Chiesa, studiamo i suoi orrori

  

Per affrontare con serietà l’annosa questione dell’ora di religione cattolica nella scuola italiana, bisognerebbe avanzare proposte nuove. Ne tento una che può apparire provocatoria, ma credo che invece sia adeguata al livello del dibattito politico e culturale di questo Paese.

Posto che il Tar del Lazio ha sancito semplicemente un principio costituzionale rispetto alla parità di trattamento degli studenti, bellamente aggirato dal governo di centro sinistra, artefice l’allora ministro alla Pubblica Istruzione Fioroni, come far conoscere ai giovani d’oggi un pezzo fondamentale della storia d’Italia?

Perché ha ragione chi dice che le nostre radici storiche (nel bene e nel male) sono indissolubilmente intrecciate con il cristianesimo d’Occidente. E’ impossibile comprendere quello che siamo se non sappiamo quello che siamo stati, e la chiesa cattolica ha pesato moltissimo nel nostro passato (e ancora oggi ha una grande influenza). Le nostre tradizioni, ciò che c’è stato tramandato dalla Roma repubblicana e poi da quella imperiale, dalle invasioni “barbariche”e così via, c’è giunto (per sovrapposizioni e usurpazioni varie) grazie alla cattolicità.

Allora invece di proseguire nell’anacronistica difesa dell’ora di religione cattolica, in altre parole della proposizione d’idee confessionali o al limite di propaganda clericale, che ogni mente limpida fa difficoltà a difendere, sia per il suo tratto blasfemo ed eretico (per i cristiani) e sia per la sua manifesta capacità formativa (per i non credenti), troviamo un terreno vero di confronto. S’introduca nelle materie obbligatorie Storia della religione cattolica in Italia – dagli albori ai giorni nostri – con tanto di docenti liberi dall’orrendo ricatto della nomina vescovile (tutta questa partita degli insegnanti di religione puzza di anticostituzionalità), con percorsi formativi chiari per ogni ordine e grado.

Ha ragione Massimo Cacciari che in un’intervista su la Repubblica, rileva come sia giusto che i giovani italiani sappiano chi era Gesù, che è doveroso che conoscano le nostre tradizioni, e che la religione è un linguaggio fondamentale come la musica. L’Italia è il luogo che è stato plasmato dalla chiesa dei papi, legandolo a un destino di cui portiamo ancora ora le conseguenze, che si possono comprendere solamente se si conosce, sia cosa era il messaggio del Cristo e sia come questo messaggio è stato interpretato, concretamente organizzato (e per molti secoli stravolto) dalla gerarchia cattolica.

Non si può esser anticlericali (e il termine non è di esclusiva pertinenza degli atei, anzi molti cattolici si dicono fieramente tali) senza conoscere come e perché la Basilica di San Pietro è stata edificata, perché la prostituzione è stata sfruttata dagli Stati Pontifici, perché decine di papi sono stati eletti in smaccata condizione di simonia, quanti erano sposati, con figli che sono diventati loro stessi papi. Non si può esser cattolici italiani senza conoscere la differenza tra gli ordini religiosi e il clero secolare, tra i santi che hanno ordinato stragi di innocenti e gestito milioni di scudi d’oro, e chi invece ha immolato la propria vita a difesa dei poveri.

L’ora di religione sia davvero l’occasione per riappropriarci di una storia mai raccontata nella scuola italiana, con le sue tante ombre, ma anche con le sue indubbie luci. E se i vescovi italiani urlano contro (davvero siamo alla sceneggiata) “il bieco illuminismo”, questo significa che confidano nel fatto che molti giovani (e ahinoi molti adulti) manco sanno cosa sia l’Illuminismo, ovvero uno dei fondamenti su cui, per vicende storiche complicate e non lineari, è nata la democrazia.

Il relativismo della gerarchia cattolica, questo sì ambiguo e pericoloso per il pluralismo, si è nutrito del materialismo impregnato d’incenso, che ha benedetto carneficine, dittature, diseguaglianze sociali, e ora tenta (e in Italia grazie alla complicità di quasi tutta la classe politica ci riesce) di proporre una superiorità morale che grida vendetta davanti alla Storia. Invece di continuare a rincorrere, cercando di spiegare perché è un assurdo l’ora di religione, la sinistra, almeno quella che ancora vuole bene alla democrazia, alla cultura, alla laicità, rilanci, sfidi la gerarchia (la chiesa non mi stancherò mai di dirlo è ben altro…) sul terreno della memoria, della tradizione, dei valori morali.

Sarebbe bello che nella scuola italiana i giovani potessero finalmente apprendere cosa è stato il cattolicesimo concreto degli ultimi due millenni. Propongo, che la commissione che istituirà la nuova ora di Storia, possa suggerire, tra la vastissima bibliografa a disposizione con tanto di Imprimatur, anche il Liber Pontificalis e l’Annuario Pontificio; perché le verità più scomode e le analisi più impietose di ciò che è avvenuto e continua ad accadere, lo si trova proprio tra i libri ufficiali e gli autori più autorevoli cattolici.


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