Gay, c’è una sorpresa in politica

  

Ed eccoci a dover commentare ancora una volta episodi di violenta omofobia. Dopo la brutale aggressione ai danni dei due ragazzi avvenuta nei pressi del Gay Village, nella serata di martedì si è tentato di dar fuoco al Qube, storica location che ospita il Mucassassina. Roma è al centro dell’attacco contro le persone lgbt, è al primo posto nella triste classifica che giornalmente dobbiamo aggiornare, per quanto riguarda delitti, aggressioni, violenze ed insulti nei confronti delle persone gay, lesbiche e trans.

Ora Roma è anche la città dove ha vinto il centro destra, con un Sindaco, Gianni Alemanno, che della sicurezza ha fatto il suo cavallo di battaglia durante la campagna elettorale. E in questa chiave l’accorto primo cittadino capitolino ha convocato urbi et orbi le associazioni del movimento per fare insieme il punto della situazione. Imma Battaglia, che con altri soci gestisce il Gay Village, ha contribuito ad organizzare la due ore di serrato confronto, in cui ognuno ha detto la sua, e sostanzialmente chiesto al Sindaco, azioni concrete di prevenzione ed informazione. Ma la sortita politica durante la riunione e in conferenza stampa di Alemanno, che di colpo si è convinto che sia necessaria una normativa che preveda l’aggravante per i delitti perpetrati in ragione dell’orientamento sessuale e identità di genere delle vittime, ha spiazzato tutti. Furbizia? Coerente, pur non lineare, conclusione politica rispetto alla tolleranza zero tanto cara agli ex di AN? Può essere.

Certo fa impressione che Alemanno, superi su questa specifica questione a sinistra il PD e anche la sinistra radicale. Per quanto riguarda il PD se non ci fosse stato l’accorato e pubblico appello di Paola Concia affinché non sia lasciata sola in Parlamento a condurre la battaglia per l’apertura della discussione del provvedimento, tutto si sarebbe risolto nelle solite flebili prese di posizione di condanna. Per quanto riguarda la sinistra c’è una difficoltà culturale in più. Sostenere le norme di aggravante della pena per i delitti d’odio, se è facilmente comprensibile quando si tratta di ebrei, migranti, persone di colore, diversamente abili, è meno facile nei nostri confronti.

Rimane sullo sfondo anche una certa riluttanza a vedersi confusi con l’ira giustizialista e repressiva delle norme sicuritarie, che in questo caso sono giustamente avversate. Naturalmente Alemanno non si è trasformato di colpo da fiero avversario dei diritti delle persone lgbt ad alleato. Ha ribadito con chiarezza che non darà mai il patrocinio ai Pride, che sono per lui una manifestazione di tendenza (come le sfilate di moda e le processioni?) e che non è d’accordo con il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. Insomma un a posizione vicina a molti esponenti del centro sinistra.

Non vi è però dubbio che stiamo assistendo ad uno strano fenomeno: mentre alcune aree della destra cominciano, pure con tutte le prudenze e le pruderie del caso, ad affrontare la questione omosessuale, l’area del centro sinistra e complessivamente delle sinistre, tende a scivolare nel silenzio imbarazzato. Pesano le sconfitte elettorali, le discussioni congressuali, le tensioni che ogni volga emergono quando pubblicamente bisogna esprimersi su omofobia e amori lgbt, certo è che mentre un pezzetto di destra (Fini, Alemanno, Della Vedova, Rotondi, ma altri cominceranno ad uscire allo scoperto) avvia una riflessione, le sinistre regrediscono.

La destra, quella che da tempo si interroga sul futuro post berlusconiano e sull’abbraccio mortale leghista, comprende che per governare davvero il paese, bisogna guardare alla società per quella che è. E la questione omosessuale è lì in bella vista, tutti i giorni sui giornali, che non da tregua sicuramente alle sinistre, ma nemmeno alle destre. Se amministri una città come Roma non puoi voltare lo sguardo da un’altra parte mentre sono aggrediti i tuoi cittadini, vengono bruciate sedi e luoghi d’incontro, perché la sicurezza è un bene comune, non una bandiera ideologica.

E Alemanno l’altro giorno si è visto sfilare davanti agli occhi le famiglie omosessuali con tanto di figli al seguito, i genitori delle persone lgbt, i rappresentanti delle associazioni romane e nazionali che ogni giorno operano concretamente nei territori, e di cui è impossibile non finanziare servizi come i telefoni amici, (a Roma la Gay Help Line) i servizi alle persone in difficoltà, malate di Aids, le proposte culturale come il Gay Village e tanto altro.

Ecco, la destra che governa si trova davanti al fatto compiuto, non previsto, di doversi misurare con la nostra quotidianità, e ben presto, certo non in forma eclatante, dovrà fornire risposte anche e soprattutto sulla nostra cittadinanza, sul nostro diritto all’uguaglianza personale e di coppia. Tanti nel Pd, penso abbiano compreso quello che sta avvenendo, spero per loro, che ciò provochi un vero ripensamento rispetto all’attuale afonia. Vedremo ora che il movimento lgbt sta riflettendo sulla costruzione di una grande manifestazione nazionale da tenersi a Roma in autunno, quali risposte verranno dalla politica, dal mondo culturale e sociale delle sinistre italiane.


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