Patrocinio al Pride di Milano

  

di Piermaurizio Di Rienzo
A Palazzo Marino è scoccata l’ora dell’austerity e del ritorno al patrocinio del Gay Pride. Nella prima riunione della nuova Giunta guidata da Giuliano Pisapia è stata adottata la linea del dimagrimento per i compensi dei manager. Un taglio dal 10 al 15% rispetto agli stipendi corrisposti durante l’amministrazione Moratti. Ne sanno già qualcosa Davide Corritore e Maurizio Baruffi, rispettivamente city manager e capo di gabinetto del sindaco. Il primo percepirà 210mila euro annui lordi (contro i 230 del predecessore Antonio Acerbo), il secondo di 140mila euro (20mila meno di Alberto Bonetti Baroggi). «In un momento di crisi – ha spiegato il vicesindaco Maria Grazia Guida – abbiamo scelto di lavorare in sobrietà anche per lanciare un segnale a Milano». Pisapia ha confermato tutte le deleghe agli assessori, anche Expo a Stefano Boeri («per lui nessun conflitto d’interesse»), legata però ai grandi eventi, mentre terrà per sé i rapporti con la newco e Expo spa. Marco Cappato dei radicali si è candidato alla presidenza del consiglio comunale, quando la scorsa settimana il sindaco aveva caldeggiato l’elezione di Basilio Rizzo, della Lista civica per Pisapia. «Siamo già alla resa dei conti», ha commentato Riccardo De Corato (Pdl). E mentre Pierfrancesco Maran assessore alla viabilità invitava i ghisa a multare la sosta selvaggia sulle piste ciclabili, fra le prime delibere approvate (24), il patrocinio al Gay Pride del 25 giugno, abolito dalla Moratti. Il provvedimento non comporterà alcuna spesa: «Dopo il successo a Roma – ha spiegato Pisapia – anche Milano ha ritenuto opportuno patrocinare il Gay Pride». «Il vento è cambiato davvero», ha commentato il presidente dell’Arcigay di Milano Marco Mori, mentre Carlo Masseroli, Pdl, ha chiesto ironico: «I cattolici sono ancora in festa?».


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