«Questi politici sono gay Poi toccherà a prelati e vip»

  

ROMA «CI MANCAVA solo questa», sospira un uomo politico di centrosinistra. In effetti, non c’era bisogno di quest’ennesima bufera. Su Internet, infatti, è stata pubblicata una lista di dieci politici indicati come gay, tutti di centrodestra, e che votarono no alla legge contro l’omofobia a luglio. I promotori che sostengono di avere anche nomi di prelati e personaggi dello spettacolo definiscono l’operazione un modo per «riportare un po’ di giustizia». Ma le reazioni delle associazioni gay sono polemiche. E anche chi, come la deputata del Pd Paola Concia non ha mai nascosto di essere lesbica, non apprezza l’iniziativa. E loro, quelli della lista? Chi parla la prende sul ridere. Il capogruppo del Pdl in Senato Maurizio Gasparri: «Devo ammettere di essere un banale e convinto eterosessuale». Mario Baccini: «Sono seriamente preoccupato perché ho già ricevuto un centinaio di telefonate di donne in apprensione, a cominciare da mia moglie Diana». Massimo Corsaro: «Mi era giunta notizia che il mio nome sarebbe stato strumentalmente inserito in un elenco infamante. Per un attimo ho temuto che mi inserissero in quello degli interisti occulti. Tutto sommato meglio così…». Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni: «Fantasie malate di personaggi inqualificabili, non perdete tempo a seguire sciocchezze estreme». I POLITICI, una volta tanto, sono d’accordo. Concia: «Mi piacerebbe che scaturisse una riflessione collettiva su quali siano i limiti della privacy per i politici e su come viene percepita l’omosessualità nel nostro Paese». Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera: «Un invito che va senz’altro raccolto». E Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, parla di «bufala, cinica e violenta». Non usa mezzi termini Francesco Pizzetti, garante della privacy: «I dati sulle tendenze sessuali delle persone non possono mai essere diffusi senza il consenso degli interessati: è illecito». Indignate le associazioni gay. Paolo Patanè, presidente Arcigay: «Contiene 10 nomi, nessuna prova, nessuna evidenza della loro omofobia, nessuna fonte verificata o verificabile, almeno per ora». Fabrizio Marrazzo, Gay Center: «Azione piratesca». Rossana Praitano, Circolo Mario Mieli: «Un atto violento». Uno dei leader storici del movimento gay, Aurelio Mancuso di Equality Italia, viene indicato come «padre ispiratore» perché, dopo la bocciatura del testo contro l’omofobia, dichiarò che avrebbe fatto pubblicare i nomi dei politici gay. Ma ieri ha precisato di essere rimasto «escluso» dal progetto. In pratica non «c’entra nulla». f. gh.


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