Omofobia, il Parlamento Europeo adotta il rapporto Lunacek. Arcigay: “L’Europa ci dà una road map, l’Italia risponda con provvedimenti concreti”

  


Bologna, 4 febbraio 2014 – “Non solo una legge penale contro i crimini d’odio e norme per  il riconoscimento delle coppie omosessuali: la gamma di azioni che l’Europa, attraverso il rapporto Lunacek, ci chiede di mettere in campo in tema di diritti lgbti è vasta  e spazia negli ambiti più diversi, dal lavoro, alla scuola, ai servizi, al diritto d’asilo”. Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay, commenta soddisfatto l’approvazione da parte del Parlamento Europeo della relazione della deputata Ulrike Lunacek, che definisce per gli Stati membri  una roadmap per il rispetto dei diritti fondamentali delle persone Lgbti. “Un sì ad amplissima maggioranza – fa notare Romani – che incassa il sostegno, oltre che del fronte progressista, anche di parte dei popolari. Insomma i diritti delle persone lgbti in Europa non sono un tema di parte né tantomeno una guerra di bandiera o di religione. Sono piuttosto, e questo il rapporto Lunacek lo spiega perfettamente, la risposta urgente e inderogabile a quel dato registrato dalla stessa Agenzia europea e che misura nel 47% la quantità di persone lgbti in Europa che almeno una volta sono state vittime di discriminazione. Il problema è serio e la risposta che ci viene indicata attraverso la road map è giustamente complessa ed articolata. Di questa risposta fa parte anche l’importante sottolineatura al rispetto della dignità e dell’integrità delle persone transessuali: in particolare, si chiede agli  Stati membri in cui ai transessuali è richiesta la sterilizzazione (e l’Italia è fra questi) di rimuovere tale obbligo. La sollecitazione è affinché si riprenda in mano quanto prima la legge 164 per il cambio di sesso e si eliminino i vincoli odiosi che esprime, così come è previsto da diversi progetti di legge già depositati in Parlamento. La politica italiana – conclude Romani –  da sempre fanalino di coda su questi temi, da oggi non ha più alibi: la direzione dell’Europa è tracciata, ora spetta all’Italia rivendicare il proprio ruolo corrispondendo presto e concretamente agli auspici del rapporto Lunacek”.