Bersani, siamo ancora alle coppie di fatto?

  

Sarebbe utile che i tre candidati alla Segreteria del PD chiarissero, non a noi, ma ai milioni di cittadine e di cittadini, quale società per il futuro vogliano contribuire a costruire.

Partire dalle coppie di fatto, termine ambiguo che confonde le questioni, come ha fatto Bersani, vuol dire non avere ben presente quali sono le questioni in campo.

Esistono coppie eterosessuali che per diversi motivi non si sposano o non intendono farlo. Come rilevato in centinaia di sentenze di tribunali e Corte di Cassazione, esiste la necessità di regolare alcuni aspetti su cui la norma vigente è lacunosa, se non assente. Sarebbe inoltre auspicabile una riforma dell’istituto matrimoniale, che è giustamente ritenuto da molti obsoleto e in alcune sue parti assurdamente vincolante.

Altra questione invece è l’assoluta mancanza di norme giuridiche che riconoscano le coppie omosessuali, che non possono in alcun modo accedere al matrimonio civile. Anche in questo caso la Magistratura ha più volte sollecitato un intervento da parte del legislatore, che a nostro avviso dovrebbe essere coerente con le Risoluzioni e Trattati europei, che chiedono parità di diritti e di doveri, quindi di accesso anche al matrimonio civile.

Per quanto attiene alle adozioni, tema sempre affrontato con superficialità, probabilmente perché non si conoscono le attuali difficoltà di accesso alla legge da parte delle uniche legittimate ad usufruirne, ovvero le coppie eterosessuali sposate, vorremmo portare all’attenzione una semplice constatazione: in Italia esistono circa 100mila bambini di persone omosessuali, nati da precedenti matrimoni o grazie all’accesso, non in Italia, alle tecniche di fecondazione. Invece di parlare genericamente di adozioni, possiamo, quindi, partire da un confronto sulla genitorialità lgbt e dei diritti negati ai bambini che già oggi vivono in famiglie omosessuali?

Invitiamo Bersani e gli altri due candidati alla guida del PD, Dario Franceschini e Ignazio Marino, in qualsiasi momento lo ritengano opportuno, ad un confronto pubblico, così da poter comprendere meglio quali politiche e strumenti sociali intendono promuovere nei prossimi anni.

Aurelio Mancuso presidente nazionale Arcigay

(Foto Gay.tv)


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