La pratica intimidatoria di Caffarra

  

«Un gesto irrituale e provocatorio, ma soprattutto assurdo e irresponsabile nel contesto di crisi istituzionale in cui versa la nostra città»: così Emiliano Zaino, presidente del Cassero-Arcigay di Bologna, risponde al cardinale arcivescovo Carlo Caffarra che ha definito «impossibile ritenersi cattolici se in un modo o nell’altro si riconosce il diritto al matrimonio fra persone dello stesso sesso», soprattutto se si hanno «responsabilità pubbliche».

«Lascia sbalorditi, prima ancora del merito – spiega Zaino – il reiterarsi di una pratica intimidatoria già messa in atto nelle scorse settimane in sede di approvazione della finanziaria regionale», legge che l’arcivescovo invitò a non rispettare perchè contenente l’equiparazione dei conviventi ai coniugi nell’accesso al welfare in Emilia-Romagna.

Un modo di fare, prosegue il presidente Arcigay, «che ha l’unico fine di radicalizzare il dibattito trasformandolo in scontro», proprio quando Bologna vive il suo momento istituzionale più difficile, con la prospettiva di un lungo commissariamento comunale.

«A queste pratiche – conclude Zaino – tutti i cittadini, cattolici e non, dovrebbero sentire l’esigenza di ribellarsi».


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