Roma Caput Gay Mundi

  

Roma – Un lungo applauso ha concluso 'incontro a Roma voluto dai firmatari di “Diversi ma non divisi”, l’Appello per un solo Pride. Un entusiasmo che ha suggellato quella che per molti è più di una speranza: l’inizio di un nuovo cammino unitario per il movimento glbtq italiano.

In piazza!

In piazza!

Aleggiava l’atmosfera degli Stati Generali, quando ci furono delle vere e proprie spaccature, ma era inevitabile, visto il richiamo ad essi, sia nel testo dell’appello, sia nelle parole con cui i firmatari moderatori, Gianni Rossi Barilli e Daniela Danna, hanno aperto i lavori. Aleggiava quell’atmosfera anche o forse soprattutto perché le associazioni che hanno risposto all’appello erano, tranne qualche assenza, le stesse che si erano confrontate apertamente e duramente lo scorso 30 settembre a Roma. La voglia, finora taciuta ma percepibile, di superare lo scontro era tanta, soprattutto dopo aver constatato quanto la divisione interna del movimento giovi ai nostri oppositori ed alla stampa nazionale, sempre pronta a metter zizzania anche nei momenti di tregua silenziosa. Con un tempismo perfetto infatti il Corriere della Sera pubblicava oggi un dileggiante articolo, proprio sul difficile dibattito sulla scelta della città sede del prossimo pride 2007.

Ma né il ricordo degli Stati Generali né l’insidioso articolo del Corsera hanno abbassato il morale dei partecipanti. Anzi, dei primi è stato riconosciuto il merito di aver fatto emergere un malumore, che se ulteriormente ignorato avrebbe potuto far implodere il movimento, ed il secondo ha prodotto l’effetto contrario di stimolare un motto orgoglio di tutti i militanti: unirsi e dimostrare la forza del movimento.

Un richiamo fatto già nel primo intervento di Sergio Lo Giudice ed in quelli successivi di Imma Battaglia, già instancabile sostenitrice dell’unità del movimento sin dalla scorsa campagna elettorale, e Rossana Praitano, che sostiene che ogni singola iniziativa elevata a carattere unitario e nazionale non possa che portare giovamento a tutti i gay le lesbiche e le persone transuessiali italiane. Condivisione generale anche sull’analisi, fatta a più riprese da molti, del momento storico che il movimento glbt si trova a vivere: un Governo votato come amico ma che si sta dimostrando “indegno” di rappresentarci e gran parte della classe politica arretrata ed incapace di adeguarsi ad una società molto meno “sensibile” di quanto ci vogliano far credere, sui temi etici.

Un presente a cui Aurelio Mancuso invita a reagire aprendo il “conflitto sociale”, non con la società ma nella società: coinvolgere l’opinione pubblica, informarla sulle vera natura delle nostre richieste, u'informazione che eviti la retorica mistificatrice tipica dei partiti neodemocristiani e della gerarchia cattolica. Invita poi ad intitolare il 2007 l’“Anno di mobilitazioni del movimento Lgbt italiano” con una serie di manifestazioni, sit in e fiaccolate su tutto il territorio nazionale, da qui alla fine dell’anno, per far sentire la voce di una comunità stanca di essere considerata imbarazzante e stanca di essere presa in giro dalla politica. Imma Battaglia, entusiasta, accoglie la proposta e con richiamo al già condiviso spirito unitario chiede che tutte le associazioni, locali e nazionali, collaborino all’organizzazione anche dei più piccoli eventi di protesta affinché abbiano un carattere nazionale e quindi una partecipazione più consistente. Rossana Praitano, su questa scia, presenta la proposta già in cantiere di una fiaccolata notturna e silenziosa sotto i palazzi del potere, a fine gennaio quando sarà palese l’ennesima presa per i fondelli del Governo, è quasi certo infatti che non saranno in grado di rispettare l’impegno preso per il 31 gennaio. Anche Facciamo Breccia, rappresentata da Renato Busarello e Marco Geremia di Antagonismo Gay e da Porpora Marcasciano e Graziella Bertozzo, è disponibile a partecipare a tutte le manifestazioni unitarie purché costruite su una piattaforma condivisa anche solo in parte da tutti e purchè non ledano ad altre manifestazioni già programmate.

LA QUESTIONE DI DOVE SVOLGERE IL GAY PRIDE 2007

Il coordinamento anticlericale e Leyla Dayanis, di Arcitrans Libellula, sono i primi a dichiarare la loro scelta per il prossimo pride, Roma. Giartosio, tra i firmatari dell’appello, a questo punto invita anche le altre associazioni ad esprimere le proprie preferenze e la presidente di Dì Gay Project è tra le prima a fare un passo indietro su Roma, purché sia comunque prevista una grande manifestazione più prettamente politica nella Capitale, in primavera. Dopo inevitabili ma costruttivi momenti di incomprensione tra chi rimaneva fermo sulle proprie posizioni, quando ormai la disponibilità della sala offerta dalla CGIL Roma-Lazio stava per terminare, Sergio Lo Giudice, che in silenzio si era adoperato come mediatore, propone una soluzione non tanto scontata: Roma sarà vera protagonista di quest’anno di mobilitazioni con una grande manifestazione nazionale il 10 Marzo sul tema delle unioni civili e con il Pride nazionale unitario 2007 previsto per il 9 Giugno. Bologna ospiterà invece il Pride nazionale del 2008.

Quel lungo, liberatorio e a tratti commosso applauso, ha sancito l’unanime approvazione di questa proposta e non sono pochi quelli che hanno commentano come “giornata storica” per il movimento glbtq italiano. Si annuncia quindi un anno di mobilitazioni caldo ed intenso per il nostro movimento che finalmente si sta dimostrando capace di mettere da parte diffidenze e vecchi rancori per scendere in campo unito, come movimento politico a se stante e finalmente fuori dalle logiche di partito.


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