Masculu e Fìammina di Saverio La Ruina. In dialetto calabrese, l’intima confessione di un figlio gay.

  

L’idea di base di Masculu e Fìammina di e con Saverio La Ruina, è che un uomo semplice parli con la madre. Una madre che non c’è più. Lui la va a trovare al cimitero. Si racconta a lei, le confida con pacatezza di essere omosessuale, “o masculu e fìammina cum’i chiamàvisi tu”,  l’esistenza intima che viveva e che vive.
Non l’ha mai fatto, prima. Certamente questa mamma ha intuito, ha assorbito, ha capito tutto in silenzio. Senza mai fare domande. Con infinito, amoroso rispetto. Arrivando solo a raccomandarsi, quando il figlio usciva la sera, con un tenero e protettivo “Statti attìantu”. Ora, per lui, scatta un tipico confessarsi del sud, al riparo dagli imbarazzi, dai timori di preoccupare. Forse con un piccolo indicibile dispiacere di non aver trovato prima, a tu per tu, l’occasione di aprirsi, di cercare appoggio, delicatezza.
E affiorano memorie e coscienze di momenti anche belli, nel figlio, a ripensare certi rapporti con uomini in grado di dare felicità, un benessere che però invariabilmente si rivelava effimero, perché le cose segrete nascondono mille complicazioni, destini non facili, rotture drammatiche.
Nei riguardi di quella madre, pur così affettuosa e misteriosamente comprensiva, si percepisce comunque qualche rammarico, qualche mancata armonia. Ma tutto è moderato, è fatalistico, è contemplativo. In un meridione con la neve, tra le tombe, finalmente con la sensazione d’essere liberi di dire.

Renato Palazzi su Il Sole 24 Ore scrive: Superba prova recitativa di La Ruina: in mirabile equilibrio, traccia un misuratissimo ritratto umano, fatto insieme di rimpianti e rassegnazione, e in quel legame fra madre e figlio ci mette una sua particolare dolcezza personale. Il finale […] è un piccolo colpo al cuore. 

Magda Poli su Il Corriere della Sera scrive: Saverio La Ruina in Masculu e Fìammina racconta in dialetto calabrese, bellissima la recitazione smorzata e ironica, piccoli e sapienti gesti, la vita di un uomo del sud, «un masculo a cui piacciono i masculi». 

Ecco le date per non perdere questo vero gioiello del teatro contemporaneo:

31 gennaio – 5 Febbraio

ROMA – Teatro India

12 Febbraio

PESCARA – Auditorium Petruzzi

 

18 e 19 Febbraio

SALERNO – Teatro Pasolini


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