Palermo. L´attacco del cardinale alle coppie di fatto

  

Arcigay e il comitato “Esistono i diritti” temono per la sorte della norma all´Ars
LEVATA di scudi per proteggere il ddl sulle unioni civili, contestato a Capodanno anche dal cardinale Paolo Romeo. A scendere in campo sono stati ieri l´Arcigay e il comitato promotore dell´iniziativa legislativa, dall´estate incardinata in un percorso ad ostacoli verso il voto da parte dell´Ars. L´ultima critica, giunta dalla Chiesa, è stata percepita se non come un´anatema come una intromissione destinata ad avere ripercussioni sull´esito del dibattito parlamentare.
Nel suo messaggio di fine anno, durante la messa alla presenza degli amministratori della città, il cardinale Romeo ha lanciato un appello alle istituzioni «per salvaguardare il carattere sacro e di insostituibile valore dell´unione fra un uomo e una donna all´interno della famiglia». E l´Arcigay ieri è scesa in campo per criticare l´omelia. «Rispettiamo tutte le opinioni, e difenderemo sempre il diritto di tutti di esprimere la propria opinione, anche quelle di chi discrimina – si legge in una nota di Arcigay – ma la Palermo che sogniamo è più bella, più accogliente, più onesta, più laboriosa, come ha detto il cardinale, e quindi attenta ai bisogni di tutti i cittadini, indipendentemente dal fatto che siano sposati o meno, che siano o meno eterosessuali». L´associazione si dichiara stupita che sia proprio il pastore dell´Arcidiocesi palermitana a fare simili dichiarazioni. «Ci stupisce oltretutto che queste dichiarazioni vengano pronunciate in un luogo istituzionale, nello stesso Palazzo delle Aquile in cui il Consiglio comunale, coraggiosamente, negli ultimi dodici mesi ha deliberato per ben due volte contro le discriminazioni».
Lo scorso novembre il Consiglio comunale ha approvato, con un voto bipartisan, la mozione sull´istituzione del registro anagrafico delle unioni civili. Lo stesso traguardo che spera di raggiungere a palazzo dei Normanni il comitato Esistono i diritti, che ha raccolto 3 mila firme di sostenitori, già presentate al presidente dell´Ars Francesco Cascio. «Il messaggio di fine d´anno del cardinale Romeo ha schierato la Chiesa contro le unioni civili. Ancora una volta le gerarchie ecclesiastiche attaccano il principio di laicità dello Stato e censurano atti presi dalle sue istituzioni», affermano Gaetano D´Amico e Marco Trapanese del comitato Esistono i diritti, che notano adesso con disappunto il silenzio da parte di alcuni dei promotori della mozione sulle Unioni civili, tra i quali i consiglieri comunali Ferrandelli, Mangano e Munafò, e da parte delle organizzazioni del mondo lesbico-omosessuale. «Così muore la laicità dello Stato – aggiungono D´Amico e Trapanese – la campagna elettorale è iniziata e anche per i difensori dell´ultima ora delle unioni civili il voto vetero-clericale è importante». Il ddl Apprendi-Aricò sulle unioni civili, che in aula ha trovato numerosi oppositori nel Pdl ed è osteggiato da mesi dal movimento Giovane Italia, dopo una marcia a rilento in commissione ha subito l´ennesimo stop, questa volta in aula, tornando indietro in commissione Affari istituzionali, su richiesta del presidente Riccardo Minardo. «Entro il 20 tornerà a Sala d´Ercole, così ci ha assicurato il presidente – dice il deputato del Pd Pino Apprendi – non abbiamo motivo di ritenere che dalla commissione possa arrivare adesso un voto sfavorevole».
a. r.


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