Genova fa la differenza

  

Oggi venerdì 6 giugno 2009 esce il n° 17 di Pegaso, trimestrale Arcigay, dedicato alla visibilità della comunità LGBT e alla stagione dei Pride 2009.
Il portale Gay.TV ha pubblicato in anteprima l’intervista a Francesco Serreli, presidente di Arcigay L’Approdo di Genova, città che ospita il Pride nazionale 2009, che riportiamo qui di seguito.

Come si prepara Genova ad ospitare la più grande manifestazione LGBTQI del 2009 in Italia?

Quando si è sparsa la voce che Genova avrebbe ospitato il Pride nazionale nel 2009 è scoppiato il finimondo e il commento di molti è stato: “Il Pride fatelo da un’altra parte, non a Genova!” Questo per far capire che quando ad alzare la voce per rivendicare i diritti civili negati sono minoranze che fanno paura – come quella LGBTQI – la reazione da parte di molti è di chiusura, di volontà di allontanare da sé una fetta scomoda della popolazione che chiede solo di essere ascoltata, presa sul serio in merito ad istanze civili negate da troppo tempo. Allora ti accorgi che sono veramente poche le persone pronte a scendere in campo per lottare al fianco di chi ha bisogno. Una di queste, per la nostra comunità, è la sindaco di Genova Marta Vincenzi, la quale sta lavorando anche per noi, a cominciare dall’assegnazione di una sede per il comitato Pride in vico Mezzagalera 3, nel cuore di Genova. Qui, ogni giorno e per molte ore, un folto gruppo di volontari sta mettendo a punto quel che rimane del programma di attività connesse al Pride nazionale che culmineranno nella sfilata finale, il cui percorso è stato di recente approvato dallo staff della prefetto Anna Maria Cancellieri.

Perché si pensa a Genova come ad una città chiusa e difficile?

Non credo che essa lo sia più di molti altri centri italiani; la questione è ben più profonda ed ha a che fare con tutto ciò che sfugge a norme stabilite per scopi che nulla hanno a che fare con il rispetto: la comunità LGBTQI, in questo senso, suona come scomoda, fastidiosa, da allontanare da sé. In realtà, l’ondata di omofobia (o di omonegatività, come di recente ha affermato lo psicologo Vittorio Lingiardi, durante un convegno che si è tenuto a Genova a fine maggio sul bullismo omofobico) che sta investendo il nostro Paese di recente, è sì fomentata da molte frange politiche, ma trova le sue radici profonde nella politica di costruzione e difesa della razza italiana attuata durante il regime fascista, che diede vita al famoso Manifesto del razzismo italiano. Non dobbiamo quindi stupirci più di tanto se molte persone ci considerano scomodi: tutti noi siamo, volenti o nolenti, imbevuti di quella mentalità costruita ad arte per far fronte alla nuova realtà coloniale dell’epoca ed oggi, nonostante la nostra Costituzione sia fondata su valori volti a garantire i diritti civili di tutti senza distinzione, l’influenza di quel periodo storico è ancora alta.

Il lavoro da fare è ancora molto, seppure molti passi avanti siano stati già fatti: è una questione che va nel profondo di ognuno di noi, che ci costringe a fare i conti con la nostra coscienza. Se e fino a che le diversità verranno percepite come pericolose e non come alterità aventi diritto di coesistenza pacifica, ci troveremo a fare i conti con mentalità chiuse di cui è pieno il mondo. Ciò non toglie che l’anima buona di Genova – fatta di persone laboriose, altruiste ed aperte al dialogo con il prossimo a prescindere dall’orientamento sessuale, dal colore della pelle o da quant’altro è oggetto di discriminazione nel nostro Paese – è dalla nostra parte e sta collaborando con noi per rendere il Pride genovese un evento che verrà ricordato per il messaggio di tolleranza e di apertura lanciato alle generazioni a venire.

Qual è il ruolo giocato da Arcigay L’Approdo per il GenovaPride?

Il Comitato Provinciale Arcigay L’Approdo è in prima linea fin dall’inizio nell’organizzazione del Pride nazionale del 27 giugno ed opera sia attraverso i molti volontari reclutati al suo interno, sia con i dirigenti nazionali di Arcigay.

Credi che il Pride possa dare uno slancio nuovo di energie e volontari per la comunità LGBTQI?

Senza dubbio alcuno! Basti pensare al fatto che i tesserati dell’Approdo sono aumentati, da ottobre 2008, di molte unità e molti di essi sono donne le quali, grazie al lavoro instancabile della referente donne di Arcigay Genova, Laura Ridolfi, sono state coinvolte nell’organizzazione di tanti eventi all’interno del Comitato Genova Pride, nonché delle nuove attività dell’Approdo. Come dico spesso, il Pride, per Genova e per la comunità LGBTQI, non rappresenta un punto di arrivo ma semmai un punto di partenza per continuare il lavoro appena iniziato o per avviare nuove attività a partire dall’autunno prossimo. Abbiamo molta carne al fuoco e la nostra intenzione è quella di portare avanti i nostri progetti al fine di coinvolgere sempre più le Istituzioni, di renderle ancor più partecipi delle nostre pressanti ed urgenti richieste di riconoscimento dei diritti civili.

Ciò che per molti viene vissuto oggi come un’onda da cavalcare fino a che c’è la novità della “carnevalata dei diversi” – si veda il fiorire di serate a tema LGBTQI organizzate da molti operatori dell’intrattenimento genovese – per noi è invece il pretesto per continuare a fare, con rinnovato slancio, ciò per cui da sempre ci battiamo, fin da quel 28 giugno 1969 a New York, quando prese fuoco la miccia della ribellione e il mondo LGBTQI alzò la testa per vedere riconosciuto il suo diritto ad esistere, ad amare, a vivere allo scoperto.

Quale sarà il percorso della manifestazione del 27 giugno?

La partenza del corteo e della sfilata dei carri partirà da piazza del Principe, alle ore 16, percorrerà quindi via Andrea Doria e via Balbi, dopo di che proseguirà all’interno della galleria Giuseppe Garibaldi che collega largo Zecca a piazza Portello; da qui proseguirà per piazza Fontane marose, per poi risalire via XXV aprile e via Roma. Da lì attraverserà piazza Corvetto e continuerà per via Santi Giacomo e Filippo, scendendo poi per via Serra e via De Amicis; svolterà poi per via Fiume e ancora per via XX settembre, culminando in piazza De Ferrari, dove è previsto un palco d’onore dal quale parleranno gli esponenti delle principali associazioni coinvolte nell’evento.

La festa finale avverrà invece in piazzale Kennedy, alla Fiera del mare di Genova, presso il nuovissimo padiglione blu.

Intervista a cura di Lidia Borghi

Genova per noi…

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