Gay, nozze finte in Sala Rossa «Sposi in Spagna. E qui?»

  

CIRCONDATI da parenti e amici, giunti fin dalla Spagna, si sono scambiati un bacio seduti nella Sala Rossa di Palazzo D’Accursio, proprio dove vengono celebrati i matrimoni in rito civile. Ottavio Marzocchi e Joaquin Nogueroles Garcia, entrambi funzionari dell’Ue, si sono sposati vicino Valencia il 20 agosto scorso. E ieri, scherzosamente, hanno voluto simulare le nozze anche nella città natale di Ottavio. La coppia omosessuale, con un corteo organizzato dall’associazione radicale Certi Diritti’, avrebbe voluto incontrare il sindaco Virginio Merola, per chiedere «la trascrizione del matrimonio sul registro comunale», così come avviene solitamente per le unioni (eterosessuali) contratte all’estero. Ma il primo cittadino era a Milano per la manifestazione dell’Anci. Così i novelli sposi, prima di recarsi in anagrafe per consegnare tutta la documentazione del caso, hanno pensato di fare da soli. Ad abbozzare il rito ci ha pensato la capogruppo di Sel in Consiglio e vicepresidente del Mit (Movimento identità transessuale) Cathy La Torre e l’assessore di Polinyà de Xuquer, fratello di Joaquin, che ha già unito i due in Spagna. «IL FATTO che siano potuti entrare in Sala Rossa ragiona La Torre è già un segnale di accoglienza da parte del Comune». Anche se per la trascrizione non c’è stato nulla da fare. I due sono stati ricevuti da alcuni funzionari comunali, ma senza raggiungere il risultato sperato. Perché? Semplice: «la legge italiana non lo consente», ammette Ottavio deluso e amareggiato. «Siamo l’Iran d’Europa accusa quindi il consigliere regionale dell’Idv Franco Grillini . Spero che Merola farà lo stesso la trascrizione del matrimonio. Anche se poi un Tribunale qualsiasi l’annullerà. Non chiediamo di violare la legge, ma di dare un segnale forte». Perchè, prosegue Grillini, per gli omosessuali italiani «il fascismo non è mai finito e il matrimonio resta un privilegio per eterosessuali. Merola quindi ha concluso dimostri di essere un sindaco all’altezza di Imbeni e Zangheri, che trent’anni fa permisero l’apertura del Cassero. Il primo circolo gay riconosciuto nel nostro Paese». E ARCIGAY, proprio in occasione dell’anniversario, ha proposto Bologna come sede per il Gay Pride 2012. Anche il 7 settembre prossimo sarà una data importante per la comunità Lgbt bolognese. Ricorre infatti un anno dalla morte di Marcella Di Folco, storico leader del Mit e consigliere comunale. Per ricordarla Sel chiederà di intitolarle una via. Matteo Giannacco


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