Manifestiamo per un’Italia moderna, civile e plurale

  

"Non sono in gioco solo i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender, né solo i diritti e il valore sociale delle nuove famiglie etero ed omosessuali. È in gioco l’identità culturale dell’Italia: rimanere un paese ancorato ad un tradizionalismo che esclude, o volare verso una modernità civile, fondata sul riconoscimento dei diritti delle persone, sull’autodeterminazione di ognuno e ognuna, su una pluralità di colori, di vite, di relazioni sociali”.

Così il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, spiega il senso della manifestazione “Diritti Ora!”, alla vigilia dell’appuntamento in piazza Farnese, alle ore 15:00 di domani pomeriggio.

“Come avvenne al movimento delle donne all’inizio degli anni settanta con la grande battaglia civile per il divorzio — continua Lo Giudice – il movimento che domani si riunirà in a Roma rappresenta la punta avanzata di una grande sfida civile per un’Italia più giusta e libera. L’Italia ha bisogno di mettere le ali verso un futuro più civile: noi siamo quelle ali”.

“Chiederemo a tutti i parlamentari, del centrosinistra e del centrodestra che l’Italia, come tutte le maggiori democrazie occidentali, abbia finalmente una buona legge sulle unioni civili. Si tratta di consentire alle persone che stanno insieme e si amano di chiedere che lo Stato, il fisco, la pubblica amministrazione, l’azienda per cui lavorano, le assicurazioni e gli enti di previdenza, non le trattino più come fossero estranee. Di poter decidere delle esequie del proprio partner, di potergli stare vicino e assumere decisioni difficili in caso di malattia e incapacità, fruire della pensione di reversibilità e dei permessi lavorativi, ottenere l’avvicinamento della sede di lavoro. Ma, soprattutto, di riconoscere il valore sociale e civile delle loro famiglie.


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