Gli negano la patente perché omosessuale “Ne ho passate tante, ora sono più forte”

  

di SONIA GIOIA
BRINDISI – “Sono laureato in Scienze della Comunicazione, faccio la guida turistica nel parco divertimenti Curtipetrizzilandia, a Cellino San Marco, sono automunito e omosessuale. Non avrei mai immaginato che il mio orientamento sessuale avrebbe fatto la differenza nel curriculum, fino a vedermi negato il rinnovo della patente”, scherza il 33enne cellinese Cristian Friscina, vittima di una incredibile storia di discriminazione finita in Parlamento grazie a una interrogazione di Rita Bernardini, dei Radicali.
Il protagonista si racconta con grande ironia, ma solo oggi che, dopo averne passate tante, ha “le spalle più larghe”. “Ho fatto outing per la prima volta a vent´anni – spiega – , in un paese del Sud che conta 7mila anime, Cellino San Marco, non è stato facile, eppure sapevo di doverlo fare”. Quando questa vicenda ha avuto inizio, la forza di scherzare sui rigurgiti razzisti subiti dagli omosessuali, non era la stessa. Era il 1999 quando, fresco di patente, gli arrivò la cartolina di precetto per il servizio di leva si recò spaventato presso il distretto militare, chiedendo l´esonero in quanto omosessuale. “Era un mio diritto – precisa – , lo sapevo. Ma ero terrorizzato dall´idea che la mia richiesta fosse respinta”. Venne sottoposto a visita medica presso l´ospedale Bonomo di Bari. Sul referto, i sanitari del presidio barese, scrissero che il paziente presentava “patologie che potrebbero risultare di pregiudizio per la sicurezza della guida”, non altrimenti specificate. Le vicissitudini successive, Cristian Friscina lo ha scoperto solo recentemente, affondano le radici proprio in quella relazione clinica. “Dopo qualche tempo – racconta – , esattamente un mese prima del Gay Pride celebrato a Roma nel 2000, una comunicazione del Ministero dei trasporti mi avverte che c´erano delle riserve, da approfondire, sulla mia idoneità psico-fisica alla guida, mi rivolsi dunque ad un avvocato per capire di cosa si trattasse”. Malgrado la comunicazione del dicastero la vicenda cade nel dimenticatoio, senza ulteriori conseguenze. Il problema si ripresenta quando, nel 2009, Friscina avvia le pratiche per il rinnovo della patente, attendendo invano il bollo. Quando chiede spiegazioni, un medico gli rivela che c´è un provvedimento ostativo del ministero a suo carico: “Evidentemente hai problemi di tossicodipendenza”, prova a indovinare il dottore. E´ alla motorizzazione che si svela l´arcano: “L´ostacolo era tutto nel referto di dieci anni prima, dal quale sarebbero sorti dubbi sulla persistenza dei requisiti di idoneità psicofisica prescritti per il possesso della patente. In alternativa mi proposero una patente per disabili”.
Cristian Friscina va su tutte le furie, decide di rivolgersi all´Arcigay e all´associazione Certi diritti dei Radicali, che gli fanno quadrato intorno offrendogli assistenza legale gratuita. La vicenda è approdata in Parlamento ieri mattina, in forma di interrogazione a firma di Rita Bernardini. Ieri mattina stessa, a tempo di record, è arrivata una comunicazione del Ministero dei Trasporti che dichiara gli ostacoli opposti al rinnovo miracolosamente rimossi. “Follia discriminatoria, ignoranza pura”, tuona Paolo Patanè, presidente di Arcigay. “Omofobia di Stato”, per Paola Concia, del Pd. Una “bestialità, da sciocchi patentati”, dice Rossana Praitano, presidente del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli. Tante e unanimi reazioni di condanna, mentre qualcuno rammenta che il provvedimento ostativo opposto dal ministero dei Trasporti al rinnovo del documento di guida, porta la data del 2000, anno in cui il dicastero era retto da Pierluigi Bersani.


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