Aggredita giovane lesbica nella Gay Street

  

ROMA – Le hanno gridato "lesbica di m…" e poi l’hanno inseguita e colpita con dei calci. E’ successo domenica notte 20 luglio 2008 a una ragazza di 20 anni, aggredita a Roma perchè lesbica. Lo denuncia Arcigay Roma. La giovane, collaboratrice di Coming Out, storico bar omosessuale romano e cuore della Gay Street di via di San Giovanni in Laterano, stava tornando a casa dal lavoro quando è stata afferrata alle spalle, insultata e colpita, riportando contusioni su varie parti del corpo.

"E’ l’ennesimo violento attacco alle persone lesbiche e gay – ha commentato il presidente di Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo – Un episodio preoccupante perchè le modalità sono analoghe a quelle dell’aggressione di Cristian Floris, avvenuta qualche mese fa: la vittima è stata colpita alle spalle e poi insultata. Con questo attacco – ha aggiunto Marrazzo – si è scelto in maniera esplicita di colpire uno dei luoghi simbolo per la comunità lesbica e gay della nostra città: la Gay Street. Adesso più che mai diventa essenziale una presa di posizione da parte del Comune di Roma e del I Municipio, che chiarisca se le persone lesbiche, gay e trans hanno diritto di cittadinanza nella nostra città e in via di San Giovanni in Laterano così da rispondere con fermezza a questi attacchi omofobi e respingere ogni atto intimidatorio".

La condanna dell’episodio è arrivata anche da parte di Enzo Foschi e Paolo Masini, consiglieri del Pd rispettivamente alla Regione Lazio e al comune di Roma. I due, in una nota, hanno definito l’aggressione "un atto vigliacco e razzista, che dimostra come nonostante si affermi il contrario, esiste oggi una forte discriminazione nei confronti della comunità gay e lesbica. Questo episodio esige, dunque, una risposta positiva e immediata. E’ opportuno che il municipio e il comune, in primo luogo, autorizzino da subito lo svolgersi della Gay Street, che appare oggi quanto mai necessaria: una manifestazione culturale, per comunicare, farsi conoscere e sensibilizzare e non, come in tanti vogliono far credere, un mero fatto commerciale".


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