Il sindaco va al Cassero per far pace con i gay E loro: «Scuse accettate»

  

Quando più di un anno fa il governatore Vasco Errani, alla vigilia delle elezioni amministrative, approvò le norme anti-discriminazione per le copie di fatto che vennero ribattezzate «Dico della Regione» sollevò le ire della Curia e qualche tempo dopo andò in visita riparatrice dall’Arcivescovo in via Altabella. Ora i tempi cambiano perché il sindaco Merola, che pure si è detto favorevole ai matrimoni omosessuali, è dovuto passare «a Canossa» nella sede dell’Arcigay al Cassero per chiudere l’incidente diplomatico creato dalla sua dichiarazione di voler dare qualche riconoscimento alle coppie che si sposano. All’incontro, a cui hanno partecipato anche i capigruppo delle forze di maggioranza in consiglio, il sindaco ha offerto il calumet della pace promettendo alla galassia omosessuale (Arcigay, il Cassero, Arcilesbica, Famiglie arcobaleno, Agedo e 3D) la riattivazione a Palazzo d’Accursio dell’ufficio anti-discriminazioni. Un incontro definito «positivo» dallo stesso sindaco nel quale ha chiarito «di non avere alcuna volontà di allargare al centro» sulle politiche famigliari. In teoria il sindaco, pur ribadendo di essere a favore del matrimonio omosessuale ha tenuto il punto: «La questione che ho posto è prima di tutto culturale e politica, il mio è un invito ad interrogarsi dal punto di vista etico e politico su come arricchire e fare evolvere la vecchia cultura dei diritti verso un’idea di diritto-dovere di cittadinanza attiva, responsabilità sociale e cultura del limite, di riconoscimento dei legami che tengono unita una comunità e garantiscono i percorsi di stabilizzazione personale» . Diciamo però che lo sforzo titanico di provare a spiegare la sua posizione non è stato premiato. Bastava dare un’occhiata ai commenti in rete per capire che aria tirava dentro il movimento omosessuale contro il sindaco. Niente da fare: per il movimento dare un premio alle coppie sposate significa discriminare le coppie di fatto, punto e basta. Al sindaco restava dunque una sola posizione, peraltro già ventilata venerdì scorso quando il caso è scoppiato: fare un passo indietro. Un passo indietro apprezzato dall’Italia dei Valori: «Buona l’ultima ha detto il capogruppo in Regione dell’Idv, Franco Grillini si ponga la parola fine ad una discussione pressoché incomprensibile con i normali strumenti della ratio e della politica» . E anche il capogruppo dipietrista in Provincia, Paolo Nanni ha detto che «questo, e cioè quello ultima versione, è il Merola che conosco» . In serata addirittura è arrivata anche una nota delle associazioni Lgtb nella quale si esprime «soddisfazione per aver ottenuto chiarimenti in merito alle dichiarazioni di venerdì» e nella quale si accolgono «le scuse del sindaco per il misunderstanding» . Di sicuro nel corso del mandato il sindaco si asterrà da qualsiasi intervento pratico in questo senso. Resta però un tema politico più generale: è un segno di intelligenza tenere conto degli umori della propria coalizione, ma un sindaco si deve scusare se pensa una cosa che confligge con il pensiero di associazioni o altri partiti? O. Ro.


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