A Brescia in migliaia per le lesbiche minacciate

  

Brescia – La carica viola delle donne di Arcilesbica entra correndo e gridando in piazza della Loggia alle cinque in punto. Davanti a tutte Doriana e la sua compagna Marcella, le ragazze di Mazzano che hanno subito e continuano a subire minacce e intimidazioni firmate con la svastica. La manifestazione di Brescia contro la violenza sulle donne – 10 mila persone per gli organizzatori, appena 600 per la questura – ha portato in piazza tutta la sinistra democratica cittadina dietro lo striscione «Con Doriana e Marcella, basta violenza alle donne». Con u’assenza di spicco, quella del sindaco Ds Paolo Corsini, che sul’omosessualità e le coppie di fatto ha una posizione diversa da quella del suo schieramento, tanto che in consiglio comunale ha votato contro i Pacs (ma la mozione è passata perché la destra non ha votato).

In prima fila marcia una distinta signora dai capelli bianchi, che regge un cartello del’Agedo (Associazione dei genitori di omosessuali), in convegno a Milano nelle stesse ore: «Ho creduto più importante essere qui – afferma – perché è ora di dire basta alle violenze sulle donne ma soprattutto perché è un fatto epocale che a Brescia delle mamme di omosessuali sfilino in corteo. Il velo dobbiamo toglierlo noi, non i musulmani».

In testa al corteo ‘è Aurelio Mancuso, segretario nazionale del’Arcigay, tra i promotori della manifestazione con Arcilesbica, il circolo Orlando di Brescia e Arcilesbica Zami di Milano: «Qui – avverte – ‘è anche un rappresentante del sindaco di Bari, dove ‘altra sera, fuori da una discoteca, ‘è consumata ‘ennesima aggressione contro un ragazzo gay. Serve una legislazione che estenda al’orientamento sessuale i reati di odio previsti dalla legge Mancino. Sappiamo che non è solo questione di repressione ma è anche vero che gay, lesbiche e transessuali non sono tutelati, nelle scuole il bullismo colpisce moltissimo i ragazzi omosessuali, così come la violenza in casa. Alla Margherita, da credente, dico: do’è la vostra carità cristiana?».

Maria spinge un passeggino, il bimbo è uno dei suoi sei nipoti: «Sono qui – dice – per i bambini e le bambine che devono crescere. Bisogna fare qualcosa, basta con questa violenza». Poco indietro lo striscione della Cgil invita a «rompere il silenzio»: «Non vedo come non potremmo essere qui – afferma il segretario Dino Greco – noi avvertiamo che in questi fenomeni che si diffondono ‘è una regressione culturale più profonda di quella politica. Si rischia una balcanizzazione della società basata sulla violenza contro i diversi». Dello stesso avviso il segretario cittadino di Rifondazione, Osvaldo Squassina, che stigmatizza ‘assenza del sindaco: «Da buon chierichetto – sogghigna – si è nascosto dietro un dito, rifiutando il patrocinio a questa civile manifestazione e perdendo ancora una volta ‘occasione di stare dalla parte del giusto. Qui ci sono tantissimi cattolici che conosco personalmente, scesi in piazza a difendere la libertà di scelta di ciascuno nel rispetto della libertà di tutti».

Tommaso Gallia, segretario della Sinistra giovanile, sfila con la bandiera rossa: «Il sindaco – commenta – ha una sua posizione personale ma qui si parla di diritti e solidarietà, è una questione politica». Cristina Gramolini, segretaria nazionale di Arcilesbica, è contenta della partecipazione: «’ andata bene – dice – ma vorrei dire ai cittadini e alle cittadine di Brescia che quelli che picchiano le lesbiche sono gli stessi che picchiano le mogli, che uccidono le fidanzate quando li lasciano. Ma sono finiti i tempi della paura, Doriana e Marcella ne sono un esempio. Ci manca solo che le istituzioni smettano di essere sorde». Vicino a lei sfilano i deputati Franco Grillini (Ds) e Maurizio Zipponi (Prc).

Il corteo passa nelle strade dello «struscio», tra vetrine scintillanti, mercatini di Natale e qualche mugugno represso. Quando Doriana, in piazza della Loggia, prende la parola dal palco, scoppia un applauso infinito. Lei è emozionata, ma soprattutto «felice di non essere più invisibile».


  •