Omosessuale rischia rimpatrio in Nigeria

  

di Cinzia Gubbini

Quattordici anni di carcere possono essere considerati un “abuso concreto” nei confronti delle persone omosessuali? E’ quanto prevede il Codice penale in Nigeria, mentre ci sono alcuni stati federali in cui viene addirittura applicata la legge della sharia. in quel caso per gli uomini non sposati sono 100 frustrate, per quelli sposati morte per lapidazione dopo un anno di prigione.

Per la Commissione per il diritto di asilo che si riunisce a Caserta, però, non esistono evidenze concrete di persecuzione nei confronti degli omosessuali nigeriani. Tanto che a un ragazzo di 28 anni nigeriano e omosessuale Joshua John Paul è stato negato il diritto di asilo e entro il 12 maggio sarà rimpatriato.

In molti penseranno che forse Joshua ha affermato di essere omosessuale con l’unico scopo di accedere più facilmente al diritto di asilo, senza produrre alcuna prova concreta. Per poter ottenere la protezione dello Stato, infatti, è necessario produrre delle prove – in genere molto difficili da reperire, anche perché il diritto di asilo viene concesso soltanto a chi subisce una persecuzione “personale”. Ma quello di Joshua è un vero e proprio caso di scuola. Di fronte alla Commissione è stata portata la copia del giornale “Nigeria Observer” – con traduzione certficata dal tribunale – in cui compaiono foto, nome, età di Joshua e l’invito a “consegnarlo alla polizia” in cambio di “una lauta ricompensa” proprio per i suoi comportamenti omosessuali, definiti “molestie” e che avrebbero addirittura “creato disordini” tra le comunità cristiane e musulmane: John Paul è cristiano mentre il suo fidanzato è musulmano.

Nello stato da cui proviene Joshua la sharia non viene applicata, gli toccherebbero comunque anni di prigione se rientrasse nel paese. Ma non solo, perché il suo avvocato, Loredana Briganti, teme che se Joshua rientrasse in Nigeria la “vendetta” si realizzerebbe comunque per mano della famiglia con cui Joshua ha avuto una relazione.

Ora Arcigay, EveryOne, organizzazione per i diritti umani, e l’Associazione radicale Certi Diritti, hanno fatto appello al Ministro dell’Interno Roberto Maroni e al Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna perché sia conferito con estrema urgenza lo status di rifugiato a Joshua. Sul suo caso è anche stata presentata una interrogazione da parte del parlamentare di Fli Giuseppe Valditara senza alcuna risposta. “Siamo quindi a chiedere – spiegano i rappresentanti delle associazioni – che il Governo italiano attivi immediatamente, attraverso il Ministero dell’Interno e il Ministero delle Pari opportunità, tutte le procedure necessarie per scongiurare il ritorno coatto di Joshua J. in Nigeria, che lo metterebbe in serissimo pericolo di vita”.


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