Arcigay contesta D’Alema

  

ROMA «IL MATRIMONIO come è previsto dalla Costituzione del nostro Paese, se non la si cambia, è l’unione tra persone di sesso diverso finalizzata alla procreazione. Tra l’uomo e la donna, questo dice la Costituzione». Queste le parole che hanno creato non poco scompiglio pronunciate il 9 settembre nel corso di un dibattito alla Festa dell’Unità di Ostia da Massimo D’Alema. La polemica ha incendiato il web e la risposta delle associazioni gay non si è fatta attendere: «Parole rozze» è stato il commento del presidente dell’Arcigay Paolo Patanè – «dichiarazioni che fanno pensare subito a un esponente di estrema destra con smanie religiose e non al leader del Pd. Questo conferma l’alleanza del partito con l’Udc fatta per perpetuare lo sfacelo della sinistra italiana e la perdita di qualunque dignità laica ed autorevolezza del partito democratico.» Durissima anche la replica della parlamentare del Pd Paola Concia: «Caro D’Alema, la tua dichiarazione sui matrimoni gay è la prova provata che non sei un cinico, come vieni sempre descritto, altrimenti non avresti detto quelle corbellerie». «Forse – dice ancora la parlamentare rivolgendosi a D’Alema – speravi di sedurre l’Udc, ma sappi che Casini quel matrimonio con te, non lo vuole proprio fare». «Polemica esagerata» è stata la risposta del leader del Pd «Probabilmente» -si difende- non mi sono spiegato con chiarezza. Ho sempre difeso i diritti degli omosessuali.»


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