Messina, ci dovrà pur essere una città

  

Messina. Una città ricavata nello spazio tra le colline peloritane ed il mare. Che le colline della zona sud siano a rischio frana si sapeva e non da poco. C’è gente che da anni è abituata, quando iniziano le prime piogge, a fare rifornimento dei beni di prima necessità, in previsione dell’isolamento dovuto alla puntuale frana.

Frana che, ad ogni pioggia, ricopre le strade tra Alì Terme, Scaletta Zanclea e Giampilieri
. Spesso fango e detriti venivano abbandonati per giorni e giorni sulla strada. Coloro che quest’estate frequentavano le zone balneari nei pressi dei paesi colpiti, ricorderanno il semaforo posto sulla strada per regolare il traffico lì dove la strada stessa diventava una strettoia per colpa della frana.

Così funzionano le cose a Messina, i problemi non si risolvono, si aggirano, si evitano. Oggi i messinesi hanno pagato con la loro vita, hanno visto la propria casa crollargli sopra, hanno visto il loro paese spazzato via, ricoperto dal fango.

2009. L’anno delle catastrofi. E il governo pensa ancora alle grandi opere!! Ma si, facciamo il ponte sullo stretto, ma una volta attraversato, ci dovrà pur essere una città, no? O i nostri politici si accontenteranno di camminare nel fango? Credo sia giunto il momento di ribellarsi. Di farsi sentire, questo stato dev’essere cambiato, in tutto e per tutto.

Giù i costumi e le parrucche. Uniamoci e facciamoci sentire. Siamo tanti e insieme possiamo.

Alessandro Cassandro Marchello


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