Giorno della Memoria e maleducazione

  

Giorno della Memoria. E’ una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo (nazismo) e del
fascismo.

Le persone omosessuali, troppo a lungo e ancora oggi troppo spesso sono dimenticate, trattate come persone e vittime di serie B, eppure è acclarato che con l’intento di purificare la società tedesca e propagare l’ideale di razza Ariana, i nazisti condannarono gli omosessuali come "socialmente aberranti". Furono 100mila gli omosessuali arrestati dai nazisti tra il 1933 e il 1945. Tra questi, 15mila vennero internati nei campi di concentramento e solo 4mila
sopravvissero.

Dovrebbe essere compito delle scuole di ogni ordine e grado adempiere al proprio compito educativo e formativo celebrando il Giorno della Memoria, commemorando tutte le vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, ivi comprese le vittime dimentiche: "gli omosessuali".

Quanto è avvenuto in queste ore a Napoli dà il segno dell’arretratezza  ed inadeguatezza di chi è chiamato ad educare al rispetto delle differenze e alla non discriminazione.

"L’Arcigay di Napoli, a nome del tavolo LGBT del Comune di Napoli ha proposto la celebrazione della Giornata della Memoria al Liceo Piero Calamandrei di Ponticelli, e precisamente al  dirigente scolastico, Prof. Sebastiano Pesce, il quale si è dimostrato inizialmente favorevole ad accogliere l’iniziativa.

Nel momento in cui è stata declinata la sigla LGBT (Lesbica, gay, bisex, transgender) ha cominciato a tergiversare, per poi giustificare il rifiuto accampando presunte e ridicole ragioni procedurali.

Proprio la scuola che dovrebbe essere il luogo in cui si insegna a valorizzare la cultura per le differenze e in cui viene combattuta ogni forma di discriminazione è stata oggi teatro di oscurantismo culturale" – dichiara Fabrizio Sorbara, Presidente dell’Arcigay di Napoli –  Auspichiamo in un ravvedimento operoso del dirigente scolastico, in mancanza gli suggeriamo  di lasciare posto ad altri, perché era suo compito organizzare e magari proporre all’Arcigay una collaborazione per la celebrazione della Giornata della Memoria, ma se poi giunge a rifiutare ogni tipo di collaborazione, non ha senso che rimanga a "diseducare".


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