Sono tanti i volti dell’affettività

  

Caro direttore, in riferimento alla lettera dal titolo “Gli omosessuali nuovi intoccabili” pubblicata dal Vs. giornale in data 24 agosto 2011, mi permetto di esprimere il totale dissenso rispetto a quanto espresso dal Sig. Trevisani.
In primo luogo il dogma per cui l’omosessualità debba essere un atteggiamento contro-natura viene smentito dalla scienza. A questo proposito vorrei riportare l’attenzione su una significativa mostra dal titolo “Contro Natura”, tenutasi nel 2007 presso il Museo di Scienze Naturali di Oslo. La mostra ha permesso di rendere pubblica una ricerca scientifica, in base alla quale si può affermare l’esistenza di rapporti e relazioni omosessuali in ben più di 1500 specie animali. In molte specie, inoltre, le relazioni tra animali dello stesso genere svolgono un’importante funzione nella crescita dei cuccioli o nella cova delle uova. Tuttavia, in nessuna specie animale sono mai stati verificati casi di omofobia, confermando quanto questo sia sì un atteggiamento innaturale, una sovrastruttura sociale, legata all’educazione e al contesto culturale dominante.
In virtù di quanto sopra esposto, non capisco come si possa ritenere riprovevole e pedagogicamente diseducativo un bacio tra persone dello stesso sesso. Un bacio è una dimostrazione di amore, di affettività indipendentemente dal fatto che a scambiarselo sia una coppia eterosessuale e/o omosessuale.
Al contrario di quanto sostenuto dal Sig. Trevisani, ritengo che i bambini e le bambine abbiano tutti gli strumenti per poter decodificare in maniera autentica un gesto d’amore, se questo viene presentato loro come tale e non filtrato dall’imbarazzo e dall’incapacità degli adulti di gestire la propria omofobia. Il fatto che i bambini e le bambine possano crescere, sin dai primi anni di vita, con la consapevolezza che esistano molteplici modi di vivere la propria affettività, sarebbe, a mio avviso, una grande conquista di civiltà per il nostro paese ed una spinta determinante verso una società più inclusiva e promotrice della cultura delle differenze.
In merito ad altre affermazioni sostenute dal Sig. Trevisani, ricordo che dal 17 maggio 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha cancellato l’omosessualità dalle patologie mentali, definendola una variante del comportamento sessuale umano. Pertanto è del tutto inaccettabile ritenere l’omosessualità una malattia.
In riferimento al tema matrimonio, penso che la posizione del movimento GLBT siano un esempio lampante di richiesta di diritti e doveri, come assunzione di responsabilità nei confronti del proprio partner e dei figli. A questo proposito vorrei informare il Sig. Trevisani dell’esistenza delle famiglie omogenitoriali, che al pari di qualsiasi altro nucleo familiare, “assumono un ruolo sociale stabile nella educazione dei figli e nella crescita della società”. Peccato, però, che non godano degli stessi diritti.
Infine in merito alla richiesta di una legge anti-omofobia mi permetto di riportare alcune autorevoli dichiarazioni del Presidente della Repubblica, rilasciate lo scorso 17 maggio. «L’omofobia è un sentimento da combattere. da sradicare e sconfiggere una volta per tutte. A livello “culturale”, ma anche a livello normativo. E soprattutto è un sentimento che non deve essere “ostentato”». Ed ancora «Non bisogna sottovalutare i rischi che l’abitudine all’uso nel discorso pubblico di allusioni irriverenti, lesive della dignità delle persone, contribuiscano a nutrire il terreno sul quale l’omofobia si radica. L’ostentazione in pubblico di atteggiamenti di irrisione nei confronti di omosessuali è inammissibile in società democraticamente adulte».
Tutto questo in nome di un’autentica libertà, dell’accettazione dell’altro da sé e di una società laica ed inclusiva.
Andrea Scalmana


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