Omofobia a Roma

  

di BEATRICE PICCHI
Stava andando a prendere l’autobus su via dei Fori, è lì che passa la linea notturna per Termini, poi avrebbe preso un altro mezzo fino a casa, a Centocelle. Ma a casa è tornato ferito e spaventato. «Dovevo prendere l’autobus, perché i miei amici volevano fermarsi ancora un altro pò nei bar della gay street. A un certo punto ho sentito una macchina frenare alle mie spalle, e l’urlo di due ragazzi ah fro… Avranno avuto la mia età, ma potevano essere anche più piccoli. Mi hanno lanciato delle uova, solo dopo mi sono accorto che ero ferito, avevo il braccio insanguinato. Ci saranno stati dei pezzi di vetro», e il ragazzo di ventidue anni mostra dei piccoli tagli sul braccio sinistro.
Oggi, che è prevista la discussione alla Camera sulla legge sull’omofobia, un nuovo caso di violenza ai danni di un omosessuale viene denunciato dal Gay Center di Roma. E’ il terzo episodio in due settimane. I casi sono stati raccolti dai responsabili della Gay Help Line l’ 800.713.713, la linea telefonica di aiuto. Storie di giovani insultati, inseguiti, picchiati con calci e pugni. Nessuna vittima, finora però, ha presentato denuncia, «hanno paura di ritorsioni, ma soprattutto nessuno ha rivelato la propria omosessualità in famiglia o al lavoro», spiega Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay center che gestisce la linea telefonica. Ha visto anche lui i pezzi di vetro sul marciapiede di via dei Fori, domenica notte alle due: «E’ stato il giovane a chiamarci. Dopo poco sono arrivati anche i carabinieri, ma lui era troppo spaventato e non ha voluto sporgere denuncia».
«I miei genitori non lo sanno», dice la vittima. Quando si è trasferito qui, a Roma tre anni fa, pensava di aver lasciato nel suo piccolo comune del nord est pregiudizi e odi. «Credevo che non sarei stato più giudicato perché mi innamoro degli uomini, e tantomeno punito e picchiato per questo. Ora ho paura, non mi sento più al sicuro». La seconda aggressione è avvenuta la notte dell’8 luglio, in un’altra zona frequentata dalla comunità omosessuale: l’Eur, nei dintorni del Gay village. Un altro ragazzo, che si trovava da solo, è stato affrontato da almeno due persone, che lo hanno rincorso insultandolo e gli hanno lanciato delle pietre che lo hanno ferito alla testa. Tre giorni prima, il 5 luglio, alla linea telefonica arriva il racconto di un’altra aggressione. Un diciottenne nota che cinque ragazzi lo stanno fissando mentre bacia il suo ragazzo, sotto casa, a Centocelle. Il giorno dopo, un gruppetto di giovanissimi, secondo il suo racconto alcuni potevano essere minorenni, lo aspettano sotto casa, e qui lo insultano e lo aggrediscono con calci e pugni. Oggi sarà in votazione alla Camera la legge sull’omofobia. Per questo Paolo Patané, presidente nazionale dell’Arcigay, critica «chi vuole strumentalizzare episodi contro la comunità gay, perché fa male a tutti, soprattutto alle vittime vere. Quando si parla di episodi di violenza io penso sia doveroso e serio poterli documentare». Così sale la tensione fra l’Arcigay nazionale e il Gay center. «Dimostrino che ciò che denunciamo non è vero – sintetizza Marrazzo – Noi procederemo per azioni legali».


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