Giornata contro l’omofobia. Il discorso del Presidente nazionale di Arcigay alla Camera dei Deputati

  

ROMA, 17 MAGGIO 2011

CAMERA DEI DEPUTATI – SALA DEL MAPPAMONDO

DISCORSO DEL PRESIDENTE NAZIONALE DI ARCIGAY – ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA E DEL MINISTRO DELLE PARI OPPORTUNITA – IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE CONTRO L’OMOFOBIA

On. le Presidente della Camera dei Deputati
On. le Ministro delle Pari Opportunità
On. le Paola Concia
On. li Parlamentari presenti
Sig. ri Rappresentanti delle Associazioni

Il Capo dello Stato ci ricorda che la democrazia non è mai acquisita una volta per tutte. Può dunque dirsi compiuta una democrazia, se al suo interno esistono città invisibili in cui le storie e la natura delle persone vengono alterate ed ingannate come da specchi deformanti? Forster nel suo “Maurice” scriveva, citando il secondo libro di Alice, che al di là dello specchio si popola un mondo cifrato e parallelo dove per secoli generazioni di uomini e donne, giovani e anziani, gay, lesbiche, transessuali, sono stati emarginati nel buio e nel silenzio di biografie e identità rifiutate e stravolte, ovvero condannate al disprezzo,alla detenzione, alla tortura, all’assassinio. Così è ancora oggi in troppa parte del mondo.

Ma le persone lgbt sono state trascinate al di qua dello specchio: dal loro coraggio e dalle conquiste di civiltà che da due secoli a questa parte hanno portato l’Europa ad interrogarsi sul principio di uguaglianza e per esso a combattere, attraverso le battaglie delle donne, degli ebrei, delle persone di colore, ed oggi delle persone gay, lesbiche e transessuali.

Questa battaglia che ha connotato l’Europa, ha pervaso di sè i Paesi più evoluti del mondo,ma rispetto al riconoscimento dell’uguaglianza delle persone gay, lesbiche e transessuali, vede nell’Unione soltanto l’Italia immobile in un nulla di fatto che umilia cittadini e cittadine con tutti i doveri e minori diritti.

L’autentica visibilità civile delle persone lgbt conosce però una frontiera che non può essere ingannata dall’ipocrisia e dal cinismo. Esattamente come in uno specchio, al di là sei “qualcosa”, ma è solo al di qua che sei “qualcuno”, e dunque, come per tutti, essere cittadini veri significa possedere non una generica visibilità, bensì una riconosciuta e tutelata visibilità pubblica che si realizza solo attraverso la visibilità dei diritti ed il riconoscimento della quotidianità: siamo figli e figlie in famiglie decisive per la nostra libertà; siamo coppie e quindi a nostra volta famiglie che chiedono tutele; siamo padri e madri; siamo poveri di autentiche pari opportunità di vita, e di lavoro, solo perché è differente il nostro orientamento sessuale o, in modo ancora più drammatico ,perché è differente l’identità di genere.

La Carta fondamentale però parla anche di noi, e di questo ne siamo certi, perché per quei principi anche noi abbiamo versato sangue e vite, attraverso le persecuzioni totalitarie, il confino i campi di concentramento, contribuendo alla costruzione dell’Unità e alla Costituzione di questo Paese di cui rivendichiamo profondamente di essere parte.

Oggi, 17 maggio, è la giornata mondiale contro l’omofobia; il 23 maggio nell’aula della Camera si dibatte la Legge contro l’omofobia. Consegniamo alle Istituzioni della Repubblica la nostra istanza di giustizia, e già oggi è tardi perché tanta ,troppa gente è vissuta e morta segregata al di là dello specchio. Consegniamo al Parlamento la richiesta di una riflessione decisiva, laica e libera da pregiudizi, perché affidarsi ai pregiudizi è una rinuncia inaccettabile al pensiero e dunque ad un agire corretto e rispettoso. Se sarà questo il metro, il coraggio e la giustizia prevarranno su paure e preconcetti per definire un testo che, dopo 1000 giorni in Commissione, garantisca prevenzione e sanzione vere e piene contro omofobia e trans fobia e non sia uno specchio per eludere un problema.

Questo è l’anno di Europride, il più grande evento lgbt del Continente, dall’1 all’11 giugno qui a Roma: è ancor più il momento giusto perché dai nostri parlamentari arrivi un segnale di sostegno e di adesione ad un evento che vuole contribuire all’immagine colta ed alta del Paese e dall’Italia arrivi un impegno a rilanciare la direttiva orizzontale contro le discriminazioni. E’ ancor più il momento giusto per dimostrare che Roma e l’Italia sono autenticamente e culturalmente Europa e che il Parlamento raccoglie i segnali provenienti dalla società, dalle sentenze dei tribunali, dalla scienza, dall’università, dalle imprese, dalla vita vera delle persone omosessuali e transessuali per procedere al riconoscimento del principio di eguaglianza contro omofobia e trans fobia e a tutela di quelle coppie omosessuali che la sentenza costituzionale n. 138 del 2010 definisce portatrici degli stessi diritti delle coppie eterosessuali coniugate. La questione lgbt in Italia riguarda la civiltà del nostro Paese ed è parametro di autentica realizzazione della democrazia e della Costituzione.

Siamo grati al Presidente della Camera dell’onore che ci ha riservato accogliendoci oggi; al Ministro delle Pari Opportunità per l’importante sostegno e la grande sensibilità dimostrata nell’esercizio del suo Dicastero, ad UNAR per il lavoro straordinario, a Paola Concia per il suo coraggio che ha raccolto il lavoro ed il coraggio degli On.li De Simone, Grillini, Luxuria e Silvestri, protagonisti di una battaglia visibile da persone lgbt dichiarate in Parlamento.
Ma ora è giunto il momento di dirsi una volta per tutte, con le parole di Michel de Montaigne “che chiamiamo contro natura semplicemente quello che è contro la consuetudine”. “Come la razza ed il genere, ci ricorda Martha Nussbaum nel suo “Disgusto e umanità”, l’orientamento sessuale è una caratteristica radicata che ha un significato profondo per gli individui, poiché ne influenza le possibilità di felicità e di espressione di sé, e non può diventare fonte di diseguaglianza sociale.”

L’omofobia e la trans fobia sono odio e l’odio è disgusto. E’ davvero possibile che in Italia l’odio e il disgusto continuino ad essere norma che esclude, discrimina, umilia e rinchiude milioni di persone e le loro famiglie nello specchio di una vita falsata e irreale?

Ho iniziato con una domanda e concludo con una domanda: vorremmo finalmente risposte degne di una grande democrazia.

Dedicato a tutte le vittime dell’omofobia e della transfobia, a Marcella Di Folco che oggi non è più con noi, e a David Kato Kisule, piccolo grande uomo, attivista gay ucciso a martellate in Uganda per il coraggio di essere se stesso.

Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay


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