Diritti di gay, lesbiche e trans? Not found!

  

Un’onda che abbatte pregiudizi secolari contro gay, lesbiche e trans attraversa in questi mesi vaste aree del pianeta. Hillary Clinton ha esteso ai partner omosessuali dei diplomatici USA gli stessi riconoscimenti previsti per quelli etero. Johanna Sigurdardottir, dichiaratamente lesbica, è stata confermata premier dal voto popolare in Islanda. Il governo conservatore francese si è fatto promotore della depenalizzazione dell’omosessualità in sede Onu. Uno ad uno gli Stati americani (Massachusetts, Vermont, Connecticut, Iowa) ed europei (Olanda, Belgio, Spagna, Norvegia, Svezia) stanno legalizzando i matrimoni fra persone dello stesso sesso. A Singapore come all’Avana si svolgono per la prima volta marce per i diritti di gay, lesbiche e trans.

In Italia ad un anno dal suo insediamento le politiche del governo Berlusconi in favore delle persone omosessuali e transessuali stanno a zero. La breve esperienza di Barbara Pollastrini alla guida del Ministro per le Pari Opportunità aveva messo in campo alcuni interventi istituzionali contro le discriminazioni verso le persone lgbt. Mara Carfagna ci ha steso sopra una coltre di sabbia.

La ”Commissione per i diritti e le pari opportunità di lesbiche, gay, bisessuali e trans”, un organismo tecnico tuttora formalmente in vita di cui fanno parte nomi importanti come la sociologa Chiara Saraceno o la costituzionalista Gilda Ferrando, non è mai stata riunita. Nessuna traccia anche del “Forum contro la violenza alle donne, per orientamento sessuale e identità di genere” che per la prima volta si proponeva di affrontare in maniera organica il tema della violenza di genere.

In questi giorni, i decreti istitutivi dei due organismi, che fino a qualche settimana fa campeggiavano sul sito del Ministero sono stati rimossi: “not found” è la schermata impietosa che illustra i programmi dell’ineffabile Ministro.

In Italia mancano del tutto dati ufficiali sulle discriminazioni contro gay, lesbiche e trans. Un’incredibile lacuna a cui il Governo Prodi aveva deciso di porre rimedio stanziando 200.000 euro per commissionare all’Istat un’indagine specifica. Uno dei primi atti del nuovo Ministro è stato quello di bloccare quello stanziamento, poi finito nel calderone dei finanziamenti per l’abolizione dell’ICI.

Per il Ministro Carfagna, insomma, i diritti negati di gay, lesbiche e trans non sono un problema. Ma in un paese in cui le discriminazioni non esistono, lei, signor Ministro, cosa ci sta a fare?

Sergio Lo Giudice
Presidente della Commissione per i diritti e le pari opportunità di lesbiche, gay, bisessuali e trans


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