La Francia punisce gli omofobi con il carcere

  

Da ANSA del 23.06.04
FRANCIA: DAI MINISTRI SI’ A PROPOSTA LEGGE CONTRO OMOFOBIA. CHIRAC, BASTA ALL’ODIO E ALLA VIOLENZA SESSISTA

(ANSA) – PARIGI, 23 GIU – Il consiglio dei Ministri francese dice ‘si” alla proposta di legge che metta al bando il sessismo e l’omofobia. Chi osera’ ancora insultare gay e lesbiche rischia un anno di carcere e 45.000 euro di multa.
Questa nuova legge, in realta’ un inasprimento di quella gia’ esistente dal 1881, dovra’ essere ”applicata con il piu’ grande vigore e vigilanza possibili”, ha affermato Chirac. ”E’ arrivato il momento di dare un taglio a quest’ondata di odio e violenza sessista”.
La discriminazione contro le ”minoranze sessuali” e’ una piaga sempre piu’ allarmante in Francia, che cresce in parallelo ad un trend non meno vistoso: l’antisemitismo e l’islamofobia.
Pur non essendo particolarmente sensibile alla condizione degli omosessuali, il governo di centro-destra capeggiato da Jean-Pierre Raffarin ha deciso un giro di vite che prevede severe sanzioni: i tribunali potranno infatti infliggere fino a un anno di carcere e a 45.000 euro di multa contro chi si
permette di insultare gay e lesbiche.
Un decreto ”essenziale, simbolo di uguaglianza, rispetto e protezione dei cittadini”, ha sottolineato oggi il presidente della Repubblica, Jacques Chirac.
Di parere nettamente contrario si dichiara invece la Federazione nazionale della stampa francese (FNPF) che giudica la proposta di legge ”un testo inutile e pericoloso”. ”Le diffamazioni e ingiurie a discapito degli omosessuali sono punite a livello sia civile che penale da una legge in vigore
gia’ dal 1881” ha sottolineato Xavier Ellie, presidente dell’associazione.
Un decreto che, secondo lui, restringendo la liberta’ di espressione potrebbe compromettere anche ”la liberta’ di stampa e di informazione”. ”Saremo costretti a ricorrere all’auto censura”.
La messa al bando dell’omofobia, rappresenta invece per le numerosissime associazioni gay presenti in Francia una prima e importante vittoria. La lotta contro la discriminazione sessuale sara’ l’asse portante dell’imponente ”marcia dell’orgoglio lesbico, gay, bi e trans” (fino all’anno scorso chiamata Gay Pride) prevista sabato prossimo a Parigi.
Il problema della tolleranza nei confronti delle ”minoranze sessuali” e’ ritornato in modo prepotente alla ribalta in Francia nelle ultime settimane, in seguito a due eventi in particolare: la violenta aggressione del 19 maggio a Marmande ai danni di un tranquillo impiegato statale gay picchiato da tre giovani al grido di ”Sale pede!”, sporco pederasta, e le controverse nozze di una coppia omosessuale – le prime in assoluto nell’Esagono – celebrate sabato scorso dal leader dei Verdi Noel Mamere nella sua veste di sindaco di Begles.


Da AGI del 23.06.04
Omofobia: Parigi approva Ddl, carcere a chi insulta

Il Consiglio dei ministri del governo francese ha approvato l’annunciato disegno di legge che prevede punizioni severe per dichiarazioni che offendano gli omosessuali. La proposta legislativa, se passera’ in Parlamento, punira’ con un anno di reclusione e una multa di 45mila euro qualsiasi "incitamento alla discriminazione, all’odio o alla violenza in base a prediudizi di sesso o di orientamento sessuale". Uno degli aspetti innovativi del ddl e’ che per la prima volta la discriminazione in base all’orientamento sessuale e’ considerata alla stregua di quella razziale. Il presidente Jacques Chirac ha sottolineato che intenzione del legislatore e’ "di porre un argine a questi atti di discriminazione molto gravi". Il ministro delle Giustizia, Dominique Perben, ha aggiunto che la proposta di legge, che il premier Jean-Pierre Raffarin aveva promesso da tempo, deve molto alla vicenda di Sebastian Nouchet, un omosessuale di Noeux-les-Mines, nel nord della Francia, cui sconosciuti tentarono di dargli fuoco in casa. "In un certo senso la si potrebbe chiamare legge Nochet", ha detto il Guardasigilli. –


Da "La Repubblica" del 24.06.04
Parigi, omofobia punita col carcere
Una legge avanzata per l´Europa

PARIGI – Il Consiglio dei ministri del governo francese ha approvato il disegno di legge contro il sessismo e l´omofobia che prevede fino ad un anno di carcere e 45.000 euro di multa per qualsiasi «incitamento alla discriminazione, all´odio o alla violenza in base a pregiudizi di sesso o di orientamento sessuale». La Francia diventa così, insieme alla Svezia, l´unico paese Ue ad aver adottato una legge specifica contro l´omofobia. Il premier francese Jean-Pierre Raffarin, che aveva promesso da tempo un inasprimento della legge in vigore dal 1881, aveva ribadito il suo impegno lo scorso febbraio quando un omosessuale trentacinquenne, Sebastian Nouchet, è finito in coma dopo essere stato aggredito e dato alle fiamme da sconosciuti.


Da "Il Corriere della Sera" del 22.06.04 di Stefano Montefiori
Sei mesi di prigione a chi insulta un gay
Il premier francese Raffarin contro le «dichiarazioni discriminatorie in base al sesso». Le associazioni civili protestano: «E’ opportunismo elettorale»

Parigi

Parigi

Pédés au bûcher , «omosessuali al rogo », stava scritto sui cartelli esibiti dai seguaci di Le Pen durante le manifestazioni contro le Pacs, le unioni civili francesi, e i poliziotti non potevano che stare a guardare. Domattina alle 10, mantenendo una ormai vecchia promessa, il premier Jean-Pierre Raffarin presenterà in Consiglio dei ministri un progetto di legge contro «le dichiarazioni discriminatorie sulla base del sesso o dell’orientamento sessuale». A norma approvata (non prima della fine dell’anno), uno slogan che istiga alla violenza contro gli omosessuali costerà al suo autore un anno di prigione e 45 mila euro di multa. Una semplice ingiuria omofoba sarà punita con sei mesi di carcere e 22 mila 500 euro di multa.

A sei anni dal «militantismo filo-omosessuale» denunciato da Bernadette Chirac, e solo poche settimane dopo la condanna del matrimonio gay celebrato a Bègles dal sindaco verde Noël Mamère, Raffarin si muove a tutela degli omosessuali. Giovedì mattina, alle 8.30, il premier offrirà poi a Matignon una colazione ai rappresentanti delle associazioni – che in futuro potranno costituirsi parti civili – per esporre i contenuti del progetto. Un’apertura a lungo attesa, per la quale Raffarin non può però aspettarsi grande riconoscenza. Molti dubbi – a destra e a sinistra, tra gay e non – circondano la sua iniziativa. Prima di tutto, il sospetto di opportunismo elettorale. La strada venne aperta nell’aprile 2002 dall’allora candidato presidenziale Jacques Chirac in una celebre intervista alla rivista omosessuale Têtu : «Occorre allargare all’omofobia le sanzioni già previste contro il razzismo». Dopo l’elezione, più nulla. Si riparla del progetto di legge solo prima delle ultime elezioni europee, quando Raffarin cerca di riconquistare al centrodestra qualche voto tra l’elettorato omosessuale (le stime, naturalmente imprecise, indicano tra mezzo milione e due milioni di persone in Francia). Così al «Gay pride» di sabato prossimo gay, lesbiche, bisessuali e transessuali hanno già deciso di sfilare sotto la parola d’ordine «Basta ipocrisia, uguaglianza adesso». «Il progetto di legge di Raffarin è stato annunciato più volte, poi dimenticato, poi estratto di nuovo dal cappello prima delle elezioni – dice Alain Piriou, portavoce del coordinamento Inter-Lgbt -. Manca un calendario credibile». E poi, dicono i critici, il governo Raffarin prima rifiuta il matrimonio gay ammettendo una diseguaglianza dei diritti fondata sulla sessualità, poi mette in piedi un arsenale giuridico per reprimere una discriminazione che lui stesso contribuisce a perpetuare.

Molti parlamentari dell’Ump, il partito di maggioranza, non condividono lo slancio del premier. E anche a sinistra, dove sia il leader socialista Hollande sia il «grande vecchio» Jospin condannano il matrimonio gay, ci sono perplessità. Anche perché secondo l’avvocato parigino Cristophe Bigot, specialista in diritto della stampa, la proposta Raffarin rischia di porre seri limiti alla libertà di espressione: Jospin che critica le nozze omosessuali potrebbe essere accusato di «dichiarazioni discriminatorie» e perseguito. Per non parlare del comico Laurent Gerra, che rischierebbe sei mesi di galera ogni volta che dice Notre Dame de Paris alludendo al sindaco omosessuale della capitale, Bertrand Delanoë.

Una mossa problematica, quindi, ma che ha almeno il merito di estendere all’orientamento sessuale le stesse tutele già previste per etnia e religione, scongiurando le accuse di comunitarismo e di «potere lobbystico» alla comunità gay. In Italia esistono varie proposte simili, che integrano la legge Mancino del 1993 contro la discriminazione razziale e religiosa. Sono state presentate da parlamentari di sinistra come Vendola e Grillini, ma anche di centrodestra come Antonio Gentile. Comunque, giacciono dimenticate da anni.


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