Napoli, 27 gennaio: “Giornata senza Memoria”

  

L’Arcigay di Napoli ottenne il 13 febbraio 2007 un risultato importante. Grazie ad una petizione popolare e ad una grossa mobilitazione di cittadini, venne approvata all’unanimità da parte del Consiglio Comunale una delibera per la creazione di un “Monumento in Memoria di tutte le vittime dell’olocausto e dei crimini d’odio”.

 La proposta di delibera e le migliaia di firme raccolte furono consegnate al primo cittadino tramite un consigliere comunale intervenuto al convegno internazionale organizzato da Arcigay il 27 gennaio 2007, al quale il sindaco fu invitato assente.

Al 27 gennaio 2008 si registra la mancata attuazione della delibera, con la mancata istituzione della commissione tra le comunità cittadine maggiormente rappresentative delle vittime, e l’assenza totale dell’amministrazione sui temi della Giornata della Memoria.

«Ci aspettavamo per questo importante appuntamento in calendario quest’anno che il sindaco o l’assessore competente, alle quali nel frattempo non è mancato stimolo, avessero già dato seguito alle istanze dei cittadini. Ma così non è stato», afferma con forza Salvatore Simioli, presidente di Arcigay Napoli, «Non ci aspettiamo più che questa amministrazione sia propositiva, ma almeno attenta alle proposte dei cittadini, giacchè come Arcigay Napoli, come associazione di cittadini, non possiamo sempre essere supplenti all’inazione di una classe politica capace di celebrare la Giornata della Memoria durante retoriche cerimonie mediatiche come quelle approntate per i prossimi giorni in città.

Mentre la giornata che ricorda l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz deve essere momento di dibattito vivo, utile all’impostazione della cosa pubblica e del rapporto con i cittadini».

«Nel momento di crisi che si vive a Napoli e nel Paese in questo momento», conclude Simioli, «pare che gli amministratori siano pronti a rispondere solo alle vibrate proteste e non alla civili proposte, e la Giornata della Memoria 2008 a Napoli si riduce ad una vuota celebrazione retorica».


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