Io la sostengo con entusiasmo e vi dico perché. Questa è la fase più complessa della nostra storia politica degli ultimi 25/30 anni: siamo di fronte ad un bivio che potrebbe anche non essere cambiamento o restaurazione,ma anche semplicemente movimento o narcosi. In una fase difficile alla fine emerge il fascino di una possibilità di cambiamento. Il Pride nazionale a Bologna, con la sua enorme carica di significati simbolici, con la maturità politica che contraddistingue la comunità lgbt della città può rappresentare il superamento definitivo di una fase di conflitto interno al Movimento, e con esso l’apertura di una sorta di fase costituente all’interno del Movimento stesso. Una profonda riscrittura delle regole, dell’elaborazione, dello stare insieme. Un costruire la federazione lgbt in modo reale ed un ricostruire noi stessi con la sintesi che deriva da una delle culle della libertà in Italia. Se Bologna sarà, sarà l’occasione di esserci con grande autorevolezza nel dibattito che sta coinvolgendo tutto il Paese. Il pride a Bologna potrebbe essere il pride della rigenerazione e la chiave di volta del nostro riposizionarci in un Paese in cui l’unica certezza è lo sfascio del sistema attuale .

Come scriveva Pietro Calamandrei “la libertà non è garanzia di isolamento egoistico,ma di espansione sociale,ciò che spinge gli uomini ad uscire dal proprio piccolo giardino per andare sulla strada a portare il proprio contributo al bene comune” . Io credo sinceramente in questa capacità di Arcigay di essere attrice di espansione sociale e del bene comune per tutte e tutti , e in questa fase drammatica, la storia, la consistenza democratica, la cultura di Bologna e del Movimento lgbt in questa città individuano a mio avviso il luogo giusto per uscire da solitudine politica e apatia .

E vengo ad un punto complesso.

ARCIGAY OGGI. Arcigay è un’ Associazione che nel tempo è cresciuta a dismisura. La sua vocazione a confrontarsi con temi e obiettivi estremamente differenti la rende unica forse in Europa, ma rappresenta oggi un traguardo sempre più difficile e ambizioso a fronte di esigenze tematiche, e penso alla Salute, che rappresentano impegno fondamentale a tutela delle persone e che necessitano spesso di maggiore capacità organizzativa ed agilità (per questo Plus può rappresentare un’importante risorsa). Arcigay è una ed unica ed è fatta da un insieme notevole di cose situazioni e persone: i soci e le socie, i Comitati, le Associazioni affiliate, le sue campagne politiche di informazione di prevenzione, le iniziative pubbliche, le strategie giudiziarie. Tutto questo ha un costo ed è possibile nella misura in cui sia reso tale da quel meccanismo di reperimento risorse che è il nostro Statuto a prevedere in modo chiaro e netto, ovvero il meccanismo di tesseramento.

I SOCI E IL TESSERAMENTO. Di Arcigay sono i soci, di Arcigay è la proprietà della tessera , a Arcigay spetta, attraverso il CN , determinare la quota tessera di sua competenza nel meccanismo di erogazione della stessa anche e primariamente attraverso quegli sportelli di tesseramento che sono le Associazioni affiliate. Questo prevede lo Statuto in modo molto semplice, e far parte di Arcigay significa aderire ai suoi principi, ai suoi obiettivi, alle sue regole. L’assenza di versamento delle quote di competenza dell’Associazione rappresenta dunque una responsabilità molto grave perché quelle quote sono proprietà di Arcigay e non di chi le trattiene. Di più… sono proprietà dei soci e delle socie a cui l’associazione si vede impedito il poter rendere servizi ,utilità, prevenzione, informazione, campagne politiche ,cause pilota, assistenza ed aiuti ai territori e finanche quei servizi e supporti alle stesse affiliate.

IL MALCOSTUME. Tutto questo non accade oggi per la prima volta ma è sempre accaduto con picchi periodici, ed individua un mal costume insopportabile. Se questa è una casa comune, chi ci sta deve usare rispetto e nulla,ma proprio nulla giustifica trattenere denaro altrui mettendo a repentaglio obiettivi che riguardano la vita di tanta gente. Questo adempimento è condizione di qualsivoglia dialogo o successiva soluzione . Chi pensa di potersi appropriare di queste risorse che non gli competono, chi pensa di trasformare il tesseramento in una fonte di guadagno, chi pensa di continuare a farlo avendolo fatto da sempre,chi pensa di provare a fare tutto questo usandolo come uno strumento di pressione per intimidire Arcigay, manca di rispetto alla gente che da noi si aspetta aiuto,iniziative e coraggio. Ho dedicato oltre un anno e mezzo a tutte le possibili mediazioni con la più ampia disponibilità. Ora il tempo è finito. Personalmente esigo prima il ripristino delle regole e della legalità, e poi possiamo discutere di qualunque cosa.  Nessuno,dico nessuno, può pensare di puntare un coltello alla gola di Arcigay dicendo poi con un sorriso che “le vuole bene”.

Esiste oltretutto una parte importante di persone e Associazioni la cui lealtà correttezza,regolarità e rispetto, impone rispetto da parte mia, della Segreteria, del Consiglio, di tutti. Esiste uno Statuto con regole chiare, un mandato congressuale netto, un indirizzo del Consiglio nazionale preciso. Sì… il tempo è finito.
Il Consiglio nazionale ha votato pochi mesi fa una riforma che unanimemente è stata definita un passaggio storico, voluta fortemente anche da chi oggi la sta violando. Mi sembra che sia questa riforma (che prevede regole ,distribuzione di risorse ed erogazione di servizi) la base su cui ragionare se necessario per poi ricominciare e procedere.
Questo vuole essere un appello severo alla buona fede ed alla correttezza ed ho fiducia che abbia sempre e comunque un senso. Ma è anche un modo molto fermo per ribadire l’assoluta serenità di fronte a certi toni, affermazioni e atteggiamenti di alcuni che dalla fine del Congresso ad oggi hanno tentato di destabilizzare il lavoro della Segreteria. Credo che questo sia semplicemente brutto e niente di più. Certe cose non hanno nulla a che vedere con la politica e tutto con l’ incapacità di farla .
Il Congresso di Perugia ha segnato una svolta in Arcigay e nessuna manovra che si confronti con lunghe storie è mai semplice. Lo sapevamo perfettamente tutti, sin dall’inizio. Personalmente il mio entusiasmo e la convinzione che un cambiamento fosse necessario rimane immutato. E così a chi cerca di contribuire alla paura e all’incertezza anziché al bene di tutti dedico serenamente il famoso, antico, detto cinese: “quello che il baco chiama la fine del mondo, il mondo lo chiama farfalla” .


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