Bene Napolitano, ma ora una figura che dica sì al matrimonio gay

  

Arcigay riconosce e ringrazia il Presidente della Repubblica uscente Giorgio Napolitano quale figura di garanzia anche delle persone lgbt. Napolitano è stato capace di socchiudere le porte della più alta istituzione repubblicana nell’espressione di vicinanza alle battaglie di uguaglianza e dignità di gay, lesbiche e trans italiani.

Già nel 1997 da Ministro dell’Interno si adoperò con impegno contro gli assassini di omosessuali.

Nel corso del suo settennato, per quanto ha potuto, si è poi espresso più volte contro l’omo-transfobia definendola “intollerabile”, ha incontrato le associazioni lgbt italiane per commemorare la “Giornata internazionale contro l’omo-transfobia” e ha premiato Arcigay Trieste per un progetto contro il bullismo antigay a scuola. Napolitano ancora, in un incontro del 2007 con l’allora premier spagnolo Zapatero, si era persino detto ottimista sulla possibilità di trovare una sintesi sulle unioni civili “anche nel dialogo con la Chiesa”.

Ora però l’Italia ha bisogno di una persona al Quirinale che spalanchi le porte delle Istituzioni ai diritti e all’uguaglianza e che sappia accogliere con favore l’ondata di laicità e di civiltà che ci arriva da Oltralpe. Il nostro paese ha bisogno di una figura di garanzia che tenga conto, ad esempio, del monito del Presidente della Corte costituzionale al Parlamento sull’urgenza di una legge che garantisca diritti doveri alle coppie omosessuali, espresso dopo il pronunciamento della Corte che ha dichiarato che i diritti alle coppie gay sono pienamente in linea con la Costituzione. Il Paese ha bisogno di un uomo o una donna capaci di dire un sì europeo all’accesso al matrimonio per le coppie dello stesso sesso.

Auspichiamo che il prossimo, o la prossima, presidente rappresenti con forza un modello di discontinuità e cambiamento rispetto all’agire politico che da troppo tempo frena questo paese. Vorremmo che il Quirinale ospitasse una persona orgogliosamente laica capace di risvegliare un senso di appartenenza comune ad un progetto di crescita del paese, nei diritti oltre che nell’economia.

Dall’altra parte non potremmo che considerare come un grave insulto l’elezione di un presidente omofobo o che abbia espresso veti alle rivendicazioni del movimento LGBT.

Le forze presenti in Parlamento, con l’elezione del Presidente della Repubblica, hanno l’occasione politica e morale di riscattarsi dopo anni di inerzia. Speriamo che sappiano coglierla.

Flavio Romani, presidente Arcigay


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