«Basta con la lobby gay». Bufera nel Pd

  

La deputata: «Parole irrispettose». Ma lui: «Famiglia tradizionale maltrattata»
VICENZA – «Il Pd quando la smetterà di appoggiare proposte in difesa delle lobby omosessuali che accampano diritti di sostegno?». Poche frasi secche e click: la mail arriva a personaggi di spicco del Partito democratico vicentino, ad altri iscritti e a giornalisti. A spedirla non è stato un avversario politico ma un dirigente del Pd: Luciano Parolin, 69 anni il prossimo dicembre, membro del direttivo della sezione di Vicenza, insegnante in pensione proveniente dalla Margherita. Sostenitore della famiglia tradizionale («che adesso viene maltrattata», sottolinea) dopo avere saputo del matrimonio con un donna della parlamentare del suo partito Paola Concia, Parolin ha reso pubbliche le sue riflessioni. Eccole: «Adesso che Concia ha coronato il sogno d’amore, speriamo la smetta di presentare disegni di legge ad personam (a nome del Pd) in difesa di non so quali diritti negati. Domanda seria: è questa la famiglia che (tutti) si vogliono formare? Sono queste le famiglie che si devono sostenere?». Una bomba ferragostana che non ha mancato di lasciare il segno. La parlamentare chiamata in causa, infatti, invita Parolin a chiedere scusa. «Sono state affermazioni pesanti, irrispettose verso il partito e anche verso determinati valori – dice Paola Concia – Per fortuna a Vicenza c’è stata una levata di scudi». In effetti la lettera del dirigente ha suscitato varie reazioni. «Qualcuno è arrivato a minacciarmi – racconta Parolin – ma c’è anche chi è d’accordo con me. Io non sono omofobo, gli omosessuali hanno gli stessi diritti di tutti, ma restano una minoranza. Non è questa la priorità, il partito si deve impegnare sulle problematiche del lavoro, della scuola». Il segretario cittadino del Pd Enrico Peroni fa sapere che al momento non ci sono provvedimenti in atto. «Nel Pd – spiega – siamo liberali, lo svantaggio caso mai è che lo siamo troppo. La lobby a Vicenza è composta da me e altri sei amici, che con 350 euro abbiamo costituito l’associazione di autoaiuto per omosessuali Aletheya». Peroni fa presente la linea del partito: «La lotta all’omofobia e il sì alle coppie di fatto sono battaglie del Pd e anche a Vicenza ci si è mossi in questo senso». Non c’è, però, al momento il riconoscimento della famiglia anagrafica. «Deve essere una necessità – specifica il segretario cittadino – da inserire nel programma elettorale delle elezioni amministrative del 2013». Intanto Peroni pensa a invitare in città Paola Concia. E lei rilancia: «Ma cosa ci sta a fare questo signor Parolin nel Pd? Se i principi del partito (uguaglianza, lotta alle discriminazioni) non corrispondono a quelli personali, si fa fuori da solo». Parolin, però, non arretra: «Il Pd non è mica il partito dei gay. Non lo si deve indirizzare a senso unico – ribatte -, nel direttivo di Vicenza è da un anno e mezzo che non si discute di qualcosa di importante. Andrò a sentire la Concia, se verrà garantito il dibattito pro e contro». Una critica, infine, arriva anche da Alessandro Zan, assessore padovano, membro del consiglio nazionale dell’Arcigay: «Smettiamola con le stupidaggini, se ci fosse veramente una lobby i gay avrebbero tutti i diritti. Estendere le libertà alle minoranze non toglie nulla alla maggioranza, ma aumenta la coesione sociale e il benessere economico e lavorativo». di Elfrida Ragazzo


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