Le cinque rose di Jennifer

  

LE CINQUE ROSE DI JENNIFER
di ANNIBALE RUCCELLO 
Regia di Lucio Piezzo
Con Lucio Piezzo e Nando Bustelli

NAPOLI – TEATRO IL PRIMO, Viale del Capricorno 4
22, 23 e 24 maggio 2009
Infoline: 331.6007040


Era il 1980 quando l’appena ventiquattrenne Annibale Ruccello scrisse e interpretò egli stesso per la prima volta questo bel testo che ne rivelò immediatamente l’innata propensione a far coesistere la sensibilità ai temi contemporanei, con la capacità di muoversi nel solco di un’illustre tradizione.

A più di un quarto di secolo di distanza, Le cinque rose di Jennifer conferma ancora come l’autore, prematuramente scomparso pochi anni dopo in un incidente d’auto, sapesse dispiegare con insolita freschezza creativa e senza strappi, una vasta gamma di toni, dal thriller alla commedia di costume, dall’ironia a un pudico sentore di tragedia.

La storia di questo formidabile testo si sviluppa in un quartiere degradato della periferia di Napoli, nel quale circola un misterioso assassino che uccide i femminielli e lascia sul loro corpo, come firma, cinque rose rosse. Rose rosse, telefonate, canzoni.

Jennifer, travestito napoletano, è sola in casa, aspetta la telefonata di Franco, un uomo rimorchiato una sera in una balera. Nel farlo ascolta alla radio i successi anni 70 della musica italiana: Mina, Patty Pravo e persino Romina Power. Canzoni di donne e di amori infranti. Jennifer si immedesima, si commuove abbandonandosi al canto, ma viene interrotta continuamente dallo squillo del telefono. Non è mai Franco; in quella zona i numeri rimbalzano da una linea all’altra, ognuno aspetta qualcuno che, anche se volesse, non potrebbe stabilire un contatto.

Jennifer canta, mangiucchia un pranzetto veloce preso in una rosticceria vicino casa, Jennifer si cambia d’abito, risponde al telefono, chiacchiera amabilmente con gli sconosciuti, si passa il rossetto sulle labbra, si fa bella nell’attesa che qualcuno la cerchi, senza fraintendimenti o scuse, senza più errori. La serata va avanti in  questo modo finché Jennifer riceve la visita di Anna, vicina di casa, travestito anche lei, anche lei in attesa di una telefonata.

Le due ragazze in cerca di marito prendono il caffè e chiacchierano di una vita per loro immaginaria: la sofferenza del parto, che non conosceranno mai, il fastidio delle mestruazioni, dal quale sono esentate. Chiacchiere tra donne, scene da un matrimonio, proposte di matrimonio, attese interminabili e silenzi imbarazzanti tra un sorso di caffè e l’altro.

Poco a poco nel mondo di Jennifer irrompe la solitudine, accompagnata dal buio assoluto di un improvviso black out, dal roboante silenzio di un telefono che finalmente in modo sinistro tace, la solitudine scortata dalla consapevolezza che nemmeno quella sera, e forse mai, Franco verrà…


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