Iran. 20 condanne a morte. Il governo intervenga

  

La situazione dei diritti umani in Iran è diventata sempre più insostenibile a seguito di una articolata campagna repressiva e moralizzatrice che ha visto il regime colpire sia le abitudini di vita sia le possibili voci di opposizione di quel paese.

La notizia di 20 condanne a morte, giunta il 10 luglio grazie alla segnalazione del giornalista persiano Ahmad Rafat ad Adn Kronos international, confermata da più fonti, è solo 'ultimo episodio di una lunga serie di azioni repressive che stanno insanguinando 'Iran.

Rispetto a ques'ultima ondata di arresti, così come alle precedenti, a causa del clima ingeneratosi nel paese, è estremamente difficoltoso reperire fonti e notizie che possano aiutare a comprendere appieno la situazione.

Ad oggi ci risulta che nelle scorse settimane 20 persone siano state arrestate a Teheran e siano state subito condannate a morte per reati di carattere sessuale compiuti contro donne e minorenni, maschi e femmine.

Probabilmente, ma non vi è certezza, per 5 di loro le accuse riguardano atti omosessuali non consensuali su minori.

Non conosciamo i dettagli di questa operazione di polizia, né se le presunte confessioni siano state estorte con la tortura, rimane comunque la terribile realtà di 20 persone che potrebbero essere lapidate o impiccate da un momento al'altro.

Al di là della veridicità delle accuse e degli elementi che hanno portato a questa sentenza crediamo che vada riaffermato la salvaguardia di un bene che deve essere sempre e comunque tutelato: la vita umana.

Come associazione nazionale al servizio delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender reputiamo fondamentale batterci con forza per la salvaguardia dei diritti fondamentali di tutti, impegnandoci nel contempo a combattere ogni violenza.

Condanniamo con determinazione la violenza sessuale, in particolare quando esercitata su minori.

Sosteniamo con altrettante forza il diritto di ciascun imputato ad un processo giusto e il diritto alla vita di tutti.

E’ indubbio, come sostengono diverse organizzazioni internazionali per i diritti umani, che le istituzioni nazionali e locali iraniane hanno, in questi anni, condannato a morte diverse persone accusandole di reati sessuali contro i minori, senza alcuna prova, né con un giusto processo. Molti di questi condannati erano dissidenti, o giovani omosessuali uccisi in quanto tali.

Dopo la pubblicazione della notizia, ripresa dalla rivista Tetu, il governo francese ha ottenuto la conferma di queste venti condanne a morte e si è riservato di sollecitare 'Unione Europea a prendere una posizione in merito.

Sappiamo bene che 'Italia, sia per ragioni commerciali sia per il nuovo ruolo di membro della Comitato per diritti umani dell’Onu, assunto il 20 Giugno 2007, sarebbe una voce ascoltata in Iran.

Per queste ragioni e per riaffermare la ferma e fattiva promozione del diritto alla vita, che ha fatto del'Italia uno dei principali attori della battaglia per la moratoria universale contro la pena di morte, chiediamo che il Governo si mobiliti per impedire un così barbaro oltraggio alla vita umana e alla civiltà. Chiediamo che il Governo, sia con azioni diplomatiche dirette, sia con iniziative coordinate in sede europea, faccia il possibile per scongiurare il tragico epilogo di questa vicenda.

Aurelio Mancuso, Presidente nazionale Arcigay
Paolo Ferigo, Responsabile esteri Arcigay
Luca Trentini, Responsabile Diritti umani e lotta alla violenza Arcigay


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