Cosa possiamo fare grazie al tuo 5×1000?

  

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È partita la campagna per destinare il 5×1000 ad Arcigay, una sorta di gioco del Monopoli in cui al posto dei palazzi ci piacerebbe costruire i valori: libertà, uguaglianza, diritti.

(È sufficiente scrivere il codice fiscale dell’associazione 92017780377 nello spazio predisposto dell’apposita scheda allegata al modello 730, Unico o Cud al momento della dichiarazione dei redditi)Perché per noi è importante ogni singolo contributo?

La strada verso i diritti, verso la libertà e la piena uguaglianza è ancora lunga e se è vero che tanti passi in avanti sono stati fatti, è altrettanto vero che bisogna continuare a battersi anche per scongiurare la possibilità di farne qualcuno indietro.

Non ci aspettavamo infatti che oggi, nel 2017, alla luce di tutti i progressi fatti anche qui in Italia, ci fosse una galassia organizzata di persone e gruppi la cui unica volontà è quella di disseminare paura, odio e senso di frustrazione: stiamo parlando dei cosiddetti “no-gender”, quel movimento che con modalità quasi paranoiche attribuisce alla comunità e alle persone LGBTI chissà quale forma di deviazione e “corruzione” della società.

Non ci aspettavamo nemmeno che Marta dopo aver superato omofobia e discriminazioni in famiglia per essere stata “scoperta” lesbica quando aveva 15 anni, oggi dopo anni di attivismo e a 35 anni compiuti, potesse ritrovarsi ad affrontare un’omofobia organizzata e “orgogliosa”, da parte di quello stesso padre, ex-preside di scuola, che la osteggiò in casa e che ora fa parte del movimento cosiddetto “no-gender. Vent’anni dopo Marta lavora perché nessuno e nessuna debba subire quel che ha subito lei, ma si trova, come molti di noi, di fronte ad un’ondata reazionaria di un movimento sociale, culturale e politico che attivamente chiude le porte a tutte quelle attività che servirebbero invece per combattere ogni forma di bullismo, discriminazione e repressione in ambito giovanile e scolastico.

Non ci aspettavamo che si potesse tornare indietro di almeno vent’anni nella storia, eppure in molti contesti sta accadendo: le persone ancora non possono essere libere di essere se stesse, e, tranne i pochi casi di risposta illuminata e di buon senso, la scuola è spesso complice di fatto di un’ondata reazionaria che pesa sulle vite di tanti ragazzi e tante ragazze.

Andremo avanti senza paura del sessismo, dell’omofobia, della bifobia, della transfobia, dei no-gender, e saremo la voce di chi vuole farsi ascoltare, perché essere inclusivi vuol dire rendere questo pezzo di mondo un posto migliore.