Liberiamo i giovani dai pericoli dell’omofobia

  

In occasione del Pride nazionale 2009, Arcigay propone giovedì 21 Maggio 2009 alle ore 15, presso Palazzo Ducale a Genova, in Piazza Matteotti 9 – Sala del Munizionere un convegno di confronto e approfondimento sui temi del disagio della popolazione giovanile legato all’omofobia.

L’evento, dal titolo I giovani e il disagio della diversità, ha ricevuto il patrocinio gratuito della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministro della Gioventù.

Sarà proprio il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni ad aprire i lavori. Seguiranno i contributi del Presidente nazionale Arcigay Aurelio Mancuso, di Alessandro Buffoli, ricercatore dell’Università di Padova, di Matteo Martelli, responsabile progetto Schoolmates, del prof. Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista dell’Università La Sapienza di Roma. Il dibattito sarà moderato da Fabio Saccà, responsabile Rete Giovani Arcigay.

“Su un tema così delicato come quello del disagio giovanile legato al diverso orientamento sessuale, penso sia un mio dovere partecipare” – ha dichiarato il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni – “Sono certa che basta una sola vittima di discriminazione a meritare l’attenzione delle istituzioni.”

“I pericoli creati da un clima di pregiudizio omofobico si insinuano subdolamente nelle vite di moltissimi giovani LGBT, compromettendo la loro felice affermazione e creando terribili conseguenze” – dichiara il presidente nazionale Arcigay Aurelio Mancuso – “Da anni indaghiamo questo fenomeno sociale, facendo luce sulle difficoltà che il disagio giovanile crea a ragazzi e ragazze e cercando di fornire strumenti a chi opera con le nuove generazioni.”

I dati raccolti dalle ultime ricerche segnalano una situazione davvero allarmante: circa due ragazzi omosessuali su tre (61.2 %) subiscono discriminazioni a scuola, uno su due (51.2 %) in famiglia, uno su tre (29.8 %) nel gruppo dei pari. Il disagio adolescenziale può condurre i/le giovani LGBT a un calo del rendimento scolastico, a fughe da casa e a una propensione significativamente maggiore rispetto alla media al suicidio, all’insorgere di disturbi alimentari e all’abuso di sostanze.


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