Makwan entra nelle scuole

  

A seguito di un progetto finanziato dal Ministero della Salute del Lavoro e delle Politiche Sociali e volto a contrastare le aggressioni a sfondo omofobo nell’ambiente scuolastico.

Arcigay Makwan  Messina si è recata a Patti, cittadina in Provincia di Messina  per parlare, incontrare e proporre un questionario fornitoci in funzione del progetto di cui sopra, da Arcigay. La scuola visitata dopo precedente contatto e quindi con appuntamento programmato è stata l’istituto professionale Gepy Faranda  nei suoi due plessi.

Da  premettere  che era nel programma del Presidente Franco e del direttivo  Makwan  creare dei contatti per poter avvicinare Arcigay alla scuola anche in Provincia di Messina. Questa occasione è stato l’input  che ci ha dato la spinta per accelerare anche il nostro progetto a livello locale ideato e in fase di elaborazione, ovvero una costante informazione a 360° in tutte le scuole della provincia o meglio dove le direzioni delle stesse lo permettano. Arcigay Makwan Messina ritiene essere veicolo di vera informazione, l’informare i ragazzi/studenti, in quanto è proprio da dietro i banchi di scuola che il bullismo può essere combattuto e nel tempo estirpare una cultura malsana ormai assodata come fatto ineludibile. Non di questo parere questo comitato che: diversamente pensa ad un stillicidio d’informazioni continue, che col tempo riescono a fare breccia e modificare certi malsani comportamenti o certe convinzioni, se  si parte proprio da dove la cultura forma  la persona , la sua personalità, il suo modo di agire e quanto di più si può aggiungere – LA SCUOLA-  nessun veicolo è migliore di questo, se usato nel giusto modo per fare e dare informazione. Ancor di più oggi  ne siamo convinti, dopo l’esperienza maturata al Gepy faranda di Patti (ME).

Innanzitutto ci è doveroso ringraziare la direzione dell’istituto Gepy Faranda, ringraziare il prof. De Luca, che con grande simpatia ci ha messi a nostro agio presentandoci alla classe mista del plesso distaccato dandoci tutta la collaborazione necessaria affinchè in quel plesso potessimo svolgere il nostro impegno.  Un doveroso ringraziamento va anche agl’insegnanti che ci hanno accolto nelle classi. In questo plesso dove abbiamo incontrato una classe mista, i ragazzi sono stati disponibili a riempire il formulario in maniera anonima che gli abbiamo distribuito, applicandosi sia i ragazzi che le ragazze con la massima attenzione a dare le risposte più vicine al loro modo di pensare.

Da qui ci siamo spostati alla sede centrale dell’Istituto, dove il prof. Zappia che ringraziamo ha fatto gli onori di casa accompagnandoci nelle varie classi, spiegando a tutti la ragione della nostra presenza. I ragazzi dopo un attimo di smarrimento hanno con piacere e con impegno riempito il formulario loro consegnato, in una classe in particolare che per ragioni interni alla scuola era in quel momento senza insegnante si è potuto intavolare un discorso ampio a 360° sulla motivazione della nostra presenza, sulle loro idee, ci si è confrontati serenamente, parlando oltre che di bullismo e omofobia, anche di prevenzione Aids e malattie varie. Questo sereno confronto ci ha dato la possibilità di capire quanto importante sia una massiccia azione di contrasto al “non sapere” con un informazione del “sapere” .  vedere questi ragazzi in difficoltà  nell’esprimere le proprie idee usando i giusti termini delle parole come Gay, Omosessuale, Lesbica, transessuali, Aids, Gonorrea, Sifilide. E così via, ci ha reso ancor più consapevoli che da parte delle istituzioni preposti molto poco si fa per mettere a proprio agio il corpo docente per poter liberamente parlare di tutto ciò che questi termini rappresentano. Essendo questo un mondo reale e non fantastico nè inventato oggi, l’omosessualità in tutte le sue sfumature e situazioni esiste e convive con il resto della società da tempi  remoti, e voler ad ogni costo tenere la testa nella sabbia e cercare di nasconderla è solo un meschino modo, che rasenta il razzismo. In questo modo è da giudicare l’unico docente (non meritevole di questo titolo) che, a differenza di tutti gli altri che nuovamente ringraziamo, con fare sdegnato ha rifiutato il modello riservato al corpo docente da riempire, e a delle frasi di un ragazzo dette in maniera scherzosa, le ha rese offensive con una sua infelice affermazione, non contento quando abbiamo lasciato la classe e ci ha consegnato i modelli, nel momento in cui gli è stata  porta la mano per salutarlo con fare schifato si è girato da un altro lato facendo finta di non vedere che gli si dava il saluto. A questo comportamento omofobo di questo docente, hanno risposto però i ragazzi e gli altri docenti, partecipando tutti alla formulazione del questionario. La nostra soddisfazione è questa, i ragazzi hanno voluto riempire il modello per dire la loro opinione, e dando così anche un esempio di grande coraggio che ci fa sperare bene per le future iniziative in ambito scolastico, e dando così una lezione di civiltà a un docente che si sarebbe dovuto sedere lui tra i banchi di scuola e lasciare la cattedra ai suoi studenti che la meritavano di più nella fattispecie. Docenti simili che si ricollegano ad un altro Preside docente che in occasione della giornata del primo dicembre, giornata mondiale contro l’aids, ha risposto con una frase infelice: “ E’ TEMPO PERSO” a questo preside di un grande istituto di Messina  il Presidente arcigay Messina ha risposto attraverso un’ intervista televisiva, ma oggi dopo la soddisfazione di aver avuto attenzione su un argomento importante come il bullismo  da parte dei ragazzi del Gepy Faranda, cogliamo la mortificazione di docenti OMOFOBI e inadatti al compito che l’etica professionale prevede per chi insegna, di una cosa siamo contenti però, queste persone sono la minoranza e non possono nuocere in alcun modo. A loro è contrapposto la stragrande maggioranza di docenti che sanno fare il loro mestiere con passione, ma principalmente con grande responsabilità e con loro migliaia di studenti che hanno sete di sapere, capire, evolversi davanti a un mondo in continua evoluzione, a tutti costoro un grazie di cuore, il lavoro è tantissimo ma insieme potremo inculcare la cultura del rispetto contrapposta alla cultura del bullismo, razzismo, omofobia e quant’altro di negativo c’è. Come direttivo Arcigay Makwan continueremo su questo e su tanti altri progetti, sicuri che l’unica strada da percorrere è l’abbattimento del muro del silenzio.

Messina 29/01/10
Giuseppe Franco
Presidente Arcigay Makwan Messina
[email protected]


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