La rete Arcigay in ascolto

  

L’Hotel delle Terme di Castel San Pietro (BO) ha ospitato sabato 9 e domenica 10 maggio 2009 il laboratorio di formazione rivolto a operatori e operatrici dei comitati Arcigay che si occupano dei servizi di telefono amico, accoglienza e socializzazione per le persone LGBT, inserito nell’ambito del progetto nazionale “Interventi formativi e di creazione di rete per i telefoni amico Arcigay”, co-finanziato dal Ministero del Lavoro, della Salute e della Politiche Sociali *.

Si è scelto di costruire un’occasione di formazione residenziale, in modo da dare valore alla conoscenza diretta tra le persone che operano in contesti territoriali differenti e spesso senza avere un contatto diretto con l’associazione nazionale. L’importanza di proporre attività in un contesto esterno a qualsiasi realtà dei comitati ha accentuato la sperimentazione partecipata dell’esperienza di gruppo e comunitaria.

Così, tra le acque sulfuree e i pavoni del parco della cittadina termale emiliana, si è potuto offrire un’ulteriore occasione di slancio della rete Arcigay, che nonostante la difficile situazione sociale in cui si muove, continua a crescere in termini di diffusione territoriale ma soprattutto di rilancio di nuove energie volontarie.

La partecipazione non è mai stata così diversificata geograficamente: circa 60 operatori e operatrici hanno partecipato alle attività distribuite nelle due giornate e coordinate dalla responsabile del progetto Rebecca Zini. Erano presenti con loro volontari i comitati di: Catania, Siracusa, Cosenza, Bari, Napoli, Perugia, Pesaro, Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Rimini, Bologna, Modena, Trieste, Rovigo, Padova, Verona, Mantova, Milano, Brescia, Bergamo, Cuneo, Verbania.

Dopo l’accoglienza e il pranzo a buffet di socializzazione, sabato 9 ha aperto i lavori lo psichiatra e psicanalista Paolo Rigliano, che ha trattato le problematiche aperte da un tema di schiacciante attualità: l’attacco portato alla comunità omosessuale dai fautori delle cosiddette “terapie riparative”. Attraverso una serie di intense sessioni di brainstorming, Rigliano ha fatto luce sull’esigenza urgente di sapere dare informazioni estate e lucide argomentazioni per ribadire l’unica vera realtà, che l’omosessualità, così come la bisessualità e l’eterosessualità, sono variabili naturali del comportamento e dell’identità umane.

Il segretario nazionale Riccardo Gottardi e il responsabile nazionale Politiche Sociali Luca Trentini hanno confermato l’importanza per Arcigay di avvalersi di collaboratori professionisti e acuti ricercatori quali Paolo Rigliano, che rappresentano dei punti di riferimento necessari sia per gli operatori che per i dirigenti locali di Arcigay.

Alla sera dalle 22 alle 23.30 si è aperta una sessione completamente interattiva, condotta da Matteo Ricci, che ha messo in gioco i/le partecipanti in un’attività di socializzazione emotiva, basata sull’identità sessuale e sviluppata mediante l’utilizzo della relazione nei differenti contesti di individualità, coppia, piccolo gruppo, grande gruppo.

La mattina di domenica 10 ha visto la formazione sull’ascolto attivo, proposta dalle psicologhe Barbara Golinelli e Cristina Barbara, collaboratrici di Arcigay Bologna. In quanto operatori e operatrici che si trovano a contatto con utenti LGBT che richiedono un servizio di supporto per le proprie esperienze personali è necessario saper nutrire ed educare la propria capacità di empatia e di rielaborazione dei vissuti. Attraverso una coinvolgente attività strutturata sul lavoro in triadi, le due formatrici hanno fatto sperimentare alcune tecniche di ascolto attivo, per mezzo dell’immedesimazione nei diversi ruoli di utente, ascoltatore e osservatore.

L’ultimo modulo del workshop, nel pomeriggio del 10, si è incentrato su etica e politica del volontario del telefono amico ed è stato proposto da Marco Mori, formatore di Arcigay Milano. L’intenso dibattito e l’attività di simulazione in piccoli gruppi si è concentrata sul delicato rapporto tra il ruolo di fornitore di un servizio di ascolto che accoglie e valorizza ogni diversità e il ruolo di attivista Arcigay che ha come faro di riferimento scopi e valori dell’associazione. Spesso questi due ruoli trovano sull’identità dei singoli volontari dei punti di differenza sui quail è necessario aprire un profondo confronto collettivo.

Confronto, ascolto, relazione, differenze nell’appartenenza, tutte parole che significano esperienze vissute e che sono risuonate in chi ha partecipato in questa occasione di formazione. E che ognuno/a saprà riportare nel proprio territorio per condividerle con gli altri operatori del proprio comitato.

* “Interventi formativi e di creazione di rete per i telefoni amico Arcigay” – iniziativa finanziata ai sensi della Legge 383/2000, Art. 12, Comma 3, Lett. D) – Anno finanziario 2007


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