Luci e ombre dell’outing de Il Giornale su Boffo

  

Non vi è dubbio che il clamoroso outing* operato da Il Giornale nei confronti del direttore di Avvenire, Dino Boffo, sia frutto della sotterranea guerra di nervi iniziata con le supposte vicende sessuali del premier e il fastidio più volte esternato da parte della chiesa cattolica, primo fra tutti l’organo dei vescovi italiani.

La rinnovata direzione di Vittorio Feltri si fa immediatamente sentire e, utilizzando il vecchio detto popolare  che sottolinea come i preti chiedano ai cattolici di “fare quel che ti dico io ma non ciò che faccio io”, rivela una vicenda passata che avrebbe coinvolto il castigatore degli altrui costumi, Dino Boffo.

Che la gerarchia accolga benevolmente schiere di laici omosessuali nascosti, pur che siano fedeli alla linea, e soprattutto loro stessi omertosi rispetto ai tanti omosessuali preti, non è una grande novità. Fa naturalmente impressione che, forse per la prima volta, la destra utilizzi l’outing nei confronti della chiesa come arma politica di avvertimento.

Molte volte abbiamo ripetuto come nella maggioranza dei casi i preti, i giornalisti, i politici,  i commentatori, che con più fervore si scagliano contro i costumi sessuali altrui (e questo vale soprattutto nei confronti delle persone omosessuali) tenta di nascondere a se stesso e al mondo le propria vera condizione.

Un unico rilievo ci sentiamo di muovere a Il Giornale e a chiederne spiegazioni: ad un certo punto dell’articolo si afferma che il direttore era: “un noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per queste sue frequentazioni”. A noi risulta che – era ministro degli Interni Giorgio Napolitano – la schedatura degli omosessuali fosse pratica dismessa da tempo. Se ciò non fosse vero, allora si aprirebbe in questo Paese una vera e propria questione democratica. Di questo chiediamo conto all’attuale Ministro degli Interni Maroni e speriamo che la stampa voglia approfondire l’affermazione riportata da Il Giornale.

A Dino Boffo, pur con tutto il rispetto che si deve ad un fiero avversario delle libertà altrui, colpito oggi da un forzato outing, diciamo: sarebbe bene che riflettesse sulla violenza omofoba che colpisce la chiesa e una parte consistente della destra italiana, di cui ora è rimasto vittima.

Di questa destra omofoba resta un inimitabile esponente il quotidiano di Feltri che proprio oggi non perde occasione di pubblicare, a fianco dell’articolo di outing, un intervento zeppo di saccenti stereotipi e di volgari pregiudizi e irrispettoso della dignità e delle diversità che caratterizzano le persone LGBT, a firma di Marcello Veneziani.

Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay

* La differenza tra outing e coming out

Si parla di outing quando una terza persona o soggetto (in questo caso Il Giornale) dichiara pubblicamente l’omosessualità di un’altra, senza il consenso dell’interessata.

Si definisce invece coming out il processo di espressione pubblica e volontaria del proprio orientamento sessuale da parte della persona che vuole vivere in modo affermativo e visibile la propria piena identità.


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