Carfagna cancella dal sito le discriminazioni LGBT

  

Grazie al lavoro di ricerca del sito www.notiziegay.com e del blogger River abbiamo scoperto in questi giorni che il ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna ha cancellato dal sito del ministero, dall’elenco dei gruppi particolarmente soggetti a discriminazioni, le persone omosessuali e trans.

Dal 14 maggio 2009, giorno in cui è andato online il nuovo portale ministeriale, dopo un lungo passaggio di consegne con il passato ministro Barbara Pollastrini, anche la Commissione istituita un anno fa contro le discriminazioni lgbt – di cui è presidente Sergio Lo Giudice – è scomparsa dal sito.

Insomma, il ministro ha deciso l’epurazione dai suoi impegni istituzionali del tema. Eppure, come si legge nel decreto di nomina di attribuzione delle deleghe, firmato da Berlusconi il 13 giugno 2008 dovrebbe promuovere e coordinare le azioni di governo in tema di diritti umani delle donne e diritti delle persone, nonché volte a prevenire e rimuovere le discriminazioni per cause direttamente o indirettamente fondate, inparticolare, sul sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale.

Il ministro è gravemente inadempiente: non ha mai voluto incontrare le associazioni, ha rilasciato nel tempo dichiarazioni apertamente ostili, negando più volte e poi correggendo il tiro, che esista in Italia la violenza omofobica, si è lanciata in giudizi sui Pride, sulle iniziative del movimento senza documentarsi, conoscere la realtà, cercare un confronto".

Per questo, chiediamo ancora una volta a Berlusconi di far dimettere questo ministro inesistente, o perlomeno di affidare la delega sulle discriminazione ad altro esponente del governo.

Aurelio Mancuso
presidente nazionale Arcigay

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Diritti di gay, lesbiche e trans? Not found!
Un intervento di Sergio Lo Giudice, presidente onorario Arcigay e presidente della Commissione ministeriale LGBT cancellata dalla Carfagna

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Comunicato stampa Arcigay 28 maggio 2009
MALDESTRO TENTATIVO DA PARTE DELL’ UNAR DI DIFENDERE LA CARFAGNA

Abbiamo appreso dai media che Arcigay farebbe parte di una cabina di regia nazionale istituita dal Ministero delle Pari Opportunità per gestire un progetto finanziato per 400 mila euro.

Quest’informazione rilasciata dal Direttore Generale dell’Unar, Ufficio antidiscriminazioni razziali, è stata utilizzata per contrastare le dure critiche rivolte al ministro Mara Carfagna d’inattività sui diritti delle persone lgbt.

Bene, vogliamo ora rispondere a questo maldestro tentativo portando all’’attenzione dell’opinione pubblica la verità.

Arcigay è stata invitata il 15 maggio, insieme con un ampio ventaglio d’associazioni che si occupano di discriminazioni di vario tipo, dalle Acli alla Caritas, dalla Compagnia delle Opere alla Comunità marocchina delle donne in Italia, ad una riunione pensiamo convocata di tutta fretta (poiché si è tenuta di sabato e che siamo stati avvertiti quattro giorni prima).

Tema dell’incontro, cui ha partecipato per la Segreteria nazionale di Arcigay Paolo Patané, l’illustrazione di un progetto previsto dal programma Progress (2007 – 2013) della Commissione Europea. I 400 mila euro sono, quindi, provenienti totalmente dall’Europa e il ministero è stato costretto ad invitarci in quanto, a differenza di quanto accade nel nostro Paese, non possono essere escluse forme di discriminazione ritenute gravi e di grande peso sociale (razza, sesso, religione, handicap, età, orientamento sessuale, identità di genere, condizione sociale).

L’Unar è un Dipartimento del Ministero delle Pari Opportunità che si occupa di razzismo e che non ha il compito di lavorare anche sull’orientamento sessuale, infatti, per questo la precedente ministra, aveva istituito la Commissione per le questioni lgbt, ora cancellata dalla
Carfagna.

Vogliamo inoltre evidenziare che non esiste alcuna cabina di regia, che la nostra associazione ha potuto esprimere un parere e fornire indicazioni utili presentando entro appena 48 ore (termine tassativo previsto) dall’incontro del 15 maggio un framewok document da inviare alla Commissione Europea.

Rileviamo che all’incontro non sono state invitate importanti reti nazionali e realtà locali lgbt delle regioni coinvolte dal progetto (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Campania e Sicilia).

Il progetto, infine, avrà la durata di un anno: questo vuol dire che pur con le migliori intenzioni di aprire percorsi duraturi, rappresenta una soluzione generalista (tutte le discriminazioni), occasionale (la durata del progetto) e non costante e strutturata. Non è dato di sapere quanti soldi saranno investiti sulla discriminazione per orientamento sessuale e
identità di genere.

Insomma la Carfagna fa la passacarte e crede in questo modo di poter utilizzare un progetto europeo per intentare una ridicola difesa rispetto all’accusa che intendiamo rilanciare: sui diritti delle persone lgbt non ha fatto e non fa nulla!

Aurelio Mancuso presidente nazionale Arcigay

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