Diritti-gay, i cattolici del Pd insorgono

  

Ieri Latorraca, oggi Mancusi: «Accelerata pericolosa sulle unioni di fatto». Ma LIVORNO QUANDO SI PARLA di valori etico-civili e sociali spesso la politica mostra tutti i suoi limiti. Quello che sta accadendo nel Pd conferma che il dibattito sulle coppie di fatto, sulla sacralità del matrimonio e sui diritti civili va ben oltre i dictat dei partiti. Il casus belli: l’intervento del sindaco Alessandro Cosimi all’incontro,organizzato dalla segreteria dell’Unione Comunale del Pd, dall’Arcigay e dalle Comunità Straniere, dal titolo «Essere liberi» che si è tenuto sabato scorso al teatro delle Commedie. Il primo cittadino ha contestato l’atteggiamento di paura della Chiesa nei confronti dell’omosessualità anche se «nella dottrina sociale della Chiesa ha detto c’è uno sforzo su certi argomenti. Bisogna rompere i tabù. Il manifesto fatto dall’Ikea a Catania (dove due uomini si tengono per mano ed entrano nel negozio, ndr) è squisito perchè rappresenta un punto di grande democrazia, frutto di una cultura europea. Sono critico nei confronti del conformismo con il quale la Chiesa vuole insegnarci ad allevare figli; un conformismo che c’è anche nel mio partito». E all’indomani di tali dichiarazioni c’è chi, proprio dalle file del suo partito, ha preso le distanze dal «Cosimipensiero». E’ stato il consigliere comunale del Pd Alessandro Latorraca a uscire per primo ieri su queste colonne. A ruota Giovanni Mancusi, altra anima cattolica del Pd: «Che le unioni di fatto debbano avere dei riconoscimenti nessuno lo mette in dubbio dice Mancusi riferendosi al certificato anagrafico per le coppie di fatto ma che questo debba essere equiparato al matrimonio, proprio no. C’è stata un’accelerazione pericolosa nel Pd su certi temi che devono essere ricondotti ad un confronto più ampio. Sulle scelte che investono la nostra coscienza poi non si possono fare forzature». LA «FUGA IN AVANTI» è condotta dalla consigliera Arianna Terreni che si sta impegnando molto su certi temi, forte di una visione aperta in materia di diritti umani. La Terreni viaggia molto, si muove accompagnata solo da un sacco, alla scoperta del mondo. Ed è con lo spirito di chi vuol dare un contributo al dialogo ed al confronto che si è cimentata prima con il dibattito sulla moschea, ora con quello sui diritti civili. Chiamata in causa, la giovane consigliera del Pd scrive una lettera aperta a Latorraca. «Ho letto con attenzione l’intervento di Latorraca su La Nazione di ieri e spontaneamente mi è venuta una domanda scive la Terreni non era più corretto che lo stesso intervenisse all’evento e dicesse, liberamente, le proprie idee?». È LEI a prendere le difese del sindaco Cosimi che, interpellato tramite il suo portavoce, non ha voluto rispodere a Latorraca. «Non credo che il Sindaco abbia voluto dettare legge alla chiesa’ scrive la Terreni ma, conoscendo anche il suo rapporto con il Vescovo, abbia voluto esprimese un parere su una Chiesa che non sempre è aperta ai diversi problemi che si vivono oggi. La Chiesa è libera di dare ogni insegnamento a chi bussa alle sue porte, perché questo fa parte dei diritti e doveri di ogni religione. D’altra parte io ho indetto una serie di appuntamenti sui temi dei diritti civili, partendo proprio dall’articolo 19 della costituzione sulla libertà di culto. E’ vero che la chiesa “ufficiale” detta certi insegnamenti, ma si è sicuri che tutti i cattolici la pensino alla stessa maniera o ci siano anche tanti cattolici che prendono atto delle nuove situazioni e le affrontano con serietà ed apertura?». LA TERRENI impugna la causa degli LGBT: «Hanno diritto che sia rispettata la loro identità, perché sono persone come tutte le altre e, per dirlo “alla cattolica”, anche loro creati ed amati da Gesù. Allora perché ci debbono essere persone che cercano di discriminarli, non volendo riconoscere diritti a loro dovuti? Perchè, “persone dignitose ma lontane dai valori dell’etica naturale”?». La consilgiera del Pd ricorda l’incontro avvenuto alcuni giorni fa tra il vescovo monsignor Simone Giusti e alcuni rappresentanti dell’Arcigay: «Il vescovo, dando segno di grande attenzione, ha ricevuto l’Arcigay e si è detto disponibile ad iniziare un percorso con loro, tanto che ha indicato un sacerdote ed un diacono come loro referenti. Noi non vogliamo scontrarci con la Chiesa, ma le chiediamo di essere accogliente come una madre ed un padre che amano i loro figli non per quello che avrebbero desiderato che fossero, ma per ciò che sono.Comunque il nostro intento è quello di creare discussione e dibattito, pertanto, pur non convivendo il contenuto, ringrazio Lattoraca per la pubblicità che ha fatto al nostro evento, con la speranza, magari, di vederlo presente al prossimo». m. b.


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