CL e i PACS

  

Oggi (21 agosto 2006 n.d.r.) si parlerà di Pacs, Patto Civile di Solidarietà (attualmente PDL n 33 alla Camera), al Meeting di Rimini di CL. Sarebbe stato utile, tenuto conto della retorica sul “dialogo” che impazza in questi giorni, che almeno qualche firmatario della legge in questione fosse invitato a discuterne, se non proprio il primo firmatario. Ma tant’è.

Sta di fatto che nemmeno CL può ignorare che milioni di italiani, gay e non, vivono in una famiglia diversa da quella tradizionale. Anzi, come ci dicono i dato ufficiali dell’istat, meno della metà degli italiani vive in un nucleo familiare regolarmente sposato composto da uomo e donna.

C’è chi parla di grave crisi della famiglia. Personalmente preferisco parlare di grande trasformazione delle relazioni affettive e di vita tra le persone, trasformazione che il cattolicesimo ufficiale non comprende e che combatte fieramente, soprattutto nelle proposte come il Pacs che, con grandissima moderazione, intendono dare sistemazione giuridica alle persone conviventi che non vogliono o non possono sposarsi.

La questione è semplice: ci sono 4 forse 5 milioni di persone in Italia che convivono. Si tratta di coppie gay e lesbiche, di coppie eterosessuali o di coppie di persone che a vario titolo decidono di costruire una vita in comune. Sono queste persone che decidono, a partire dalla loro soggettività, se il loro nucleo è famiglia o no, non certo CL o lo Stato o chicchessia.

In 13 paesi europei il pluralismo giuridico delle forme familiari è realtà da anni e ha prodotto solo dinamiche positive smentendo previsioni apocalittiche sulla tenuta della società.

Sarebbe bene quindi che nella discussione si parlasse di meno di “principi” astratti e di più di persone concrete e della loro vita concreta. Che si riconoscesse che esistono le “persone” omosessuali che non si nascondono più e che rivendicano a viso aperto in Italia quei diritti affermati da tempo nel resto dell’Europa.

E’ così difficile anche per CL pensare di riconoscere il diritto di accesso all’ospedale se il compagno è malato? Il diritto di ereditare i beni del compagno in caso di decesso dopo una vita convissuta? Il diritto di rimanere nell’abitazione di una vita? Solo per fare alcuni esempi. E perché tutto ciò dovrebbe danneggiare la famiglia tradizionale?

Siete capaci di rispondere a queste domande senza fare propaganda integralista?

Franco Grillini
Deputato Ulivo
Presidente Onorario Arcigay


Da "www.repubblica.it" – 21.08.06

La senatrice della Margherita al Meeting di Cl accolta anche dai fischi. "Le unioni civili non sono al’ordine del giorno nel programma di governo"

Pacs, Binetti: "Non si faranno"

Cdl applaude, scontro nel’Unione. Bocchino (An): "Modello da imitare". Pecoraro Scanio: "Non decide lei"

Paola Binetti (Ulivo)

Paola Binetti (Ulivo)

RIMINI – Paola Binetti, senatrice cattolica del’Unione, va al Meeting di Comunione e Liberazione a dire che i "Pacs non sono al’ordine del giorno nel programma di governo". E con queste parole trova immediati fans nella Cdl, ma scatena una dura polemica nel centrosinistra.

La parlamentare della Margherita spiega davanti al parterre ciellino: "I Pacs non sono al’ordine del giorno per ‘attuale governo: non ‘erano nel programma e non si faranno, anche nonostante le affermazioni rese a titolo assolutamente personale da parte di alcuni ministri e di esponenti della maggioranza".

E, nonostante a Rimini la Binetti raccolga anche qualche fischio di chi le urla "Venduta" e "Giuda", immediato scatta ‘applauso della Cdl. Da An Italo Bocchino invita i ministri del governo Prodi a "prendere a modello le parole della Binetti", mentre Luca Volontè (Udc) ribadisce il no assoluto ai Pacs. "Se invece di parlare di libertà di educazione e di pensare ad aiuti alla famiglia – dice, raccogliendo ‘applauso della platea di Cl – la politica parla solo di Pacs, allora lasocietà italiana è fi-ni-ta!".

Ovviamente di diverso avviso i laici del centrosinistra, che i Pacs non solo li vogliono, ma sono perfettamente convinti che nel programma del’Unione ci siano. "’Unione farà la legge sulle coppie di fatto, la Binetti si rassegni", tuona il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, secondo cui "non è la Binetti a dettare la linea del’Unione. Il riconoscimento delle coppie e delle unioni di fatto è nel programma della coalizione".

Duro anche il leader dei Radicali Daniele Capezzone, secondo cui "i Pacs sono già nella coscienza del paese, che è molto più maturo dei suoi rappresentanti politici", e conferma che da settembre "ripartirà la battaglia per ottenere una calendarizzazione parlamentare delle proposte di legge già presentate in materia".

E se le dichiarazioni incassano ‘apprezzamento del leader del’Udeur Clemente Mastella, il deputato diessino, nonchè presidente onorario di Arcigay, Franco Grillini spiega che "nemmeno Cl può ignorare che milioni di italiani, gay e non, vivono in una famiglia diversa da quella tradizionale".


Rosy Bindi (Ulivo), Ministro della Famiglia

Rosy Bindi (Ulivo), Ministro della Famiglia

La risposta del Ministro della Famiglia, Rosy Bindi

I Pacs, come dice Paola Binetti, "non si faranno mai" perché "nel programma del’Unione non esistono". Ma nello stesso programma "è previsto il risconoscimento dei diritti delle persone che fanno parte delle coppie di fatto. Perché non vogliamo discriminare le persone in base al loro stile di vita".

Rosy Bindi, in u’intervista al "Corriere della Sera", spiega così la linea del governo Prodi, dopo i fischi dei ciellini alla parlamentare della Margherita. Fischi che il ministro della Famiglia non esita a definire "intolleranti".

Bindi respinge le accuse di chi vede i cattolici del centrosinistra schiacciati dalla componente laica del’alleanza: "I cattaolici nel’Unione sono a loro agio. Sono abituati ad assumersi le loro responsabilità e a servire i valori del Vangelo assumendo i problemi delle persone nel tempo in cui vivono e non strumentalizzando i valori cattolici. Facciamo fatica a mediare, ma poi abbiamo trovato un incontro sui punti sensibili, come dimostra la vicenda delle cellule staminali". Vicenda su cui Franco Marini, che si è detto "non pienamente soddisfatto", secondo Bindi "sbaglia, perché è stato raggiunto un buon accordo".


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