La prostituzione non c’entra con i locali gay

  

Al Capo redattore Dario Crestodina
Al giornalista Paolo Berizzi
Redazione La Repubblica di Milano

Oggetto: Intervista al Questore Paolo Scarpis

Egregi,
mi è stata segnalata dall’Arcigay di Milano l’intervista al Questore di Milano pubblicata il 20 maggio 2004 sulle vostre pagine a cura di Paolo Berizzi.
Con la presente, la nostra associazione vuole cogliere l’occasione per inviare alcune precisazioni.

In primo luogo la piaga della prostituzione minorile maschile è presente, naturalmente non solo a Milano, da decenni e ha nel tempo cambiato fisionomia e luoghi. Piazza Trento è una sorta di simbolo dell’orrore, che purtroppo è resistito. Come ricorda giustamente il Questore, il problema non sono però i luoghi, quanto la capacità, oltre che di reprimere in modo deciso, quello di prevenire e aiutare.
Come Arcigay abbiamo dimostrato a Milano, e in altre città italiane, che ci vogliamo assumere la responsabilità di lavorare quotidianamente a favore di questi ragazzi al di là dei clamori momentanei e dei facili campagne stampa.
E’ per questa ragione che respingiamo con sdegno l’affermazione del giornalista Paolo Berizzi, che nell’ultima sua domanda, cita i locali gay come luogo di prostituzione minorile.
Anche in questo caso le generalizzazioni provocano nell’opinione pubblica confusioni pericolose, che mettono sullo stesso piano i Circoli ricreativi affiliati all’Arcigay a iniziative private, che a volte possono nascondere interessi delinquenziali.

In strada di notte

In strada di notte

Nei nostri 11 Circoli ricreativi milanesi, frequentati da migliaia di gay, e in tutti quelli presenti sul territorio nazionale, vige un sistema di tesseramento elettronico che inibisce l’entrata a tutte le persone che non abbiano compiuto il 18° anno d’età. Questo sistema, in vigore ormai da alcuni anni, vuole garantire tutela e serenità per tutti i nostri soci, respingere tutte le persone malintenzionate e che sono incompatibili con la nostra mission: essere un’organizzazione al servizio della comunità gay.
La nostra storia, il lavoro che svolgiamo dimostrano nei fatti che non vi possono essere fraintendimenti: l’Arcigay combatte con decisione ogni forma di sfruttamento sessuale ai danni dei minori.
Infine, vogliamo inoltre rilevare che abbiamo sempre intrattenuto rapporti collaborativi con le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie, che abbiamo sempre invitato a un controllo puntuale su tutte le attività ricreative rivolte alla comunità omosessuale; questo permette di sgominare traffici illeciti, interrompere flussi migratori a scopo di prostituzione, individuare chi lucra sulla violazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti.

Aurelio Mancuso
Segretario nazionale Arcigay

Ecco l’intervista di PAOLO BERIZZI al Questore di Milano su "La Repubblica" del 20 maggio ’04

Scarpis: in piazza Trento manderemo più polizia
Il questore: serve un patto per aiutare i bimbi schiavi. "I bambini romeni sono in aumento, spesso gli aguzzini sono i genitori". La solidarietà. I ragazzini costretti a prostituirsi vanno rieducati. Nella maggior parte dei casi fuggono dalle comunità. La soluzione: non serve militarizzare la città. Il punto è un altro: bisogna intervenire sui clienti, coglierli in flagrante

Una cosa è certa, dice: piazza Trento possiamo anche militarizzarla, ma non è così che risolviamo il problema. Il punto è un altro: intervenire sui clienti. Duramente. «Non è facile, ma cercheremo di coglierli in flagrante, sul posto, quando sono in macchina con questi ragazzini. Però bisogna mettersi in testa che non è solo questione di repressione: per sconfiggere il fenomeno della prostituzione minorile ci vuole molto altro».

Questore Paolo Scarpis: cos´altro occorre?
«Questi ragazzini bisogna rieducarli. Io faccio il poliziotto e applico la legge. Altri devono occuparsi del cosiddetto supporto. Rieducazione, reinserimento».

Spieghi meglio.
«Noi li portiamo in case di accoglienza lontane anche centinaia di chilometri da Milano. Poi loro che fanno? Scappano. E ritornano sulla strada».
Dopo la retata della polizia, dopo gli arresti degli aguzzini romeni, lunedì notte in piazza Trento era tutto come prima. Come sempre. Ragazzini in vendita, clienti pronti a caricarli in auto. Un 14enne montenegrino ci ha raccontato: ho un protettore, mi vendono per 120 euro a notte.
«Purtroppo un´operazione di polizia giudiziaria può cambiare poco. Sappiamo bene che in quel luogo ragazzi giovani e meno giovani continuano a prostituirsi. Stiamo andando avanti con le indagini. Altre operazioni ci saranno».

La gente, adesso più che mai, vorrebbe più polizia in quella piazza.
«Ci siamo, ci saremo ancora di più. Lì e anche in altri posti dove questi minorenni fanno la vita. Facciamo prevenzione, ma non possiamo blindare piazza Trento».

Perché no?
«Non faremmo altro che spostare il "giro" in una via vicina».

E allora che fare?
«Dobbiamo colpire i clienti. La legge c´è e parla chiaro: chi viene trovato in compagnia di un minore rischia fino a 10 anni di carcere».

Perché non viene sufficientemente applicata?
«Non è facile cogliere un cliente sul fatto. Comunque il nostro impegno adesso andrà proprio in questa direzione».

In piazza Trento, o al cimitero maggiore, ci sono ragazzi di 14 o 15 anni che apparentemente ne dimostrano molti di più. Soprattutto i brasiliani.
«Infatti. E questo non ci aiuta».

Perché?
«Stare con un bambino di 10 anni o un ragazzo di 17, penalmente, è la stessa cosa. Ma molti di questi baby prostituti hanno effettivamente un aspetto che può trarre in inganno».

Arresti e controlli: di fronte alla vergogna di piazza Trento l´opinione pubblica invoca la linea dura. Tolleranza zero.
«Questo fenomeno non si spazza via solo con arresti e controlli. La polizia è l´ultimo anello della catena. È un grosso problema morale».

Grosso problema morale?
«Davvero terrificante è la squallida legge della domanda e dell´offerta. Il mercato sessuale dei bambini è una cosa che scandalizza e deve continuare a scandalizzare».

Milano ha scoperto una nuova piaga. O forse la piaga c´è sempre stata ma si faceva finta di non vederla.
«Che piazza Trento sia il tempio della prostituzione maschile non è una novità. Ma ultimamente c´è stata questa ondata di romeni giovanissimi…».

Chi sono i loro aguzzini?
«Spesso gli stessi genitori».

I femminielli si prostituiscono in strada ma anche nei locali gay, nei cinema a luci rosse, nei parchi.
«I cinema sono ormai cosa passata. E sui parchi sarei molto prudente: i parchi milanesi non sono più quelli di 15 anni fa, ricorda il parco Lambro? Di giorno sono frequentatissimi, di notte sono chiusi».

Il volontariato si sta molto impegnando per combattere la prostituzione minorile. C´è l´unità di strada dell´Arcigay, ci sono molte associazioni religiose e non. Il tribunale dei minori.
«È vero. Ed è molto importante. Dobbiamo unire le forze. Questi milanesi che vanno a caccia di bambini sono indegni. È un problema di coscienza che ci deve coinvolgere tutti quanti».


Da "La Repubblica" del 18.05.04 – ARTICOLO SULL’UNITA’ DI STRADA ARCIGAY
"Così aiutiamo quei ragazzini"

Lui è uno dei pochi che li conosce da vicino. Che ogni notte registra il loro dramma e le loro paure. Che li educa all´uso del preservativo e gli insegna i rischi dell´Aids. Lui è uno di cui adesso, dopo tanto tempo, dopo tanta fatica, loro si fidano. «Ma non scriva il mio nome, sennò magari tornano diffidenti». Franco, lo chiamiamo così, è un volontario dell´unità di strada dell´Arci gay. «Ogni notte andiamo in piazza Trento – racconta – Facciamo prevenzione per l´Aids. Distribuiamo a questi ragazzi opuscoli scritti nella loro lingua e anche profilattici». Sono un centinaio i giovani prostituti che affollano le vie intorno a questa piazza segnalata su molte guide gay. «Ogni etnia ha la sua fetta di piazza. Ultimamente c´è stata un´invasione di slavi, soprattutto montenegrini. Si vendono per pochissimo. In auto, oppure in casa o in albergo. O nei cinema. In media – racconta Franco – l´uso del preservativo è abbastanza diffuso. Ma c´è ancora molto lavoro da fare. E la polizia deve continuare ad arrestare i loro sfruttatori».


Un piano per i bambini schiavi
di CATERINA PASOLINI
Il questore: "Abbiamo scoperto una realtà indegna"

Un vertice tra Comune, prefettura, magistrati e poliziotti. Più agenti nelle strade e più assistenza per i minorenni
È la risposta agli arresti della banda dei romeni che obbligavano i piccoli a prostituirsi in piazza Trento
Bruno Ferrante: "È un fenomeno in crescita" Gli adulti rischiano condanne a 10 anni
L´assessore Maiolo: "L´affido familiare, una possibilità in più per salvarli"

Più agenti in borghese nelle vie e nelle piazze dove la sera, per cinquanta euro, adolescenti e bambini vengono venduti e comprati come giocattoli sessuali. Ragazzini di dieci, dodici anni arrivati dell´Est, spesso senza famiglia e con gli sfruttatori come unico referente, in una città che li usa la notte come baby prostituti e poi li dimentica.

Più agenti nelle strade e, al più presto, un vertice in prefettura con questore e carabinieri, Comune e magistrati dedicato ai minori stranieri abbandonati e sfruttati. Così il piano di azione all´indomani dell´indagine della squadra mobile che ha portato sei uomini in carcere perché accusati di obbligare dei bambini a prostituirsi. Una realtà «indegna di una città civile come Milano», dice il questore Paolo Scarpis.

«Una realtà preoccupante e in crescita, un problema complesso che seguiamo da mesi e che negli ultimi tempi vede sempre più spesso piccoli romeni coinvolti», sottolinea il prefetto Bruno Ferrante, che coordina il tavolo di lavoro dedicato al problema dei minori stranieri che vengono costretti a chiedere l´elemosina, a rubare o a vendersi. «Vogliamo organizzare al meglio la repressione per fermare chi sfrutta i bambini e coordinarci per l´assistenza ai piccoli. I loro protettori li sfruttano, ma il problema è anche quello degli italiani che li usano e approfittano della loro povertà, lasciando segni che questi bambini porteranno per anni».

Tutti sono consapevoli ormai che è un problema complesso quello dei minori stranieri senza famiglia che nella nostra città vivono spesso in fabbriche abbandonate e, nella migliore delle ipotesi, vengono obbligati a chiedere l´elemosina quando non sono usati come borseggiatori, bambini e ragazzine da marciapiede.

«Metteremo più agenti nelle strade e i clienti, spesso padri di famiglia che ufficialmente appaiono integerrimi, tutto lavoro e famiglia, farebbero bene a stare attenti», dice Scarpis. E aggiunge: «Voglio ricordare che le pene per coloro che hanno rapporti sessuali con ragazzini arrivano fino a dieci anni di carcere».

Bambini e minori, che difficilmente denunciano i loro sfruttatori, sentono sulle loro spalle, come hanno dimostrato alcune telefonate registrate durante questa inchiesta, il compito di portare soldi a casa e di aiutare la famiglia che spesso è rimasta in Romania. È un impegno che assolvono senza discutere, scappando dalle comunità per tornare a borseggiare o a prostituirsi.

«Quando il tribunale dei minori ce li affida li portiamo in comunità segrete, perché i loro aguzzini e protettori non li trovino, ma questi bambini cercano sempre di fuggire e tornano dai loro protettori», dice l´assessore ai servizi sociali Tiziana Maiolo. «Non vogliono stare in istituto e raramente approfittano della legge che dà il permesso di soggiorno a chi denuncia lo sfruttatore», aggiunge Maiolo. «Non sono molto ottimista – conclude l´assessore – ma forse nell´affido familiare ci sarebbe qualche opportunità in più per salvare questi bambini dal marciapiede».


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