Omofobia, legge bocciata

  

di Giancarlo Cologgi
Roma. Brusco stop alla Camera per la legge sull’omofobia che, sostenuta anche dagli appelli di Giorgio Napolitano contro la discriminazione e la violenza nei confronti degli omosessuali, sembrava marciare spedita verso l’approvazione. Il provvedimento è tornato invece improvvisamente alla casella di partenza.
L’intoppo si è verificato in commissione Giustizia di Montecitorio dove il centrodestra, dopo quasi mille giorni di discussione, ha bocciato il testo di mediazione scritto da Paola Concia, la parlamentare del Pd che poche settimane fa era stata aggredita fuori dalla Camera, mentre passeggiava con la sua compagna Ricarda e che per questo aveva ricevuto messaggi di solidarietà da tutte le forze politiche.
In commissione, però, la maggioranza ha deciso di fare marcia indietro e, dopo aver chiesto invano di rinviare la votazione di qualche giorno, ha votato compattamente contro la proposta di legge della Concia: ai voti del centrodestra se ne sono aggiunti due dell’Udc, i cui rappresentanti in commissione si sono divisi.
Il motivo alla base del ripensamento del centrodestra sembrerebbe riguardare i dubbi sulla costituzionalità della legge. «Perché introdurre aggravanti se le vittime sono omossessuali e non, per esempio se sono persone con opinioni politiche diverse o anche tifosi di calcio?» esemplifica la leghista Carolina Lussana.
È probabile che le proposte della Concia siano state giudicate troppo avanzate e difficilmente digeribili dall’elettorato tradizionalista del Pdl. Un elettorato del quale si conferma alfiere il sottosegretario Carlo Giovanardi che, infatti, plaude alla stop in commissione, giudicando «sconcertante» l’insistenza dei paladini della legge sull’omofobia «nel momento in cui la cronaca è piena di episodi di donne massacrate da mariti, amanti o padri».
Ma il colpo di freno dato dal centrodestra in commissione ha aperto un nuovo caso nel governo. Il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, è andata su tutte le furie: ora parla di «occasione persa dal Pdl» e annuncia che in aula alla Camera voterà il testo dell’opposizione. Già: perché, a norma di regolamento, la bocciatura in commissione non blocca il cammino del progetto di legge. Alla Camera si arriverà comunque, il 23 maggio, alla discussione sull’omofobia e i deputati saranno chiamati a discutere sul testo precedente a quello della Concia, che porta la firma del deputato del Pd, Antonello Soro.
Ma, essendo saltata la mediazione della Concia, l’Idv rispolvererà la sua vecchia proposta che prevede l’estensione della legge Mancino sulla discriminazione razziale anche ai reati commessi contro gli omosessuali.
Senza i voti del centrodestra, però, la legge non ha molte chance di successo. E per questo l’opposizione di centrosinistra, spalleggiata dalle organizzazioni in difesa dei diritti dei gay, denunciano il blitz in commissione. «Sono persone che dicono no a una battaglia di civiltà», dice a caldo Paola Concia. «L’atteggiamento della maggioranza è incredibile e inaccettabile», attacca invece il capogruppo democratico Dario Franceschini. «Siamo alla bocciatura di norme che sono previste in tutta Europa», osserva dal canto suo l’ex ministra Barbara Pollastrini, mentre per Nichi Vendola il voto della commissione è «un segno di inciviltà».
Le associazioni gay non sono da meno: da Equality al circolo Mario Mieli, l’indignazione della comunità omosessuale è totale. Interviene anche Vladimir Luxuria, ormai icona del mondo omosessuale italiano: «Dopo questa ennesima bocciatura chiedo che gli esponenti di questa maggioranza abbiano almeno la decenza di non fare finte dichiarazioni di solidarietà quando avvengono aggressioni fisiche o verbali nei nostri confronti».
Di irresponsabilità parla Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay: «Solo ieri, per le celebrazioni per la Giornata mondiale contro l’omofobia, avevamo chiesto risposte degne di una grande democrazia. Al nostro appello si era aggiunto quello delle più alte cariche dello Stato che, per bocca della Repubblica, Giorgio Napolitano, del presidente del Senato, Renato Schifani, e del presidente della Camera, Gianfranco Fini, che avevano espresso la propria preoccupazione per l’omofobia e la transfobia nel nostro Paese e confermato la necessità di provvedimenti legislativi di contrasto, assicurando solidarietà alla comunità omosessuale e trans italiana».
Per Arcigay la bocciatura di ieri è degna del più arretrato e fondamentalista dei Paesi. Non ci accontentiamo più di belle parole, che non si concretizzano poi in provvedimenti di legge. A Pdl, Lega e Udc, che con questo voto si allineano alla peggior destra integralista europea, chiediamo un gesto di responsabilità: accolgano l’invito del ministro Carfagna e in aula votino a favore di una seria legge che colpisca violenza e pregiudizio».
Infine, l’Associazione radicale certi diritti invita «tutti coloro, associazioni e cittadini, che hanno a cuore il provvedimento contro l’omofobia, a partecipare alla veglia che si svolgerà a Roma dal pomeriggio di lunedì 23 maggio in piazza Montecitorio per sostenere l’approvazione del provvedimento.
Daremo vita ad una non-stop di interventi e iniziative davanti alla Camera dei deputati».


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