Il Pride “satanico” di Mosca

  

MOSCA – Il sindaco di Mosca, Yuri Luzhkov, ha promesso di bloccare una manifestazione gay in programma nella capitale russa, descrivendo la marcia come un "atto satanico" e minacciando di fare ricorso a mezzi legali per evitarla.

Gli attivisti LGBT, che sostengono di combattere per i diritti riconosciuti loro dalla Costituzione in una società fortemente intollerante, promettono di andare avanti nell’organizzazione della marcia del 29 marzo con o senza il permesso delle autorità cittadine.

"Non abbiamo permesso queste manifestazioni nel passato e non le permetteremo neanche nel futuro", ha detto Luzhkov, sindaco 73enne che a causa della sua retorica anti-omosessuale aveva già attirato critiche da tutto il mondo. "Non è il momento di perdere tempo parlando dei diritti umani", ha aggiunto.

La scena gay moscovita è relativamente contenuta e la maggior parte dei locali della comunità omosessuale è conosciuta grazie al passaparola, non venendo pubblicizzata apertamente.
"E’ una retorica omofobica da medioevo", commenta Nikolai Alexeyev, leader degli attivisti omosessuali.

I gruppi di tutela dei diritti gay sperano che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo condanni il divieto che Luzhkov ha imposto sulle precedenti manifestazioni, non permettendogli più di fermare le marce.

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La testimonianza di Arcigay durante la repressione violenta del 2006


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