Arcigay: paradossale sentenza tribunale Palermo

  

La punizione ad un anno di carcere, inflitta ad una insegnante di Palermo per aver castigato un alunno omofobo, è “paradossale perché riconosce dignità all’omofobia”. Lo sottolinea in una nota Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay, dopo la sentenza del tribunale di Palermo che ha condannato a un anno di carcere una insegnante 59enne che fece scrivere ad un alunno cento volte sul suo quaderno la frase “sono un deficiente” perchè il ragazzo, con due suoi amici, non aveva fatto entrare in bagno un compagno dicendogli che ‘era una femminuccia, un gay’. “Quell’insegnante che ha difeso una vittima – spiega Patanè – ha assolto al suo ruolo e giustamente punito un bullo con l’intenzione di fargli comprendere l’orrore generato dalla violenza, dalla sopraffazione e dalla denigrazione”. “Sarebbe bene che la sentenza di Palermo apra spazi di dibattito sulla necessità di costruire finalmente una cultura del rispetto, tema sul quale si gioca la crescita civile e il futuro del Paese. Per evitare che le vittime continuino ad essere vittime – conclude Patanè – e i carnefici carnefici, chiediamo ai giudici una riflessione più attenta e approfondita sull’omofobia e esprimiamo la nostra solidarietà all’insegnante, insieme all’auspicio che le istituzioni siciliane, e il Ministero dell’istruzione, esprimano il loro sostegno ad una persona ingiustamente condannata”.


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