Il Cav è riuscito a mobilitare mezzo Paese contro di sé

  

Nuova botta al Cavaliere (e al Senatùr, che ha sconsideratamente preso posto accanto a lui sotto l’ombrello del «no» mentre nel cielo s’ingrossava la nuvola degli sputi). Raramente un politico italiano ha raggiunto un simile traguardo: mobilitare mezza nazione contro di sé perdendo contemporaneamente l’appoggio dell’altra metà. E mica per avere fatto qualcosa di male, ma per non avere fatto niente, a parte qualche arlecchinata, pittoresca e giusto un «bunga bunga» o due.* * *Puntato al bersaglio grosso, Silvio Berlusconi, il referendum che ricaccia il nucleare tra i tabù, nell’inferno cinese delle interdizioni, farà piovere fallout atomico sul centrodestra fino alla fine dei secoli be’, almeno per una settimana o due, forse anche tre, male (o ben) che vada fino alla fine della legislatura.* * *E se alla fine, nei libri di storia su questa svolta italiota del millennio, il nome del Cavaliere finisse in nota, nemmeno a piè di pagina ma in fondo al volume, insieme a quelli di Leoluca Orlando e di Mariotto Segni, mentre a fare da protagonista del capitolo sull’Età Berlusconiana non fosse Silvio ma Marina?* * *«L’equilibrio dei poteri, il governo costituzionale, l’alternarsi dei partiti – osserva Edgard Quinet in Révolutions d’Italie – sono stati in ogni età, in Italia, una chimera. La razza ripugna per sua natura al parlamentarismo di tipo inglese, all’intellettualismo settecentesco di stampo francese. Popolo dunque ingovernabile alla moderna» (Arrigo Cajumi, Pensieri d’un libertino, Einaudi).* * *Sabato nel centro della capitale, è sfilata la parata dell’orgoglio gay. «In testa», si leggeva nelle agenzie, «sventolano con i colori dell’arcobaleno numerose bandiere dell’Arcigay». Va bene gay, diceva Francesco Cossiga. Ma arcigay è troppo!* * *Neppure i nuclearisti più convinti hanno mai pensato che se non fosse passato il sì al referendum si sarebbero fatte le centrali nucleari. Persino piantare o spiantare un albero, da noi, è roba da tirarsi addosso tutta la vendoleria d’Italia in corteo. Ma è passato il referendum che abolisce d’emblée il legittimo impedimento, l’ultima trincea a difesa di quel che resta del nostro sistema politico. Ha vinto la volontà di potenza giudiziaria: prepariamoci al peggio.* * *Gianni Alemanno, che aveva rifiutato d’incontrare Lady Gaga per via (sembra) della sua incerta identità sessuale, è stato ripagato con la stessa moneta dal direttore d’orchestra Riccardo Muti, che ha rifiutato d’accettare la cittadinanza romana onoraria. Anche qui, un caso d’identità incerta, ma politica. Alemanno è un fascista en travesti fasciato dal lamè e con i tacchi alti del liberaldemocratico osé? O è un liberale con le poppe finte e il toupé fosforescente dell’antemarcia irriducibile?* * *C’è un ché d’Europride nei festeggiamenti per la vittoria referendaria: cappellini di carta, trombette e nacchere, rime sberflone, triccheballacche. Pierluigi Bersani e i democratici, tra questi ballerini un po’ estremi, hanno l’aria degl’imbucati. Accennano qualche sculettamento e si guardano intorno senza capire che ci fanno qui.* * *Giuliano Ferrara insiste: il Cavaliere torni a essere quello che era (meno capelli, ma molto più convincente) dieci e anche quindici anni fa. Ma a che ci serve un politico che esprimeva lo spirito dei tempi in un’altra epoca storica? Ci serve di gesso, o di marmo, amando l’orrido, per ammirarne il mezzobusto. Ma di persona è un dinosauro. Passi la mano. A chi? Be’, c’è un mercato anche in politica: il centrodestra si affidi alla sua Mano Invisibile.* * *«La politica reale i pensa e s’immagina, ma quella che si vive e si pratica giorno per giorno, ha poco a che vedere con le idee, i valori, l’immaginazione e, per dirla crudamente, con la generosità, la solidarietà e l’idealismo. È fatta quasi esclusivamente di manovre, intrighi, cospirazioni, patti, paranoie, tradimenti, molti calcoli, non poco cinismo e ogni sorta d’acrobazie. Perché il politico di professione, che sia di centro, di sinistra o di destra, quel che davvero lo muove, lo eccita e lo mantiene in attività è il potere: arrivarci, tenerselo o recuperarlo quanto prima. Chi non è capace di provare quell’attrazione ossessiva, quasi fisica, per il potere, difficilmente riesce a diventare un politico di successo» (Mario Vargas Llosa, Il pesce nell’acqua. Autobiografia, Libri Scheiwiller).* * *Se è stato davvero il maltempo, domenica e lunedì, a favorire il raggiungimento del quorum ai referendum, chissà che cosa non favorirebbe un nubifragio, o il diluvio universale.* * *«A seguito d’una decisione che il popolo italiano sta prendendo in queste ore», ha dichiarato serafico il Cavaliere, «dovremo dire addio al nucleare». Al nucleare? O Berlusconi! O umanità!* * *Pierluigi Bersani, in treno, ha scoperto che a volere il cambiamento sono «generazioni, territori e culture». E lo dice come se sapesse di che cosa sta parlando. O democratici! O umanità!


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