Perché non rivalutiamo l’outing?

  

Haider era omosessuale? Davvero ha trascorso le sue ultime ore di vita in un locale gay dove ha bevuto troppo, causa questa dell’incidente mortale? Chi se ne frega! Direbbero molti gay e lesbiche, di cui sento già risuonare le giuste rimostranze sul fatto che la supposta omosessualità dell’ex leader della destra xenofoba austriaca, sia da giorni al centro di pettegolezzi, articoli piccanti, commenti al vetriolo.

Non sarebbe né il primo né l’ultimo reazionario razzista che pubblicamente sostiene il valore della famiglia tradizionale (infatti, formalmente sposato e con prole) per poi dedicarsi ad una vita parallela altra, contradditoria e persino contro i suoi principi. Di omosessuali invisibili sono pieni gli annali dei criminali di guerra di tutti i secoli, di boia che hanno spedito nei forni crematori decine di migliaia di omosessuali visibili e altrettanti se non di più nascosti. Nessuno scandalo per favore! Lasciamo perdere quello sguardo ebete della sorpresa ipocrita, questo sì ci provoca tanto disgusto.

Parti consistenti del movimento LGBT internazionale, in particolare occidentale, sostengono che è giusto e salutare colpire gli omosessuali "velati" di ogni risma e parrocchia con l’outing, ovvero "svelare" l’omosessualità di famosi politici, artisti, commentatori eterosessuali e di schiere di preti casti. Si tratta di uno strumento politico forte, dirompente, che ha messo alla berlina illustri omofobi di tutto il mondo.
Il dibattito è aperto.

Certo che nel caso di Haider, di cui già da molto tempo si vociferava rispetto al suo reale orientamento sessuale, un outing postumo, anche in vicinanza della morte violenta, risulta un po’ bieco e inutilmente persecutorio. Fare gli avvoltoi non può nascondere il fatto, che quando il noto uomo politico era in vita ben pochi mass media austriaci ed europei abbiano avuto il coraggio di dire come stavano realmente le cose evidenziando l’orribile congiunzione tra le posizioni escludenti e discriminanti del personaggio pubblico con la sua vita privata.

Sono inoltre ridicoli i servizi e i commenti letti in Italia, dove sui supposti amori e tradimenti dei vip d’ogni categoria sono zeppi i palinsesti televisivi, ma mai emerge una sola frase sulla reale vita sessuale di schiere di maschi latini eterosessuali.
Per fornire un lasso di tempo preciso, si può affermare che dall’Unità d’Italia in poi si possono catalogare con precisione papi, cardinali, moltitudini di chierici, re, principi, presidenti del Consiglio, politici di tutti gli schieramenti, intellettuali, divi, stelle e stelline, di cui sono stati accuratamente nascosti gli orientamenti sessuali. Solo in qualche coraggiosa biografia o libro storico ben nascosto emerge qua e là qualche indiscrezione. Bene si dirà: ha vinto il buonsenso italico che non invade la sfera privata, privilegia il valore delle persone e delle idee rispetto alle abitudini sessuali. Invece il tema non può essere secondo i casi elemento d’interesse, come per l’ex governatore della Carinzia, e poi invece indifferente per tanti altri.

Così come non possiamo come movimento LGBT italiano nasconderci il fatto che ancora oggi un numero troppo cospicuo di gay e di lesbiche sono portati a scegliere il nascondimento, magari il matrimonio eterosessuale, per paura, per convenzione, anche per convinzione (perché l’omofobia interiorizzata è una brutta e diffusa bestia!).

La morte tragica di una persona, per quanto avversa ai nostri principi, oltre a consigliare rispetto e silenzio, ci può far comprendere, eterosessuali e omosessuali, che la tragedia dell’analfabetismo sessuale ha una forte influenza sull’intero sviluppo della persona, sulle compressioni individuali e collettive di sessualità negate e quindi patologiche, che sfociano poi in rinuncia, disperazione, violenza. La profondità della solitudine nelle società moderne ha una delle sue radici nell’afasia sessuale, prodotta dalla Tradizione, dai Regimi d’ogni colore, giunta fino a noi grondante del sangue di moltitudini di assassinati, trasudante delle lacrime delle e dei senza nome che invano hanno sperato in relazioni, sentimenti, amori, sessualità libere e coscienti.

Quando in televisione ascoltiamo esterefatti lunghi sermoni di conduttori di talk show, di cardinali, di politici sul valore della famiglia tradizionale e sulla sana sessualità etoressuale, le nostre orecchie si ribellano e la nostra voce urla la verità, almeno nelle quattro mura di casa, o con qualche amica o amico fidatissimi.

Lasciamo stare Haider, il nostro giudizio sulle sue politiche era già chiaro prima. Occupiamoci dei viventi e di affrontare con serietà il tema delle sessualità come questione seria, dirimente per capire chi sta con chi e quali sono le differenze.
Certo nessuno ci vieta di sognare un luogo dove sia possibile smascherare tutti gli ipocriti italiani e finalmente, come in un effetto domino, veder crollare i set cinematografici allestiti in questo paese, dove la finzione è uno dei pilastri dell’idea di società vincente degli ultimi 15 anni. Sarebbe una bella cosa poter finalmente ridere di gusto, dare vita ad un immenso cerchio liberatorio da secoli d’oppressione e dominio. Sì ce ne sarebbe davvero un gran bisogno… In Italia lo strumento dell’outing è sempre stato escluso a priori; nulla è
immutabile
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