Bonolis faccia cantare Agliardi

  

La richiesta formulata oggi sulle colonne del Corriere della Sera (vedi sotto) da Niccolò Agliardi di poter cantare a Sanremo, fuori concorso, la sua canzone Perfetti, che parla di un amore gay, è una proposta che intendiamo appoggiare appieno.

Il fatto che Agliardi possa proporre la sua canzone al festival, devolvendo in beneficenza il ricavato del singolo, come già accadde nel 2005 per la canzone di Povia I bambini fanno ooh, rappresenterebbe una grande occasione per dare voce attraverso la canzone popolare alla denuncia delle disciminazioni, dei soprusi e delle violenze che purtroppo ancora oggi migliaia di gay e lesbiche subiscono in Italia e si prefigurerebbe come un atto di vera attenzione da parte di Bonolis rispetto alla nostra dignità di cittadini italiani.

Come Arcigay proponiamo che i proventi del ricavato delle vendite siano utilizzati per aprire una casa protetta per i giovani gay maltrattati e violentati, che attualmente purtroppo non trovano rifugio quando vengono cacciati di casa e/o subiscono violenze e abusi di tutti i generi. Sono migliaia le persone omosessuali che oggi in Italia non trovano accoglienza e sostegno nei loro difficili percorsi di accettazione e che ci richiedono quotidianamente la possibilità di vedere riconosciuti con dignità i loro sentimenti e di poter vivere con serenità la loro identità.

Questa soluzione renderebbe evidente ciò che da sempre sosteniamo, che l’unica vera malattia, che provoca immani tragedie, tra cui uno spaventoso numero di suicidi, di omicidi, aggressioni e discriminazioni, è l’omofobia.

Ripetiamo per l’ennesima volta, che la nostra dura reazione nei confronti della possibilità che Povia canti una canzone dove si racconta la “guarigione” di un omosessuale, nasce dalla constatazione che Luca era gay non è il semplice racconto di una supposta storia vera, ma l’emblema di teorie, contrastate dalla scienza, sostenute da gruppi cattolici integralisti che attraverso la preghiera dichiarano di poter redimere i gay. Il nostro paese ha bisogno davvero di ascoltare storie vere, quelle delle migliaia di lesbiche, gay e bisessuali che vivono amori che purtroppo vengono ancora negati e considerati contro natura anche dalle loro stesse famiglie.

Il grave di tutta questa oscena vicenda è che queste pratiche superstiziose oltre a procurare enormi danni alle persone coinvolte, tentano di passare nell’opinione pubblica come cure mediche, di cui in tutto il mondo si sono già ampiamente occupati gli Ordini degli pschiatri e degli psicologi con dure e documentate condanne pubbliche.

Aurelio Mancuso, Presidente Nazionale Arcigay

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ASCOLTA LA CANZONE "PERFETTI"



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Da "Corriere della Sera" del 12 gennaio 2009
di Chiara Moffoletti

«Offro a Sanremo l’altra canzone sui gay»
Appello di Agliardi a Bonolis: vorrei presentarla fuori gara, ricavato in beneficenza
A differenza di Povia, il cantautore è stato escluso per la rinuncia del «padrino» previsto dal regolamento. Lui non fa nomi («Non sarebbe elegante») ma il no sarebbe venuto da una grande interprete: Ornella Vanoni

MILANO — «Gentile Sig. Bonolis, mi trovo al centro di una querelle mediatica su un mio presunto confronto-scontro con Povia. Ho scritto la canzone "Perfetti" grazie a un ragazzo che mi ha raccontato di chi a 20 anni capisce di essersi innamorato di uno dello stesso sesso. La mia casa discografica ha ritenuto interessante presentare a Lei la mia composizione, per partecipare a Sanremo. Il "big" che avrebbe dovuto patrocinare l’operazione ha preferito, all’ultimo, sottrarsi all’incarico. Le scrivo per chiederLe di presentare fuori concorso la mia canzone, come fece nel 2005 lo stesso Povia con "I bambini fanno oh". Le propongo di devolvere i proventi dell’eventuale singolo a un’associazione benefica da Lei scelta». Firmato, Niccolò Agliardi.

Il cantautore orfano del «big» che avrebbe dovuto accompagnarlo a Sanremo (qualora la canzone fosse stata ammessa), non ci sta e prova a ritagliarsi uno spazio sul palco dell’Ariston scrivendo una lettera al padrone di casa del Festival. Si era parlato di boicottaggio, ma il forfait del personaggio che avrebbe dovuto duettare con Agliardi pare non sia per l’amore gay raccontato nel brano quanto per il timore di essere rifiutati dal Festival.
Il «padrino» di Agliardi, che in realtà sarebbe una «madrina », non ha voluto rischiare la bocciatura. «A pagare per l’eventuale esclusione non sarei stato solo io — spiega il cantautore —. Così, il giorno prima di inviare la canzone, il produttore di questa grande Signora della musica ha fatto sapere che lei doveva fare i conti con il suo nome e il suo passato e che i rischi erano troppi». Agliardi non fa nomi, dice che non sarebbe elegante, ma negli ambienti musicali si dice che si tratterebbe di Ornella Vanoni. Agliardi, non pensa che il tema del brano abbia influito? «Non credo sia colpa del testo. Le avevo fatto sentire la canzone un mese prima e sembrava contenta. Mi aveva suggerito delle modifiche. Più passavano i giorni, più l’interesse cresceva». Poi, però, la marcia indietro.

Delusione? «Per come stanno andando le cose forse mi ha giovato. Se penso però che mi sono presentato a casa sua in smoking, alle 10 del mattino con un mazzo di rose bianche perché mi aveva detto che le sarebbe piaciuto vedermi vestito così a Sanremo… almeno mi ha detto che stavo bene. Ma fa niente, ho avuto talmente tanto dal 2008». E allora perché la lettera? Ride: «È una ruffianata, però per bene». Crede davvero che Bonolis possa accettare? «Bisognerebbe essere coraggiosi ma comprenderei anche un rifiuto, Povia ormai è stato preso ». Cosa c’entra Povia? «La mia partecipazione potrebbe sembrare un modo per far tacere le polemiche sul suo brano».

Cosa pensa di come il suo collega parla dell’omosessualità? «Anche se a me fa comodo parlarne, mi sembra assurdo sottolineare un’ovvietà: da 30 anni l’omosessualità non è più ritenuta malattia psichiatrica. Io racconto la storia di un ragazzo. Solo che a differenza di Povia, nella mia canzone il protagonista non "guarisce" dall’amore gay, ma si "ammala"».

Niccolò Agliardi, 34 anni, cantautore milanese Ha scritto testi, tra gli altri, per Eros Ramazzotti e Laura Pausini Con Alessandro Cattelan ha pubblicato per Mondadori un romanzo dal titolo «Ma la vita è un’altra cosa».


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