Il libro dell’amore di Gus&Waldo

  

Gus ama Mozart, i vestiti di Prada, Brad Pitt e far scoppiare le bolle di plastica degli imballaggi, odia l´odore di pelo di cane umido. Waldo ascolta gli Abba, sa a memoria la quarta serie di Sex and the City, gli piacciono i saldi e fare la marmellata di pesche, non sopporta il coriandolo e le unghie incarnate.

Hanno quattro punti in comune: sono alti un metro e sedici, sono l´uno per l´altro l´amore della vita, sono un caso editoriale da settantamila copie. E sono pinguini. Gay. Usciti dall´affettuosa fantasia di un genovese a Londra, Massimo Fenati, classe 1969.

Partito da Genova nel 1995, dopo la laurea in Architettura, per uno stage di tre mesi, nello studio londinese del designer Jasper Morrison. «E tredici anni dopo, sono ancora a Londra e con Genova ho un rapporto di grande amore irruvidito da qualche fastidio», sorride Fenati. Il successo è arrivato come designer, ma è deflagrato ancora di più, nel 2005, come autore del fumetto "Gus and Waldo", un´ironica e delicata storia di una coppia di pinguini gay alle prese con la quotidianità della vita amorosa e con l´impegno a mantenere vivo l´amore nonostante la società contemporanea metta a dura prova il loro rapporto.

Tradotti in tedesco, brasiliano, finlandese, italiano, si sta preparando un´edizione giapponese e una americana. E l´autore ha già realizzato alcuni episodi pilota per trasformare "Gus and Waldo" in un cartoon, per il Comedy Channel americano, lo stesso che ha lanciato South Park.

«È nato tutto per caso – spiega Fenati – il mio compagno ed io abbiamo letto su un quotidiano inglese che all´acquario di New York vive una coppia di pinguini gay. Ho sempre amato i pinguini, sono adorabili: goffi, grassocci, mansueti, trascorrono tutta la vita con il proprio partner. Allora ho cominciato a comunicare con il mio compagno Walter con post it, sui quali disegnavo una coppia di pinguini e li lasciavo per casa. Si è formato una specie di lessico familiare».

Per un anniversario, Massimo Fenati regala al suo compagno una vera e propria storia dei due pinguini, rilegata da lui, con doppio fondo, contenente i due anelli che si sono scambiati: «Quel libretto ha fatto il giro dei nostri amici – spiega l´artista e designer – che sono impazziti per Gus e Waldo. Tutti mi chiedevano di continuare, ma io non avevo tempo». Alla fine del 2004, però, Fenati ha tre settimane libere e decide di dedicarle a quello che pensava fosse soltanto un divertissement familiare: «Ho disegnato qualche storia, l´ho inviata ad alcuni editori». Poi si dimentica di tutto, un´importante commissione lo assorbe completamente, poi vola in Italia, al Salone del Mobile 2005, cui partecipa come designer: «Mi ha telefonato il mio compagno: c´erano tre editori diversi che volevano pubblicare Gus e Waldo».

Così nell´ottobre 2006 è uscito il primo libro, per Orion. E un anno dopo il secondo, a ottobre 2008 il terzo. E a novembre è stato tradotto per la prima volta in Italia, per Tea. «Fin da piccolo sognavo di fare il fumettista, ma non pensavo che fosse una professione che ti paga i conti», dice Fenati. E invece è stato boom. Non solo editoriale: "Gus e Waldo" sono un brand. Dalle felpe ai pigiami, dai manifesti alle tazze.

Che idea si è fatto di questo successo planetario, il genovese Fenati? «Gus e Waldo piace perché parla di relazioni in maniera spontanea, non mi sono certo messo a tavolino ad escogitare un gap nel mercato».

E c´entra il fatto che si parli di una relazione gay? «Se Waldo fosse Wanda, avesse le ciglia lunghe e la collana di perle non cambierebbe nulla. Non racconto l´innamoramento, ma come coltivare l´essere innamorati, come far sopravvivere una relazione oltre i piccoli litigi e la quotidianità. Vale per tutti: no?».


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